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Vorrei agganciarmi all’articolo di Cognetti (QS 12 settembre 2022) per dire sostanzialmente due cose: Perché l’art. 32 è in pericolo Per tutte queste ragioni il vecchio irrisolto problema della sostenibilità, si costituisce oggi come ieri come una minaccia ai fondamenti del sistema pubblico. Cognetti quindi non esagera quando dice che l’art. 32 è in pericolo. Perché serve una riforma? Cosa si deve riformare? L’oggetto da riformare, sia chiaro, non è questo o quello, ma è proprio l’idea di sostenibilità. Si tratta di fare una riforma che garantisca al futuro la sostenibilità che ci serve. Quindi in primo luogo si tratta di definire: In secondo luogo si tratta di far tesoro dell’esperienza di questi anni e di scartare a priori, quindi per decisione politica, tutte quelle concezioni fasulle di sostenibilità adottate in questi 40 anni e che alla prova dei fatti si sono dimostrate , implicitamente fallaci e sbagliate. Quindi niente più aziendalizzazione, niente più privatizzazione, niente più medicina amministrata, niente più tagli e niente più riduzioni di servizi. Fare una riforma senza cambiare niente e lasciando in vita, come ha fatto Speranza con il PNRR, tutte le contraddizioni in essere, non serve a niente. La sostenibilità si deve fare e si può fare a art. 32 invariante. E’ fin troppo facile, come sanno la Bindi e Renzi, fare sostenibilità sulla pelle dei diritti. In terzo luogo si tratta di definire una nuova logica per la sostenibilità e dire come la si fa quindi definirla quale strategia almeno nei suoi punti più importanti. La quarta riforma Oggettivamente sono stato, l’unico che, in questi ultimi anni, annusando l’aria del tempo ha avanzato una proposta di “quarta riforma” intendendola prima di tutto proprio come una riforma dell’idea sbagliata di sostenibilità di chi ha governato la sanità fino ad ora. Vi invito ad approfondire la questione scaricando da “Quotidiano sanità” gratuitamente l’e book, pubblicato nel 2016 che spiega la quarta riforma. Oggi soprattutto dopo il flop di Speranza sul PNRR, di questa proposta non cambierei neanche una virgola. Ma chi la deve scrivere questa riforma? Detto ciò, la prima garanzia di sostenibilità è avere una sanità più pubblica non meno, anti regressiva, finanziata secondo le sue necessità, organizzata meglio e quindi più capace di soddisfare i bisogni di salute della popolazione. Cioè la prima condizione per essere sostenibile è essere messa nella condizione di produrre più salute come ricchezza perché, come ho detto tante volte, la salute è un capitale per tutto il paese. Senza salute non c’è sostenibilità Ma detto ciò il problema vero alla fine è chi la scrive questa benedetta riforma. Chi la fa? La destra? La sinistra? Vedremo chi vincerà le elezioni ma intanto a Cognetti posso dire, valutando le proposte avanzate dai partiti in campagna elettorale, chi non è disposto a farla. Quando la Zampa a nome del PD per risolvere la questione della sostenibilità ci propone a dispetto della situazione economica del paese di fissare una percentuale fissa di spesa sanitaria al 7% (QS 9 settembre), vuol dire che il PD la “quarta riforma” non la vuole. Quando Renzi ci propone di chiedere 37 mld in prestito dal Mes, di sicuro anche lui la “quarta riforma” non la vuole (Qs 12 settembre 2022). Quando Calenda per bocca di Ricciardi ci propone la stessa cosa ma Di ridefinire un nuovo rapporto pubblico e privato ecc. (QS 13 settembre 2022) è chiaro che neanche loro la “quarta riforma” la vogliono. Cosa vogliono costoro in realtà? Non mi risulta che nessuno di loro si sia impegnato a chiedere un prestito al Mes garantendo a priori che neanche un euro venga speso fuori dal pubblico. Proporci di indebitarci per continuare a finanziare ciò che sta uccidendo l’art. 32 e ciò che continua a rendere insostenibile il nostro sistema pubblico. mi sembra francamente quasi offensivo E la medicina? Non esiste