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Mercoledì 31 AGOSTO 2022
Antinfiammatori e Covid. Il nuovo studio dà valore al lavoro dei Mmg



Gentile Direttore,
il recente studio pubblicato in questi giorni  su Lancet Infectious Diseases mostra come gli antinfiammatori non steroidei iniziati precocemente riducono le ospedalizzazione  da Covid19 dell’85-90%, perché ciò che  rende grave la malattia è l’infiammazione che si scatena dopo l’infezione provocata dal virus: bloccando precocemente l’infiammazione si impedisce alla malattia di procedere verso le forme più gravi quelle che finiscono per richiedere il ricovero.

Lo studio dà valore all’immenso lavoro che come  medici di famiglia  abbiamo  fatto nel territorio: le migliaia di telefonate ricevute ed effettuate per monitorare i pazienti con covid, i consigli ad iniziare il trattamento con Fans anche in assenza di sintomi  non è  stato un lavoro privo di significato  come alcuni hanno tentato di dire, ma è servito ad arginare il possibile rischio di aggravamento della malattia.

Del resto il dato empiricamente era già da noi noto, visto la mole di pazienti che in questi due anni e mezzo abbiamo seguito.  Ognuno di noi che abbia circa 1500 assistiti può contare su più o meno 500 casi di Covid 19 e a parte all’inizio quando non si conosceva nulla della malattia e si brancolava nel buio più assoluto, piano piano abbiamo imparato a dare i consigli giusti, a evitare cortisonici e antibiotici e a prescrivere sempre in prima battuta gli antinfiammatori e se controindicati il paracetamolo con buoni risultati sulla stragrande maggioranza dei pazienti.

Lo studio quindi non scopre  nulla di nuovo ma  rende evidente scientificamente che le terapie da noi instaurate e suggerite dalle linee guida,  hanno e avevano un preciso razionale. Del resto si era  intuito fin da subito  che la vera causa della malattia era lo scatenamento della tempesta infiammatoria che portava progressivamente allo sviluppo e peggioramento della malattia.

Il  monitoraggio dei nostri pazienti affetti da covid e  i nostri consigli ad iniziare subito con gli antinfiammatori  non è stato quindi un approccio banale, spesso da alcuni ridicolizzato ma una cosa realmente importante e significativa per ridurre i danni da covid.

Non possiamo che esserne soddisfatti anche se continuiamo  ad essere bersagliati da quanti, a vario titolo e non conoscendo come si lavora nel territorio, continuano a imputarci la mancata cura e/o presa a in carico dei pazienti con covid.

La moda del momento è incolparci per il mancato utilizzo dell’antivirale da poco reso disponibile anche  ai medici di famiglia, il  nirmatrelvir/ritonavir.

La pandemia dura da due anni e mezzo ma anziché riconoscerci  l’enorme lavoro che abbiamo svolto finora  veniamo accusati  di non usare un farmaco  che  è prescrivibile nel territorio solo da pochi mesi e di cui non abbiamo alcuna esperienza.

Il farmaco  deve essere prescritto  entro 5 giorni dall’esordio dei sintomi a chi abbia almeno un fattore di rischio, prevede  un piano terapeutico, un attento esame delle interazioni farmacologiche  e un dosaggio recente della creatinina.

Non sempre il paziente contatta il medico all’inizio dei sintomi; nella maggior parte dei casi in cui sarebbe necessario somministrare l’antivirale il paziente sta assumendo farmaci che lo controindicano (sono una miriade i farmaci che possono interferire) e il dosaggio della creatinina  a domicilio del paziente non richiede  3 minuti come è stato detto (solo chi non conosce il territorio potrebbe pensarlo).

E’ ovvio che si agisca con cautela  anche perché nel territorio se insorgono effetti collaterali legati al farmaco non si possono avere  le possibilità di  intervento che si possono avere in un ambiente protetto quale l’ospedale.

L’impressione è che poco si conosca il lavoro del medico di famiglia, né c’è volontà di conoscerlo …del resto la diagnosi su di noi è già stata fatta e il futuro deciso.

Non ci rimane che continuare a lavorare in scienza e coscienza  dando del nostro meglio lontano dai riflettori  che illuminano gli esimi professori che continuano ad  emanare sentenze  sulla pandemia.

Ornella Mancin
Medico di medicina generale

 

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