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Lunedì 12 DICEMBRE 2022
Rsa. Opi Trento: “Basta restrizioni a visite, vicinanza dei famigliari è diritto umano”

L’Ordine delle professioni infermieristiche della Provincia di Trento evidenzia come, nonostante l’abolizione dell’obbligo vaccinale per i sanitari, permangano restrizioni per gli accessi dei parenti nelle strutture. Situazione che prolunga la solitudine dei pazienti, già provati da due anni di pandemia. “Richiamiamo l’attenzione della Politica e delle Istituzioni sull’importanza della dimensione umana e della vicinanza con i propri cari che ognuno di noi ha, soprattutto nella malattia e nella morte”.

“Due anni di una pandemia tragicamente grave ed imprevedibile con le misure messe in atto per contrastarne l’impatto hanno privato pazienti, familiari e sanitari delle relazioni umane alla base dei principi assistenziali, determinando situazioni di significativa e prolungata solitudine nelle RSA, negli ospedali e nelle strutture socio sanitarie del territorio”. A dirlo, in una nota, è l’Opi di Trento, che richiama l’attenzione su un “paradosso” a cui si assiste oggi: “Nonostante l’abolizione dell’obbligo vaccinale per i sanitari, permangono limitazioni e la necessità del green pass per gli accessi alle visite dei familiari nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie”.

Il tema, commenta l’Ordine delle professioni infermieristiche della Provincia di Trento, “è sicuramente complesso e delicato dal punto di vista della sicurezza”, ma lo è “altrettanto dal punto di vista umano e dei diritti della persona”. Gli infermieri, sentendosi “particolarmente coinvolti in questa situazione, perché sentono la responsabilità di garantire la cura e il prendersi cura della persona assistita e dei suoi familiari nel rispetto dei principi deontologici”, sottolineando, dunque, come “il rispetto per la dignità, la qualità della vita e il benessere di ogni persona deve essere considerato elemento fondamentale di tutte le decisioni che riguardano la progettazione dell’assistenza".

Partendo da questo principio, risulta “fondamentale”, per l’Opi della Provincia di Trento, “il ruolo del caregiver e dei familiari nei processi di cura, il loro coinvolgimento, presenza e vicinanza al paziente/ospite. Il benessere delle persone, e in particolare degli anziani, è intimamente collegato anche alla loro sfera psico-emotiva. La possibilità di poter avere vicino i propri cari e di favorire una vita relazionale, influenza positivamente lo stato di salute. La vicinanza e il tocco dei propri cari sono la linfa della nostra esistenza e del nostro benessere. In aggiunta, il caregiver rappresenta una risorsa fondamentale nel percorso di cura della persona, e diventa altresì interlocutore privilegiato da coinvolgere attivamente in tutte le fasi dell’assistenza”.

L’Ordine, pertanto, richiama “una maggiore attenzione della Politica e delle Istituzioni sull’importanza della dimensione umana e del bisogno di vicinanza con i propri cari che ognuno di noi ha, soprattutto nei momenti della malattia e della morte. Sosteniamo con forza la filosofia dell’assistenza centrata sul paziente e sulla famiglia, di un’umanizzazione delle cure pervasiva, e in tal senso sentiamo l’esigenza di chiedere alle Istituzioni di condividerla fornendo indicazioni coerenti con i suoi principi declinati anche alle visite, affinché i familiari possano essere vicini ai propri cari e possano accompagnarli nei percorsi di cura e di assistenza. In qualità di infermieri riteniamo fondamentale poter assistere i pazienti con la vicinanza della famiglia e del calore umano che in base alla nostra esperienza risultano tra gli elementi cardine per offrire loro sostegno e supporto affettivo, per superare i momenti difficili del loro percorso di cura e che a nulla può essere paragonato, nonostante i grandi sforzi del team di sostituire con una carezza ed un sorriso questa mancanza”.

“Seppur in piena fase emergenziale e nell’imprevedibilità della situazione sia stato necessario ed appropriato adottare misure restrittive - ribadisce l’Opi di Trento -, alla luce dell’attuale profilo epidemiologico e clinico, riteniamo sia opportuno perseguire una strada che riporti alla normalità coniugando sicurezza e dimensione umana. In tal senso, pur sostenendo con convinzione l’importanza della vaccinazione, riteniamo oggi sicuro garantire nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie l’accesso alle visite dei familiari, sempre più inclusivo e partecipato nel processo assistenziale, attraverso l’utilizzo della mascherina associato al lavaggio mani, in coerenza con quanto avviene per i professionisti e operatori sanitari. Come Infermieri sarà nostro impegno e dovere deontologico sostenere i principi di un'assistenza centrata sulla persona e sulla famiglia”, conclude la nota.

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