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Giovedì 19 GENNAIO 2023
L’algoritmo del Veneto



Gentile Direttore,
non è la prima volta che la Regione Veneto cerca di ridurre i medici a degli impiegati della Regione. Ci aveva già provato nel 2017 con l’”Oltre cup” un progetto che doveva affidare ai medici di medicina generale la possibilità di prenotare le visite specialistiche e gli esami di laboratorio direttamente all’atto della prescrizione.

Allora ci fu una alzata di scudi dei medici di famiglia che costrinse la Regione e il sindacato maggioritario che sosteneva l’iniziativa a una clamorosa retromarcia.

Ora con la DGR 1562 del 6.12.22 la Regione Veneto ha istituito dal 1.01.2023 i RAO (Raggruppamenti di Attesa Omogenei), che costituiscono griglie di scelta preordinate per le tempistiche dello svolgimento delle indagini diagnostiche prescritte dai Medici.

Un algoritmo informatico predisposto dalla Regione deciderà se la priorità segnata dal medico sull'impegnativa al momento della visita (Breve, Differita, Programmata) risulti o meno appropriata e potrà “decidere” il cambio di priorità in modo non modificabile dal medico.

Qui siamo oltre al carico burocratico che, non bastasse quello che abbiamo, si voleva aggiungere sulle spalle dei medici di famiglia con l’Oltre cup, affidando compiti amministrativi ai medici. Qui siamo di fronte a una vera e propria riduzione della professione medica da professione intellettuale a impiegatizia: uno svilimento senza precedenti dell’essere medico.

Questa volta a parte alcune dichiarazioni di contrarietà dei sindacati (Fimmg e SMI) affidate alla stampa, non c’è stata alcuna protesta dei medici di famiglia del Veneto, immagino (dato che ne faccio parte anch’io) troppo stanchi e demotivati per lottare. Quasi tutti ben oltre il massimale previsto, oberati di un carico burocratico infinito, subissati di richieste improprie a tutte le ore del giorno orami si cerca di fare passare i giorni o gli anni che mancano all’agognata pensione, poco inclini a battaglie che richiedono energie ormai esaurite da tempo.

Mi chiedo però dove siano gli Ordini e la FNOMCEO. Che senso ha avere indetto gli Stati generali della professione sulla questione medica, averne discusso per anni e dopo tacere di fronte a un attacco così grave all’autonomia di giudizio del medico, alla possibilità di agire in scienza e coscienza? Siamo di fronte all’applicazione di una medicina amministrata che snatura l’essenza stessa dell’essere medico e lo riduce a un “trivial machine”.

Possibile che sia solo il garante della Privacy a chiedersi se questa procedura possa considerarsi legittima? (Qs 18 gennaio)

Ornella Mancin
Medico di medicina generale

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