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Venerdì 22 LUGLIO 2022
Malattie degenerative occhio. All’Irccs Sacro Cuore Don Calabria a breve la sperimentazione su uomo della retina liquida

Gli ospedali che stanno portando avanti gli studi su una potenziale cura su delle malattie degenerative che colpiscono l’occhio sono l’Istituto italiano di Tecnologia di Milano, il Policlinico San Martino di Genova e l’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Grazia Pertile coordinatrice per l’Irccs di Negrar: “I risultati animali sono ottimi e gettano solide basi per i passaggi successivi. Primi test sugli umani fra il 2025-2026”. LO STUDIO

La retinite pigmentosa è una malattia degenerativa che porta alla distruzione dei fotorecettori e le cellule retiniche sensibili alla luce. Si manifesta con differente gravità ed in età variabile ma i primi sintomi appaiono normalmente in giovane età e può portare alla completa cecità. La degenerazione maculare senile, invece, si manifesta in età più avanzata e colpisce solo la parte centrale della retina. I pazienti che ne soffrono in forma grave non riescono a vedere i dettagli, pertanto hanno molta difficoltà a leggere e a riconoscere i volti delle persone. Queste patologie, che nel mondo colpiscono alcune centinaia di milioni di persone, trovano una potenziale soluzione con l’impianto di retina artificiale liquida.

L’Irccs ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, l’Istituto Italiano di Tecnologia di Milano e l’Ospedale Policlinico San Martino di Genova hanno testato con successo un prototipo di retina liquida su modelli sperimentali che riproducono gli stadi avanzati di retinite pigmentosa, gli stessi in cui attualmente è consentito l’intervento chirurgico di protesi retinica tradizionale. “Il buon esito della sperimentazione, pubblicato su Nature Nanotechnology – spiega una nota - rappresenta un ulteriore avvicinamento alla fattibilità di futuri studi clinici sull’uomo”.

“E’ proprio nella fase avanzata che i pazienti affetti da retinite pigmentosa - dichiara la coordinatrice del progetto per la Clinica oculistica dell’Irccs ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, Grazia Pertile – che vengono sottoposti ad interventi di chirurgia protesica. I risultati appena conseguiti dai test sugli animali sono ottimi e gettano solide basi per i passaggi successivi mirati a condurre i primi test sugli esseri umani. Stimiamo di essere pronti per il 2025-2026. La formulazione liquida della protesi consentirebbe interventi meno traumatici e di maggiore efficacia perché le micro iniezioni sono in grado di raggiungere una superficie più ampia e creare un contatto stretto con le cellule retiniche ancora presenti”.
“La retina liquida infatti è costituita da nanoparticelle che prendono il posto dei fotorecettori danneggiati – spiega la coordinatrice del progetto – e tali particelle sono sospese in un gel che permette di creare una sorta di pellicola. Proprio in autunno andremo a testare formulazioni a viscosità diversa per stabilire quale sia la più adatta all’occhio umano. Successivamente, verrà chiesto al Ministero della salute l’autorizzazione a procedere nell’uomo”. 

Riuscire a collaborare nel progetto, ci tiene a specificare Pertile, “con persone di diversa formazione è stato di grande stimolo. Siamo un gruppo di lavoro molto affiatato che cerca di arricchirsi delle competenze altrui in modo da far progredire il progetto quanto più rapidamente possibile. Aver dimostrato che le nanoparticelle fotovoltaiche sono efficaci anche negli stadi avanzati della malattia degenerativa in cui la retina non solo è totalmente priva di fotorecettori ma ha subito profonde modificazioni dei circuiti retinici normalmente presenti negli strati più interni, apre la porta all’applicazione di questa strategia sull’uomo”.

Endrius Salvalaggio

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