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Martedì 27 SETTEMBRE 2022
Infermieri e ospedalità privata. Al via una consultazione permanente per potenziare l’assistenza

I presidenti dell’Associazione Coordinamento Ospedalità Privata e della Federazione degli ordini delle professioni infermieristiche puntano a individuare le migliori sinergie per assicurare all’interno Ssn un ruolo adeguato sia alle strutture sanitarie private, sia agli infermieri nell‘interesse dei cittadini

Instaurare una proficua collaborazione tra Fnopi e Acop, coordinando le proposte e gli interventi per assicurare all’interno Ssn un ruolo adeguato sia alle strutture sanitarie private, sia agli infermieri, nel primario interesse del cittadino utente.

Questo l’esito dell’incontro tra il presidente di Acop - Associazione Coordinamento Ospedalità Privata - Michele Vietti che ha incontrato questa mattina la presidente di Fnopi - Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche - Barbara Mangiacavalli.

Infermieri e ospedalità privata si sono quindi ripromessi di dar vita a una consultazione permanente che consenta di individuare le migliori sinergie tra le due istituzioni.

“I più fragili, gli anziani e soprattutto i non autosufficienti, rischiano oggi di essere abbandonati a se stessi: il sistema domiciliare non funziona e la pandemia ha dimostrato che anche il sistema delle Rsa va rinnovato profondamente. In questo senso il rapporto con gli infermieri, che rappresentano la professione più vicina alle persone nell’assistenza, è importante e la sinergia che si è creata contribuirà anche a ripensare il sistema sanitario territoriale, con un nuovo modello che potenzi tecnologie e assistenza domiciliare. In questo la sanità privata con l’Acop  sarà a fianco di quella pubblica per promuovere un servizio sanitario all’avanguardia”, ha detto Michele Vietti.

“A mettere in difficoltà l’assistenza sul territorio è sicuramente la carenza di infermieri, che soprattutto durante la pandemia si sono spostati dalle strutture residenziali come le RSA agli ospedali per assistere i contagiati. Per la carenza infermieristica tuttavia non basta prevedere un numero maggiore di infermieri, peraltro difficilmente ottenibile nel breve-medio periodo, ma si deve far leva su qualità e tipologia dell’assistenza con specializzazioni universitarie che rendano anche maggiormente attrattiva la professione e figure di assistenza intermedia coordinate dagli infermieri. Soprattutto, è necessario un cambio di paradigma e di cultura per rendere efficienti i diversi setting assistenziali a favore di una vera interprofessionalità”, ha aggiunto Barbara Mangiacavalli.

 

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