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Giovedì 22 DICEMBRE 2022
Infermiere nel turno di guardia medica. Doria: “Nessun tentativo di sostituire i medici”

Per l'assessore non c'è alcuna polemica da fare: “Nessuno ha mai messo in discussione il ruolo dei medici”. L’avvio della sperimentazione a metà dicembre, precisa l’assessore a Quotidiano Sanità, "è andata a incrociarsi con la mancata copertura dei turni nel presidio di guardia medica che ha reso impossibile garantire la presenza del medico di continuità assistenziale in quell’occasione”. Ma “la Asl di Nuoro non ha mai adottato provvedimenti improntati a sostituire i medici della continuità assistenziale con personale infermieristico, tantomeno ad Aritzo".

La difficoltà a reperire medici “non è assolutamente da mettere in relazione con una sperimentazione legittima” e il fatto che questa sperimentazione “ha coinciso con un turno scoperto di continuità assistenziale notturno ad Aritzo non può autorizzare a trarre conclusioni affrettate. Nessuno ha mai messo in discussione il ruolo dei medici”. Così l’assessore alla Salute della Sardegna, Carlo Doria, interviene sul caso di Aritzo, dove durante un turno di Guardia medica l’unica figura presente per prestare assistenza era un infermiere di comunità.

Su quanto accaduto, il presidente del gruppo del Pd, Gianfranco Ganau, medico e componente della commissione Salute, in condivisione dei gruppi di opposizione, ha presentato una interrogazione in cui, oltre a chiedere precisazioni all’assessore alla Sanità sull’episodio avvenuto, lo invita a presentare i termini della sperimentazione dell’infermiere di comunità, concordato con l’Asl n.3, alla VI Commissione (sanità) del Consiglio Regionale, così da aprire il confronto e fare chiarezza.

In attesa dell’intervento in Aula, l’assessore Carlo Doria anticipa a Quotidiano Sanità la sua risposta ì alla questione sollevata nell’interrogazione. “In Sardegna – spiega - abbiamo gettato le basi per un nuovo modello di sanità moderno ed efficiente. Stiamo investendo risorse importanti, attraverso il Pnrr e il cofinanziamento della Regione, per realizzare le Case e gli Ospedali della comunità e le Centrali operative territoriali. In applicazione di quanto previsto a livello nazionale dal Dm 77 abbiamo introdotto anche sul nostro territorio la figura dell’infermiere di comunità. La Asl di Nuoro ha avviato così la prima sperimentazione ad Aritzo, nel presidio di continuità assistenziale”.

“La ‘mission’ dell’infermiere di comunità è quella di prendersi cura dei pazienti soprattutto anziani, a domicilio – prosegue l’esponente di Giunta -, per garantire quei servizi che altrimenti il cittadino dovrebbe ricercare lontano, come ad esempio prelievi ematici, terapie farmacologiche intramuscolare ed endovenosa, misurazione pressione arteriosa, sempre dietro prescrizione ed indicazione medica. Un nuovo assetto dell’assistenza territoriale in cui anche le farmacie vengono coinvolte, sia per la ricezione dei referti dai laboratori, in seguito ad esempio ai prelievi eseguiti dagli infermieri di comunità, sia per la somministrazione delle vaccinazioni a carico del sistema sanitario regionale”.

“È importante sottolineare che la Asl di Nuoro non ha mai adottato provvedimenti improntati a sostituire i medici della continuità assistenziale con personale infermieristico, tantomeno ad Aritzo – evidenzia Doria -. L’avvio della sperimentazione, a metà dicembre, è andata a incrociarsi con la mancata copertura dei turni nel presidio di guardia medica che ha reso impossibile garantire la presenza del medico di continuità assistenziale in quell’occasione. Si tratta però di due fatti – l’avvio della sperimentazione dell’infermiere di comunità e l’assenza del medico di continuità assistenziale – che, per quanto contestuali, restano completamente slegati tra loro”.

“La carenza di medici del servizio di continuità assistenziale nei comuni della Barbagia-Mandrolisai – continua l’assessore -, situazione peraltro comune ad altre zone d’Italia, è un fatto conclamato sul quale continuiamo a investire risorse ed energie al fine di garantire il personale necessario. Tuttavia la difficoltà a reperire medici da destinare ai servizi di continuità assistenziale non è assolutamente da mettere in relazione con una sperimentazione legittima in quanto prevista dalla normativa nazionale. Il fatto che l’avvio sperimentale di questa fondamentale figura professionale, nata dalla consapevolezza di dover sviluppare nuovi modelli organizzativi territoriali che rispondano sempre più alla gestione della cronicità e al sostegno all'auto-cura, abbia coinciso con un turno scoperto di continuità assistenziale notturno ad Aritzo non può autorizzare a trarre conclusioni affrettate”.

“Nessuno ha mai messo in discussione il ruolo dei medici – puntualizza l’esponente della Giunta Solinas -, insostituibili, e nessuno intende farlo in futuro. D’altra parte il caso di Aritzo ha però sollevato polemiche ingiuste che sviliscono la professione infermieristica, oggi sempre più formata su competenze adeguate a rispondere ai problemi di salute, anche nell'ambito dell'emergenza territoriale. Non dobbiamo dimenticare che l’infermiere svolge un ruolo fondamentale e di responsabilità anche nel percorso dell’emergenza-urgenza perché a lui viene demandato il delicato ruolo decisionale nel triage in pronto soccorso, riconoscendogli quindi le competenze nel giudicare lo stato di salute e gravità clinica di un paziente”.

“Con l’infermiere di comunità - prosegue Doria - ogni assistito o familiare potrà contare sulla presenza costante di un ulteriore punto di riferimento nell’ambito dell’assistenza territoriale, in grado di garantire anche l’accompagnamento e l’orientamento in tutta la rete di offerta sanitaria e sociale. Questo è l’obiettivo della sperimentazione avviata di concerto con la Asl di Nuoro. Si punta così a rafforzare il territorio, investendo sulle competenze infermieristiche, trasversali ed avanzate, per soddisfare il fabbisogno quotidiano proprio all’interno dei contesti familiari, possibilmente senza il ricorso alle strutture sanitarie e sociali di altra natura”.

Relativamente agli altri approfondimenti richiesti nell’interrogazione l’assessore conclude precisando che sarà disponibile ad aprire il confronto in presenza sugli altri quesiti direttamente in seduta di commissione Sanità.

Elisabetta Caredda

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