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16 SETTEMBRE 2012
Scuola: 70% bambini non fa controlli alla vista e uno su tre con difetti non viene corretto

L'allarme dalla Commissione difesa vista in coincidenza con l'avvio del nuovo anno scolastico. Se si vede bene si studia meglio perché le informazioni visive si combinano con quelle provenienti dagli altri sensi e questo ‘insieme’ consente di intraprendere azioni rapide, precise e risposte corrette. 

La vista è sicuramente, fra i 5 sensi, l’apparato più complesso. Per questo far controllare la vista ai propri figli prima di iniziare la scuola (e poi farlo regolarmente) dovrebbe essere una buona abitudine per i genitori italiani. L’inizio della scuola è un momento decisivo, bisogna partire con il piede giusto in quanto, come spiega Francesco Loperfido, consulente della Commissione Difesa Vista, responsabile del servizio di Oftalmologia generale presso l’UO di Oculistica del San Raffaele di Milano “l’impegno scolastico comporta degli importanti consumi di energia psicofisica. Pertanto la condizione di buona salute generale, costituisce un requisito fondamentale e l'efficienza visiva ne è una componente essenziale”.
 
Secondo i dati della commissione, il 70% dei bambini non fa controlli e il 34% di chi ha difetti, non li corregge. Forse i genitori farebbero controllare con più attenzione la vista dei propri figli se sapessero che c’è un rapporto direttamente proporzionale tra il vederci bene e l’andare bene a scuola. L'apprendimento, sottolinea infatti la Commissione Difesa Vista, viene facilitato quando si utilizzano bene entrambi gli occhi, quando le informazioni visive si combinano con quelle provenienti dagli altri sensi e questo ‘insieme’ consente di intraprendere azioni rapide, precise e risposte corrette. Ecco dunque l’importanza di sottoporre i propri figli a controlli mirati è fondamentale sia per evidenziare problemi comuni e diffusi, come la miopia o per portare alla luce altri disturbi quali ipermetropia, astigmatismo, strabismo.
 
Quali sono i segnali d’allarme? Spesso l'organismo segnala le situazioni di disagio con: mal di testa, bruciore agli occhi, annebbiamenti della vista da vicino o da lontano, ancor prima che il difetto visivo sia rilevabile. In più, quando il bambino non vede bene solitamente assume atteggiamenti posturali scorretti  tutti campanelli d’allarme da non ignorare.
 
I controlli devono essere regolari e tempestivi in quanto non è sufficiente stabilire se il bambino  vede bene da lontano o da vicino. Oltre a una semplice visita per verificare la capacità visiva, è necessario fare anche un controllo per esaminare l'efficienza visiva globale, quindi: che ci sia una acutezza visiva ottimale sia da lontano che da vicino, che la capacità di focalizzare i dettagli sia efficiente, che ci sia una buona coordinazione binoculare cioè che i due occhi si integrino bene insieme, determinando la percezione stereoscopica.
 
Non solo. “I controlli vanno eseguiti a distanza di tempo variabile in rapporto alla malattia o al difetto evidenziati e alla loro gravità”, aggiunge Loperfido che raccomanda controlli “Ogni 3-4 mesi, oppure ogni 6 mesi ese non ci sono difetti evidenti un controllo all’anno è comunque opportuno”.
 
Occhio pigro
Controlli regolari, dunque. Ma anche tempestivi. Tra i disturbi più diffusi che potrebbero emergere grazie a controlli mirati c’è infatti l’ambliopia, nota anche come “occhio pigro”. Si tratta di una diminuzione della vista in un occhio solo, senza altre malattie oculari evidenti e rappresenta la causa più frequente, nei bambini, di diminuzione della vista in un occhio (Ne soffre circa il 2-3% dei bambini di età inferiore ai 5 anni). In questi casi, spiega Loperfido, è fondamentale intervenire immediatamente “perché i migliori risultati terapeutici si ottengono praticando l’occlusione dell’occhio migliore (quello che vede), entro i primi 10 anni di vita. Ancora meglio sarebbe intervenire entro i 3 anni di età. Anche se in età scolare e prescolare (5/6 anni) i bambini sono più collaborativi ed è quindi il momento giusto per sottoporli a una accurata visita oftalmologia”.
 
Dislessia
Controlli mirati e tempestivi consentirebbero anche di evidenziare problematiche più complesse come la dislessia, un disturbo che secondo recenti statistiche riguarda almeno il 5% della popolazione scolastica, di cui ancora si parla poco e, soprattutto, poco si fa per individuare e aiutare chi ne soffre. “Difficoltà di lettura, di apprendimento e di problematicità nel pronunciare le doppie, per esempio – spiega sempre Loperfido – possono essere sia la spia di un ipermetropismo o astigmatismo sia un segnale della dislessia. Di quest’ultima di solito ci si accorge solo con il passare degli anni quando le difficoltà nella lettura persistono. Nei dislessici già accertati si sta tentando con dei filtri colorati opportuni di migliorare la frequenza e la velocità di lettura”.
 
“In conclusione – dichiara Loperfido – è opportuno comunque che tutti i bambini in età scolare vengano sottoposti a un controllo oculistico: nei dislessici tali test saranno utili perché aiuteranno a evidenziare, ed eliminare, l’eventuale sovrapposizione di un difetto visivo che ne complicherebbe –ulteriormente – le capacità di apprendimento”. 

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