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Lunedì 30 MAGGIO 2022
Covid. Combinazione monoclonali tixagevimab e Cilgavimab nella profilassi pre-esposizione efficacie contro varianti


Questa combnazione di anticorpi monoclonali di AstraZeneca, attualmente approvata da Ema e Aifa, mantiene l’attività di neutralizzazione contro le varianti emergenti di Omicron BA.4 e BA.5 (BA.4/5), secondo i nuovi dati del test preclinico su pseudovirus dell’Università di Oxford. I risultati sono stati riportati online su bioRxiv, un server di preprint.

La combinazione di anticorpi tixagevimab e cilgavimab di AstraZeneca (precedentemente AZD7442), attualmente approvata da Ema e Aifa in profilassi pre-esposizione per pazienti fragili e in attesa di approvazione da Ema per il trattamento della malattia lieve-moderata, mantiene l’attività di neutralizzazione contro le varianti emergenti di Omicron BA.4 e BA.5 (BA.4/5), secondo i nuovi dati del test preclinico su pseudovirus dell’Università di Oxford. I risultati sono stati riportati online su bioRxiv, un server di preprint.

Questi risultati sono coerenti con i dati ottenuti da studi precedenti che dimostrano che la combinazione di anticorpi mantiene una potente efficacia neutralizzante contro Omicron BA.2, l’attuale variante dominante in circolazione, e contro tutte le varianti testate fino ad oggi.

Le varianti di Sars-CoV-2 precedentemente in circolazione si sono diffuse in modo simile; è quindi possibile che BA.4 e BA.5, che sono ora le varianti dominanti in Africa, si diffondano a livello globale in modo simile a BA.2. BA.4 e BA.5 hanno sequenze di proteine S identiche e sembrano essersi evolute da BA.2.1.

In Italia, nel mese di gennaio, è stata autorizzata la distribuzione di tixagevimab e cilgavimab per l’uso in emergenza per la profilassi pre-esposizione da Covid-19 (GU 28/01/2022) e resi disponibili presso le strutture identificate a livello regionale. Nel mese di marzo la combinazione degli anticorpi è stata autorizzata da Ema per l’indicazione in profilassi pre-esposizione.

Giovanni Di Perri, Professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università di Torino e Responsabile della Divisione Universitaria di Malattie Infettive all’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, ha dichiarato: “La combinazione dei due anticorpi monoclonali ha dimostrato di ridurre il rischio di sviluppare il Covid-19 sintomatico rispetto al placebo dell’83% offrendo una protezione della durata di almeno 6 mesi, e di rimanere efficace alla capacità di mutare rapidamente di Sars-Cov-2. Una singola dose della combinazione di tixagevimab e cilgavimab, facilmente somministrabile per via intramuscolare, è un’opzione importante per aiutare a proteggere le popolazioni vulnerabili, come quelle immunocompromesse che non sono in grado di sviluppare una risposta immunitaria adeguata dopo la vaccinazione”.

La Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) ha da poco pubblicato le Raccomandazioni sull’uso della combinazione di tixagevimab e cilgavimab nella profilassi pre-esposizione dell’infezione da SarsCov2. Il Presidente Claudio Mastroianni, professore ordinario di Malattie Infettive all’Università Sapienza di Roma, ha dichiarato: “Oggi per accedere alla combinazione di monoclonali è necessario un test sierologico negativo. Riteniamo che questa limitazione debba essere eliminata o superata con una soluzione che permetta la somministrazione del farmaco anche agli individui positivi al test ad alto rischio di malattia grave, perché la presenza di un titolo anticorpale non assicura né la presenza di anticorpi neutralizzanti né la certezza dell’attività neutralizzante del siero sulla variante circolante. Consigliamo di considerare come discriminante più importante il fattore di rischio”.

Circa il 2% della popolazione mondiale è considerato ad aumentato rischio di risposta inadeguata alla vaccinazione contro il Covid-19 e può trarre particolare beneficio dalla profilassi pre-esposizione (prevenzione) con la combinazione di anticorpi monoclonali tixagevimab e cilgavimab. Questa popolazione comprende persone immunocompromesse, come i pazienti oncologici ed onco-ematologici, i pazienti sottoposti a trapianto e chiunque assuma farmaci immunosoppressori. Anche le persone a maggior rischio di esposizione al virus Sars-CoV-2 potrebbero beneficiare della protezione con la combinazione di anticorpi. Le evidenze più recenti indicano che proteggere le popolazioni vulnerabili dall’infezione da Covid-19 potrebbe aiutare a prevenire l’evoluzione virale, che è un fattore importante nella comparsa di varianti.

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