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Lunedì 04 LUGLIO 2022
Covid. Snami: “Le Usca non devono chiudere”

Il sindacato autonomo: “Ogni regione si è regolata a modo suo in pieno stile di federalismo sanitario: chi ha deciso per il rinnovo, chi l’ha riorganizzata, chi l’ha definanziata e chi addirittura l’ha chiusa. Come se non ci fossero ad oggi circa 100.000 nuovi casi Covid-19, 80 decessi ed un milione di attualmente positivi”.

“Mentre è partita la corsa a riempire la stampa di PNRR e su quanto sia importante la medicina del territorio, il primo passo per investire davvero sulla medicina di prossimità è stato decisamente un inciampo. Per le USCA infatti ogni regione si è regolata a modo suo in pieno stile di federalismo sanitario: chi ha deciso per il rinnovo, chi l’ha riorganizzata, chi l’ha definanziata e chi addirittura l’ha chiusa.

Come se non ci fossero ad oggi circa 100.000 nuovi casi Covid-19, 80 decessi ed un milione di attualmente positivi. Anche se sicuramenti i nuovi casi sono molti di più, perché con i tamponi “fai da te” per la ricerca del SARS Cov-2 sempre più positivi evitano il canale istituzionale di comunicazione”. È quanto afferma Angelo Testa, Presidente Nazionale Snami

“Altra considerazione-aggiunge Simona Autunnali, tesoriere nazionale Snami - è che la circolazione estiva di vacanzieri di tutti i continenti sta creando una piena ondata estiva di contagi. L’aumento dei posti letto nelle terapie intensive, il basso livello del rispetto delle misure comportamentali raccomandate, in particolare sia situazioni di assembramento che l’allentamento dell’uso della mascherina, e l’annunciata recrudescenza dei contagi nel post estate, non possono essere ignorati! Non può non essere rinnovato un servizio così essenziale.”

“In vista della riforma territoriale, che prenderà corpo prossimamente-conclude Angelo Testa-, le USCA dovranno essere un perfetto esempio di pura domiciliarità per raggiungere il famoso 10% di interventi di prossimità per i cittadini over 65, quasi un embrione ed un progetto pilota delle future UCA.  Noi diciamo che le USCA non devono chiudere e facciamo il plauso a quelle regioni lungimiranti che hanno optato per il rinnovo del servizio, scelta che giova soprattutto ai numerosi pazienti fragili che spesso abitano in zone già disagiate e che da certezza di salute a tanti cittadini”.

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