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Martedì 15 NOVEMBRE 2022
Il Pnrr come un’opportunità per il sistema salute italiano: progetti, idee, innovazioni per un Ssn più vicino alle persone

Ad Arezzo al prossimo Forum Risk Management saranno presentati tutti i progetti raccolti in un’opera monografica. “È il momento di capire se e come i soggetti attuatori del complesso Piano di Ripresa e Resilienza siano in grado di trainare la fase applicativa che sicuramente è quella più difficile. Quello che auspichiamo è che i progetti messi in campo dal basso possano avere seguito perché sono “pensati” da coloro che sperimentano ogni giorno modelli, organizzazione, idee, competenze”.

Il nuovo numero Monografico della rivista Sanità 4.0, ci ha visto impegnati nel disegnare modelli, strumenti, innovazioni tecnologiche per l’implementazione della Missione 6 del PNRR. La missione 6 del PNRR riguarda la salute e intende indirizzare “risorse per il rafforzamento della resilienza e della tempestività di risposta del Sistema Sanitario Nazionale alle patologie infettive emergenti gravate da alta morbilità e mortalità, nonché ad altre emergenze sanitarie”. L’emergenza epidemiologica ha reso evidenti alcune criticità clinico-assistenziali che in prospettiva potrebbero essere aggravati dall’accresciuta domanda di cure derivante dalle tendenze demografiche, epidemiologiche e sociali in atto.

La pandemia da Covid-19 se da una parte ha reso evidente il valore universale della salute, la sua natura di bene pubblico fondamentale, dall’altro ha reso ancora più palesi alcuni aspetti critici: differenze territoriali nell’erogazione dei servizi, scarsa integrazione tra servizi ospedalieri, servizi territoriali e servizi sociali, tempi di attesa elevati per l’erogazione di alcune prestazioni, una inadeguata capacità di messa a sistema di strategie sinergiche per la risposta ai rischi ambientali, climatici e sanitari. L’esperienza della pandemia ha inoltre indicato l’importanza di poter contare su un adeguato sfruttamento delle tecnologie più avanzate, su elevate competenze digitali, professionali e manageriali, su nuovi processi per l’erogazione delle prestazioni e delle cure e su un più efficace collegamento fra la ricerca, l’analisi dei dati, le cure e la loro programmazione a livello di sistema.

Un significativo sforzo come quello del PNRR in termini di riforme e investimenti è finalizzato ad allineare i servizi ai bisogni di cura dei pazienti in ogni area del Paese. Una larga parte delle risorse, infatti, è destinata a migliorare le dotazioni infrastrutturali e tecnologiche, a promuovere la ricerca e l’innovazione e allo sviluppo di competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali del personale. L’investimento maggiore del PNRR riguarda l’assistenza domiciliare, per contribuire al mantenimento dell’autosufficienza. Infatti, per affrontare con successo il quadro epidemiologico attuale e futuro e il peso crescente di cronicità e comorbidità la via preferenziale scelta è quella del domicilio del paziente come setting privilegiato per l’assistenza territoriale; la realizzazione delle strutture intermedie riequilibrando i colpevoli ritardi rispetto agli altri Paesi europei e delle notevoli differenze tra le regioni; il consolidamento della medicina generale e delle cure primarie, il rilancio della prevenzione, sono punti di partenza obbligati e ormai irrinunciabili.

Alla Salute è quindi dedicata la Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Piano stanzia 15,63 miliardi in totale per le due componenti della Missione e pone l’approccio “One-Health” come riferimento per una riforma che definisca un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico. Il paradigma One Health vuol dire riconoscere che la salute delle persone e dell’ecosistema sono legate indissolubilmente e che servono approcci e sforzi globali per “progettare e implementare programmi, politiche, norme e ricerche in cui diversi settori cooperino per raggiungere migliori risultati per la salute pubblica” (WHO). Oggi la realizzazione di tale paradigma deve necessariamente passare attraverso l’uso competente e consapevole della leva digitale (FONTE: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - PNRR).