solo la sanità Il grande errore fatto dal riformatore nel ‘78 è stato quello di separare i problemi della sanità da quelli della medicina. Oltre l’economia, non si offenda la Bocconi, esiste anche la scienza e non è vero quello che ha sempre sostenuto la Bocconi che in sanità la scienza viene dopo l’economia. Io penso che non potremmo mai aver una sanità sostenibile senza una “medicina impareggiabile”. Questo messaggio a me pare stenti ad arrivare proprio alle società scientifiche che ancora, almeno questa è la mia impressione, non sin sono rese conto del grande ruolo della scienza nei confronti dei problemi di sostenibilità . Oggi se volessimo fare una quarta riforma dobbiamo superare la storica dicotomia sanità/medicina . Una proposta Ricordando la rivoluzione francese avanzo la stessa proposta che ho avanzato nel momento in cui ho pubblicato la “quarta riforma”: il prossimo governo di qualunque colore esso sia, metta su “un comitato di salute pubblica” (board) fatto come si deve con le persone giuste con il compito di difendere l’art. 32 e definire finalmente una nuova idea di sostenibilità. Ivan Cavicchi
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Giovedì 15 SETTEMBRE 2022
Se non si riforma la sanità si tradirà l’articolo 32
Per salvare l’art. 32 della Costituzione oggi più che mai serve una “riforma di sistema”, cioè oggi non si tratta più di mettere in campo tanti interventi tampone, ognuno pensato per risolvere un problema a qualcuno o a qualcosa, in questo o in quel settore, magari contendendoci le priorità, ma valutare se rispetto al contesto difficile e pericoloso in cui oggettivamente ci troviamo reggono o no gli architravi della sanità pubblica sui quali essa si regge
L’art. 32 è in pericolo per le seguenti ragioni:
La risposta è molto semplice: se l’istituzione del SSN nel ‘78 non ha risolto il vecchio problema della sostenibilità delle mutue e se neanche l’aziendalizzazione e la privatizzazione ci sono riuscite, e comunque la spesa anche grazie alla pandemia continua a crescere, allora l’unica strada possibile che resta è quella che giustamente Cognetti indica della “riforma”.
So che autocitarsi non è mai elegante, ma so anche che nelle nostre discussioni è raro che si riconoscano i meriti degli altri, specialmente se ciascuno di noi pensa di essere il maitre a penser che il buon Dio misericordioso ha voluto regalare al mondo, e poi perdonatemi, ma con l’aria che tira, il bon ton mi interessa poco.
Serve una riforma ma a me pare che oggi nessuno sia disposto a volerla fare. Per taluni è troppo difficile, per altri irrealista, per altri improbabile se non addirittura velleitaria, e poi troppi interessi in ballo. Vi pare che la speculazione che ha costruito le sue fortune proprio sull’idea sbagliata di sostenibilità se ne starà buona buona accettando che qualcuno tolga loro l’osso dalla bocca?
A costoro delle sorti dell’art. 32 non interessa niente, meno che mai vogliono riformare un alcunché. A tutti costoro conviene lasciare nelle peste la nostra sanità pubblica, perché fino a quando essa è nelle peste, il privato la farà da padrone. La loro unica vera preoccupazione è trovare oggi in tutti i modi possibili i soldi per rifinanziare il sistema, che loro, a scapito dell’art. 32 hanno voluto. Senza cambiare una virgola. A loro servono i soldi per riconfermare le controriforme da loro fatte.
Solo qualche mese fa ho pubblicato un libro “La scienza impareggiabile medicina medici malati” (Castelvecchi). Mentre per la sanità c’è bisogno di una “quarta riforma” per la medicina c’è bisogno di una “prima riforma” perché storicamente le riforme e le controriforme in sanità sono sempre state fatte a medicina invariante, anzi, come nel caso dell’aziendalizzazione, addirittura contro la medicina e la sua autonomia.
Una “quarta riforma” è necessaria e possibile, ma il problema che ho posto prima resta tutto: chi la scrive?
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