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Venerdì 14 SETTEMBRE 2012
Decreto Balduzzi. Cassi (Cimo): “Ad ogni passaggio testo è peggiorato”

“Alla lettura del primo testo avevamo espresso un giudizio neutro. Adesso non possiamo che esprimere un giudizio negativo”. Questo il commento del al Dl del presidente di Cimo Asmd, Riccardo Cassi che aggiunge: “Così non si può più continuare, occorre una riforma del Ssn e una modifica al Titolo V”.

 “Le norme sulla libera professione – afferma - sono ingiustamente onerose per i Medici tanto più perché intervengono in situazioni dove sono le Aziende ad essere da anni inadempienti. Tutti gli incarichi e non solo quelli di struttura, diventano discrezionali, senza verifiche specifiche sulle capacità professionali in campo medico, ma con gli stessi criteri previsti per la dirigenza di altri settori della pubblica amministrazione che ha compiti e modalità di lavoro ben diversi”.
 
“E poi - continua Cassi - la modifica al comma 1 dell’articolo sulla responsabilità professionale di fatto non arresterà la corsa al contenzioso e l’ipotetico danno sarà comunque oggetto di risarcimento anche se il medico si è attenuto alle linee guida e alla best practice”.
 
“Ci auguriamo – prosegue - che l’iter parlamentare possa migliorare il Dl accogliendo gli emendamenti che presenteremo, bloccando l’arroganza e l’ingerenza delle Regioni che ritengono la tutela della Salute cosa loro. Ci auguriamo inoltre che venga finalmente riconosciuta la peculiarità dei Medici che non sono una dirigenza uguale ad altre, ma sono prioritariamente professionisti deputati alla diagnosi e cura dei bisogni sanitari dei cittadini”.
 
“Occorre che il prossimo Governo metta mano alla modifica del Titolo V della Costituzione – conclude il presidente Cimo Asmd - restituendo al Parlamento la possibilità di garantire uguali diritti a tutti i cittadini italiani e approvi una riforma del SSN, nella quale i Medici tornino ad essere Medici e non “dirigenti” sottoposti alla lottizzazione politica ed a verifiche esclusivamente sui risparmi imposti dalle Aziende, con grossi rischi sulla qualità delle cure erogate, invece che sulle reali capacità professionali”.

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