Il PNRR prevede, per sostenere le reti di prossimità, le strutture, la telemedicina diverse attività:

Un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico attraverso un approccio ONE Health;

- l’istituzione di Case della Comunità (CdC) per le prestazioni sul territorio in ambito sociosanitario (la presa in carico della persona è il progetto da realizzare nelle CdC, questo consentirà di potenziare e riorganizzare i servizi offerti sul territorio migliorandone la qualità. La Casa della Comunità diventerà lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti, in particolare ai malati cronici);

- un modello condiviso di assistenza domiciliare per l’erogazione delle cure: “casa come primo luogo di cura” e telemedicina. L’investimento mira ad aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino a prendere in carico, entro la metà del 2026, il 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni. l’intervento si rivolge in particolare ai pazienti di età superiore ai 65 anni con una o più patologie croniche e/o non autosufficienti. I servizi di telemedicina, contribuendo ad affrontare le principali sfide del SSN, rappresentano un straordinario mezzo per: contribuire a ridurre gli attuali divari geografici; garantire una migliore “esperienza di cura” per gli assistiti; migliorare i livelli di efficienza dei sistemi sanitari regionali tramite la promozione dell’assistenza domiciliare e monitoraggi di natura clinico-assistenziale da remoto;

- l’attivazione di 602 Centrali operative Territoriali (COT), una in ogni Distretto, con l’obiettivo di coordinare i servizi domiciliari con i servizi sanitari, gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza;

- il potenziamento delle strutture per l’erogazione delle cure intermedie: Ospedali di Comunità (OdC). L’investimento mira entro la metà del 2026 al potenziamento dell’offerta dell’assistenza intermedia a livello territoriale attraverso l’implementazione dell’Ospedale di Comunità, una struttura sanitaria della rete territoriale a ricovero breve e destinata a pazienti che richiedono di interventi sanitari a media/bassa intensità clinica e per degenze di breve durata. L’investimento si attuerà con la realizzazione di 381 Ospedali di Comunità. E’ stato inoltre previsto un incremento strutturale delle dotazioni di personale;

- sistemi informativi per i dati clinici in real time: innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale. Come scritto nel Piano le misure incluse in questa componente consentiranno il rinnovamento e l’ammodernamento delle strutture tecnologiche e digitali esistenti, il completamento e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) attraverso più efficaci sistemi informativi. Rilevanti risorse sono destinate anche alla ricerca scientifica e a favorire il trasferimento tecnologico, oltre che a rafforzare le competenze e il capitale umano del SSN anche mediante il potenziamento della formazione del personale;

- l’identificazione di un modello organizzativo della rete di assistenza territoriale attraverso la definizione di standard strutturali, organizzativi e tecnologici omogenei per l’assistenza territoriale;

- aggiornamento tecnologico e digitale: ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero, sostituzione di apparecchiature, rinnovamento della dotazione esistente di posti letto di terapia intensiva e semi-intensiva, ammodernamento dei Pronto Soccorso e l’incremento del numero dei mezzi per i trasporti sanitari secondari, investimenti per un ospedale sicuro e sostenibile sino a delineare un percorso di miglioramento strutturale nel campo della sicurezza degli edifici ospedalieri, adeguandoli alle vigenti norme in materia di costruzioni in area sismica.

La rete del Forum delle Professioni Sanitarie di Federsanità ha come obiettivo di contribuire con progetti specifici, curati dai professionisti del sistema salute del Paese, da proporre alle Regioni, alle Direzioni Strategiche delle Aziende Sanitarie Pubbliche e Private. Il contributo che presentiamo va in questa direzione. S’intende, infatti, attraverso i vari contributi diffondere le idee, le start up, le azioni messe in atto per rispondere alla crisi pandemica e alla conseguente crescente richiesta di nuove tecnologie che consentano ai cittadini di fruire delle competenze di professionisti della salute, in prossimità della propria casa come primo luogo di cura (telemedicina, telenursing, telemonitoraggio, teleriabilitazione, teleconsulto, domotica, digitalizzazione ecc.) e di strutture sanitarie di prevenzione, cura e assistenza, diversi dagli ospedali per acuzie e che tengano in particolare conto delle persone vulnerabili e disabili.

Ma non vogliamo pensare che si tratta solo di informatizzare processi, quanto di riprogettare i modelli organizzativi attuali, affinché garantiscano una migliore presa in carico dei pazienti e una maggiore fruizione da parte dei pazienti, la massima interconnessione e interoperabilità, in sintesi l’innovazione tecnologica non potrà prescindere dall’innovazione organizzativa, in un’ottica più vasta che è quella dell’ health population management.

