quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 07 DICEMBRE 2022
Ca’ Foncello, da febbraio operativo il nuovo centro trapianti midollo osseo allogenico

Coprirà un bacino molto ampio fra la provincia di Treviso e quella di Belluno, territorio in cui, nei primi 10 mesi del 2022, sono già stati eseguiti 256 ricoveri e 3644 sedute di chemioterapia per pazienti che successivamente è stato necessario indirizzare al Centro TMO allogenico di altre sedi. Gherlinzoni: “I posti letto per il trapianto di midollo osseo allogenico in Veneto sono ancora insufficienti, con la nuova apertura del centro stimiamo di riuscire ad effettuare dai 30 ai 40 trapianti all’anno”.

Una nuova unità di trapianto di midollo osseo allogenico all’ospedale Cà Foncello di Treviso sarà operativa a partire dall’inizio del prossimo anno e servirà un bacino di utenza di oltre un milione di cittadini fra Treviso e Belluno. Ad annunciarlo è il direttore dell’Unità Operativa di Ematologia, Filippo Gherlinzoni.

Per midollo osseo allogenico si intende un midollo osseo compatibile ma non uguale a quello del paziente. Sono compatibili i midolli ossei dei famigliari, solitamente un fratello o una sorella ovvero anche un donatore “da banca” individuabile tramite il registro dei donatori volontari di midollo iscritti nel registro italiano, europeo, ecc. La sostituzione del midollo serve per rigenerare globuli bianchi, rossi e piastrine in persone affette da una malattia ematologica severa, per la quale l’unica via percorribile per la guarigione è legata alla procedura del trapianto.

“Il problema più grosso nel trapianto di midollo osseo allogenico sta proprio nell’individuare quello più vicino possibile al paziente sul piano genetico – illustra Gherlinzoni – ma essendo sempre un pochino diversi, questo comporta uno sviluppo immunologico che può essere molto grave fino a portare al fallimento della procedura”.

“Il trapianto di midollo è una procedura rischiosa sia sul piano immunologico che sul piano infettivo - continua il direttore di Ematologia del Ca’ Foncello - e per questo motivo il primo obiettivo da ricercare in una persona che ha subito la procedura del trapianto, è che non abbia un rigetto o che non riscontri infezioni. Tornando al nuovo centro, contiamo di effettuare il primo trapianto entro febbraio, partendo con alcune camere, per arrivare poi alla piena operatività con quattro camere”.

Il Cà Forcello, Hub di riferimento provinciale, stima di effettuare dai 30 ai 40 trapianti l’anno, in modo da poter prendere in carico tutti i pazienti della Marca Trevigiana ma anche della provincia di Belluno. A supporto del nuovo centro di trapianto ci sarà il prof. Damiano Rondelli, già direttore del Centro di Ematologia-Oncologia della “University of Illinois” di Chicago, che si è offerto a svolgere un servizio di tutoraggio presso il nuovo centro di trapianto per almeno due anni, ma anche di più.

Obiettivo del nuovo Centro è consentire la gestione a 360° del paziente che va dalle complesse procedure di preparazione, all’intervento nonché alla fase di trapianto e relativo follow-up che molto spesso comporta visite a cadenza settimanale con eventuali ricoveri.

Dai dati forniti, nella Ulss 2 della Marca si evince che, nel 2021, sono stati 284 i pazienti ricoverati nel reparto di ematologia di Treviso e 4956 le sedute di chemioterapia effettuate; nei primi 10 mesi del 2022 sono già stati eseguiti 256 ricoveri e 3644 sedute di chemioterapia. Si tratta di persone residenti nel territorio dell’Ulss 2 e in provincia di Belluno, finora seguiti a Treviso nelle prime fasi della malattia e successivamente indirizzati al TMO allogenico in altre sedi.

“I posti letto per il trapianto di midollo osseo allogenico in Veneto sono ancora insufficienti, i pazienti spesso devono fare chemioterapia da una parte – sottolinea Gherlinzoni – e poi trapianto da un’altra parte spostandosi in altre province o addirittura fuori regione. Con l’imminente apertura di questo nuovo centro per il trapianto osseo allogenico speriamo di aiutare il più possibile molti pazienti. Ricordiamo quanto sia importante donare il midollo osseo e, ancora più importante, la sensibilizzazione e la promozione di tutte queste attività se si vogliono salvare vite umane”.

Endrius Salvalaggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA