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Uno strumento di imaging ‘termico’ per valutare le ferite croniche si è rivelato in grado di aiutare gli infermieri a identificare quelle difficili da trattare, che hanno un impatto sulla qualità di vita e un costo per i sistemi sanitari stimato in circa tre miliardi di dollari ogni anno. A descrivere la metodica su Scientific Report è stato un team del Royal Melbourne Institute of Technology, guidato da Dinesh Kumar. La tecnica fornisce informazioni sulla distribuzione spaziale del calore nella ferita e predice, con un’accuratezza del 78%, se le ulcere alle gambe possono guarire in 12 settimane, senza trattamenti specifici. La ricerca del team si è basata sulle immagini raccolte da 56 persone con ulcere venose delle gambe, che sono associate a scarsa funzionalità venosa. Attualmente, l’approccio standard di gestione di queste ferite richiede di tenere traccia delle loro dimensioni per quattro settimane; una metodica che, però, ritarda l’identificazione di ferite lente a guarire. “Questo nuovo metodo è rapido, oggettivo e non invasivo ed è utile per identificare il potenziale di guarigione delle ferite croniche delle gambe. Può essere usato dagli operatori sanitari in clinica, in ospedale o a casa”, spiega uno degli autori della ricerca, Rajna Ogrin, del Bolton Clarke Research Institute, “Questo significa che i trattamenti specializzati, incluse tecniche di pulizia avanzate delle ferite e specifiche terapie, possono essere implementate immediatamente per le ferite problematiche alle gambe, fino a quattro settimane prima dello standard”. Fonte: Scientific Report 2022
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Giovedì 10 NOVEMBRE 2022
Ferite croniche: metodo di imaging ‘termico’ valuta possibilità di guarigione
La tecnica è stata descritta su Scientific Report da un team Royal Melbourne Institute of Technology. Fornisce all’operatore informazioni sulla distribuzione spaziale del calore nella ferita e predice, con un’accuratezza del 78%, la possibilità o meno di guarigione in 12 settimane.
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