Si tratta di un impulso inedito d’innovazioni nel SSN. E’ necessario però che oltre ai nuovi modelli s’inizi a discutere degli standard di riferimento a partire dai servizi da attivare, dalle specificità delle singole famiglie professionali, dalla definizione di uno skill-mix per setting assistenziale. Non si può prescindere dalla ridefinizione dell’impianto formativo sia universitario che regionale e aziendale.

E’ fondamentale ridefinire i ruoli e le responsabilità dei professionisti tenendo conto della funzione prevalente che, per molti setting è quella assistenziale. E’ necessario un framework strutturato su diverse direzioni che riconosca come improrogabile il riconoscimento delle competenze attuali delle professioni sanitarie, la loro espansione sia clinica che organizzativa, verso la prescrizione autonoma e la pratica avanzata per la professione infermieristica e ostetrica, per fare un esempio concreto.

Federsanità attraverso un documento congiunto con vari esponenti della formazione e della sanità pubblica e privata, ha proposto nuovi modelli organizzativi, norme, innovazioni che possano rappresentare, insieme al PNRR, una reale chiave di volta per la sanità italiana. In sintesi il documento affronta il tema delle risorse umane nel SSN, le riflessioni, gli spunti e le idee per una nuova governance, per la valorizzazione del personale, per dimostrare che solo con azioni diversificate è possibile trovare le giuste soluzioni ai problemi emergenti.

Il documento parte dall’ipotesi che la pandemia da SARS COV2 ha messo la sanità mondiale di fronte alle sue contraddizioni e alle sue inefficienze, ma gli ha anche consentito, in una situazione eccezionale e mai vista prima, di potenziare e utilizzare al meglio quanto costruito finora in termini di buone pratiche e buona organizzazione. Ha posto al centro il personale, ovvero il fattore produttivo più importante del sistema salute e ha evidenziato come in una situazione così difficile ha dimostrato di essere estremamente resiliente e in grado di fare la differenza in merito alla tutela della salute.

Le assunzioni straordinarie però rischiano senza un intervento di sistema di replicare vecchi modelli organizzativi che non possono soddisfare i cambiamenti che la storia ci impone.

In altri termini con il PNRR, che sostiene economicamente i cambiamenti che si vogliono realizzare, è necessario che tutti gli attori coinvolti si mettano in gioco per contribuire al reale cambio di passo. Il PNRR, infatti, mette a disposizione e a spese delle generazioni future questa opportunità prevedendo l’impiego di ingenti risorse economico-finanziarie rappresentate per più del 60% da prestiti. Questo ci impone la condivisione di una enorme responsabilità collettiva, soprattutto per quanto attiene l’individuazione delle priorità e la realizzazione dei progetti e degli obiettivi in tempi certi. Dobbiamo impiegare queste risorse in modo consapevole ed efficace.

La sfida è quella di riuscire a orientare i comportamenti in sanità dove vi è un’alta intensità di lavoro (labour intensive), e un’elevata qualificazione professionale (brain intensive). Riuscire a mobilitare un potenziale finora sottovalutato, sarà un’occasione straordinaria di espansione di competenze e trasformazione dei servizi, i cui risultati dipenderanno dalle condizioni in cui le persone si troveranno a operare.

Le proposte del documento si fondano sulla certezza che la valorizzazione del personale e una riforma della governance siano le pre-condizioni necessarie per il miglioramento del Servizio Sanitario Nazionale. I due soggetti da cui partire per un rinnovo del sistema sono il top management che ha la responsabilità dei processi decisionali e organizzativi e i professionisti che intervengo nei processi di cura e assistenza. (ALLEGATO 1: Le Risorse umane nel SSN: Riflessioni, spunti e idee per una nuova governance e per la valorizzazione del personale).

La pandemia può essere veramente una grande opportunità perché ci ha mostrato come in certe situazioni il pensiero collettivo è indispensabile e possibile. Il Documento proposto da Federsanità può rappresentare la base da cui partire per la messa a terra operativa del PNRR.

