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Mercoledì 14 DICEMBRE 2022
Tumore polmone. Dal progretto “Breathink” le soluzioni innovative per ottimizzare iter diagnostico-terapeutico

Dalla centralità del case manager all’importanza della creazione di strumenti efficaci per condividere le informazioni dei pazienti: la lotta alle neoplasie polmonari passa dal networking e da una maggiore digitalizzazione degli strumenti accessibili durante tutte le fasi della malattia.

E' giunto all'epilogo con un evento di co-creazione, il progetto di di open Innovation “Breathink”, condotto AstraZeneca, da anni fortemente impegnata nell’identificare soluzioni terapeutiche per chi convive con una neoplasia polmonare. Dopo due fasi iniziali di ascolto e confronto, che hanno coinvolto in 4 mesi un ampio panel composto da professionisti del settore sanitario (oncologi, chirurghi, radioterapisti, pneumologi,biologi molecolari e psico-oncologi) e Associazioni di Pazienti (Walce - Women Against Lung Cancer in Europe e IPOP - Insieme per i Pazienti di Oncologia Polmonare), il progetto è giunto nella sua fase finale e sono state individuati i 5 gap e le conseguenti sfide da affrontare per migliorare il percorso di diagnosi e cura del paziente con neoplasia polmonare.

Da una generale disinformazione di pazienti e caregiver sulla patologia, sui trattamenti e sul percorso di cura, alla disomogeneità nella gestione dell’iter diagnostico-terapeutico e nello scambio di informazioni all’interno del team multidisciplinare; dalla necessità di integrare l’utilizzo dei Patient Reported Outcomes (PROs) nella pratica clinica, al bisogno di individuare una figura di riferimento che fornisca un supporto costante lungo tutto il percorso di cura. Questi in sintesi i punti sui quali gli oltre 100 partecipanti all’evento hanno lavorato, con l’obiettivo di generare soluzioni innovative per migliorare la pratica clinica e il percorso diagnostico-terapeutico del paziente con tumore del polmone. Tra loro anche rappresentanti di mondi diversi come quello delle università (Politecnico di Milano, LIUC, Università di Trento, SDA Bocconi, Università di Tor Vergata), delle imprese del settore healthcare (Alira Health, RiAtlas, Advice Pharma, Artexe, SurgiQ, Ageing Tech, Wel Med) e dei professionisti del mondo digitale (Gek Lab, Fifth Beat, VeePee, PagoPa).

Il lavoro dei diversi tavoli multidisciplinari ha portato infine all’identificazione di rilevanti e concreti ambiti di intervento:

· Una comunicazione al servizio di pazienti e caregiver che si è concretizzata in una duplice proposta: un Chatbot informativo, che aiuti il paziente a entrare in contatto con le associazioni pazienti, e la creazione di una rete tra struttura ospedaliera e attori esterni, che possa portare all’adozione di strumenti condivisi per lo scambio di informazioni;

· Sinergia e tempestività dei test a favore di una diagnosi precoce attraverso la realizzazione di un sistema informatico cross-device, un “luogo” dove il team multidisciplinare possa coordinare la raccolta di informazioni in cartella clinica e accedere a un algoritmo per l’identificazione del corretto esame molecolare;

· L’esperienza del paziente al centro del percorso di cura interpretata da due proposte complementari: un ambulatorio dedicato all’ascolto del paziente e alla raccolta dei Patient Reported Outcome (PROs) e un diario digitale in grado di integrare i dati clinici con le informazioni relative allo stato di salute soggettivo e alle diverse manifestazioni registrate in prima persona da paziente e caregiver;

· Multidisciplinarietà per una migliore gestione degli eventi avversi grazie alla realizzazione di una nuova patient experience che colga le opportunità fornite dal digitale (passaporto informatizzato del paziente), dagli strumenti clinici più attuali (PROs) e da modelli di gestione integrata (discussione MDTs, case manager, nuovi gruppi multidisciplinari);

· L’istituzione del Case Manager, figura cruciale all’interno del team multidisciplinare per passare dalla presa in carico della malattia alla cura della persona, il cui valore può essere rafforzato dall’istituzione di una fellowship - utile anche a misurarne l'impatto a livello sociale e sul SSN - e di un progetto pilota che possa favorirne l’inserimento nelle diverse realtà regionali.

Gli ambiti di intervento identificati saranno valutati dal Comitato Scientifico insieme ad AstraZeneca nell’ottica di avviare concretamente lo sviluppo di alcune soluzioni nel prossimo futuro.

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