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Lunedì 16 MAGGIO 2022
Pratiche commerciali scorrette. L’Antitrust apre un nuovo procedimento nei confronti di Intesa Sanpaolo RBM Salute

Dopo la sanzione da 5 milioni comminata a luglio 2021 l’autorità ha raccolto nuove segnalazioni da parte degli utenti che lamentano la “reiterazioni” delle pratiche scorrette (tra cui difficoltà di accedere ai servizi prestati dai professionisti, respingimenti di richieste con motivazioni pretestuose, difficoltà di contattare l’assistenza clienti) già oggetto di sanzione l’anno scorso. IL DOCUMENTO

“Dagli elementi raccolti in atti emerge la sostanziale reiterazione, da parte dei professionisti, della pratica scorretta accertata nel citato provvedimento del 13 luglio 2021”. È quanto scrive l’Antitrust in un nuovo procedimento a carico di Intesa San Paolo RBM Salute. Lo scorso anno la compagnia assicurativa specializzata nell’assicurazione sanitaria fu già sanzionata per 5 mln di euro per pratiche commerciali scorrette.

“Le denunce – scrive l’Agcm - pervenute successivamente alla chiusura del procedimento (del 2021 ndr), infatti, dimostrano difficoltà di accedere ai servizi prestati dai professionisti, respingimenti di richieste con motivazioni pretestuose o non coerenti con la documentazione fornita dagli assicurati, reiterate e non giustificate richieste di integrazione documentale, difficoltà di contattare l’assistenza clienti e/o scarsa efficacia della stessa. Inoltre, il numero di segnalazioni pervenute all’Autorità è aumentato significativamente a partire dal mese di gennaio 2022. Ne deriva che le articolate iniziative prospettate dai professionisti in ottemperanza al provvedimento, alcune delle quali peraltro ancora non implementate, non hanno prodotto gli effetti attesi in termini di miglioramento del servizio”.

E questo scrive ancora l’Autorità “risulta anche dal riscontro del 21 febbraio 2022 fornito da IVASS alla richiesta di collaborazione dell’Autorità, nel quale l’Istituto ha fatto presente che il numero di reclami ricevuti nel periodo luglio 2021-gennaio 2022 è cresciuto in maniera significativa rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente e che i reclami vertono sui profili esaminati nel provvedimento del 13 luglio 2021”.

Così, secondo l’Agcm “ricorrono, in conclusione, i presupposti per l’avvio del procedimento previsto dall’art. 27, comma 12, del Codice del Consumo, volto all’irrogazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 a 5.000.000 euro”.

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