La transizione informatica prevista dagli investimenti del PNRR, come abbiamo sottolineato, è una grande opportunità e un’occasione per ridurre gli attuali gap territoriali del Paese, e potrà rappresentare un modo per collocarsi in sanità nella competizione culturale internazionale. La sanità circolare deve rimanere l’obiettivo nel quale collocare la riorganizzazione del SSN, rendendo questo processo stabile e sostenibile.

Il PNRR è un grande progetto di investimenti pubblici a vari livelli, i benefici derivanti da questi investimenti in sanità contribuiranno a rendere le cure più accessibili e sicure. Le riforme del PNRR sono una grande occasione, ma dovranno essere collegate agli esiti per la salute. E’ un investimento per cambiare l’attuale paradigma a favore dell’innovazione e della scienza. I rapidi mutamenti tecnologici e la rivoluzione digitale pongono inoltre la questione di una ridefinizione dei modelli organizzativi per garantire una migliore qualità di vita dei professionisti.

Tale approccio che riforma il SSN nell’ottica di prossimità è la chiave per una generale riprogettazione della cura che consente una serie di azioni coerenti e prioritarie che possono realizzare una rapida evoluzione verso un sistema integrato e digitalizzato, fondato sulle esigenze di assistenza e cura della persona, adattabile al cambiamento della richiesta di salute da parte delle persone, nel quale i processi clinico-assistenziali, la prevenzione, gli stili di vita, le scelte alimentari e la sostenibilità ambientale siano tra loro interconnessi.

La prima chiave quindi è la valorizzazione del personale sanitario, e la strategia più estesa è incentrata sui principi universali di prossimità, innovazione e uguaglianza. Con i progetti del PNRR, si possono realizzare le condizioni per superare inaccettabili divari regionali, promuovere le best practicies, riorganizzare i servizi sanitari partendo dai bisogni di salute delle persone e dei territori. La strategia generale tracciata dai progetti che seguiranno è quella del PNRR in tema di salute: uniformare i servizi ai bisogni di cura dei pazienti in ogni area del Paese, aumentare le dotazioni infrastrutturali e tecnologiche, promuovere la ricerca e l’innovazione e lo sviluppo di competenze tecnico-professionale, digitale e manageriali del personale, sviluppo di nuovi modelli organizzativi e di cura. I lavori che presentiamo hanno tutti gli elementi per lo sviluppo di una salute globale e digitale.

I temi riconosciuti come centrali e inseriti nella progettazione dei vari contributi delle varie regioni si riferiscono a un cambiamento culturale di tutti gli attori per affrontare un cambio di modello di cura; competenze digitali di medici, infermieri, tecnici e pazienti, ma anche nuove capacità relazionali; garanzia di uniformità di accesso, superamento di frammentazioni e disparità; dati scambiati in formato digitale, superando la logica a silos; evoluzione dei processi, competenze e modelli di cura. I risultati ottenuti dai progetti di successo dovranno essere misurati principalmente rispetto ai benefici che porteranno al SSN. Quindi: visione, idea di futuro, programmazione e formazione che garantiranno al sistema salute certezze e sostenibilità, e ci consentiranno nella fase post-pandemica di poter guardare al futuro con speranza e ottimismo.

E’ di questi giorni la grave crisi umanitaria determinata dalla guerra in Ucraina che sta mettendo in discussione le previsioni economiche fin qui descritte. Sapevamo che per la messa a terra del PNRR e per l’attuazione dei progetti servivano le riforme che i governi dei vari stati europei iniziavano a varare, ma l’attuale crisi economica non era certo messa in conto. Il rischio è di retrocedere e avere delle battute d’arresto verso, per esempio, la transizione ecologica messa in campo dal piano. E’ il momento di capire se e come i soggetti attuatori del complesso Piano di Ripresa e Resilienza siano in grado di trainare la fase applicativa che sicuramente è quella più difficile. Quello che auspichiamo è che i progetti messi in campo dal basso possano avere seguito perché sono “pensati” da coloro che sperimentano ogni giorno modelli, organizzazione, idee, competenze (ALLEGATO 2: Monografia: “PNRR: piano di ripresa e resilienza un’opportunità per il sistema salute italiano: progetti, idee, innovazioni per un SSN più vicino alle persone”.

Tiziana Frittelli
Presidente Nazionale Federsanità

Lucia Mitello
Coordinatrice del Forum delle Professioni Sanitarie Federsanità

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