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Lunedì 23 GENNAIO 2023
Medici cubani arrivano in Calabria. Occhiuto: “Bella collaborazione, ma emergenza si supera con assunzioni” 

Il presidente sottolinea come l'accordo con Cuba per l'invio di medici si sia reso necessaria “per tenere aperti - nonostante la carenza di camici bianchi e ad esclusivo vantaggio dei pazienti - tutti i reparti e tutti gli ospedali” ma “non è una scorciatoia per non affrontare di petto i problemi che ci sono”. Chiesto al Governo un riconoscimento extra ai medici che decidono di lavorare in Calabria “perché la nostra Regione viene considerata zona disagiata”. Con Schillaci, dice Occhiuto, “aperto un proficuo confronto”.

Hanno preso servizio negli ospedali di Polistena, Gioia Tauro, Locri e Melito Porto Salvo, i 51 medici cubani arrivati in Calabria lo scorso 28 dicembre su richiesta della Regione per supplire alla carenza di medici sul territorio. In queste settimane hanno seguito un corso intensivo di italiano presso l’Università di Cosenza, e adesso sono pronti ad iniziare la loro attività nelle corsie ospedaliere. “Per farli arrivare in Italia abbiamo superato polemiche e tanti intoppi burocratici”, commenta il presidente della Regione Roberto Occhiuto, che sottolinea come se da una parte i medici cubani porteranno una boccata d’ossigeno ai servizi in affanno, dall’altra non rappresentano la soluzione al problema della carenza di medici.

“A qualcuno ha dato fastidio questa iniziativa, che invece ha l’unico scopo di tenere aperti - nonostante la carenza di camici bianchi e ad esclusivo vantaggio dei pazienti - tutti i reparti e tutti gli ospedali”, dichiara Occhiuto in una nota. “Come ho detto più volte, i medici cubani non toglieranno alcun posto di lavoro a medici italiani o calabresi, e questa vicenda non è una scorciatoia per non affrontare di petto i problemi che ci sono. Per superare l’emergenza in modo strutturale l’unica strada che abbiamo è quella dei concorsi, che continueremo a bandire su tutto il territorio regionale per assumere medici a tempo indeterminato”.

Il governatore ha parlato dell’intenzione di costruire “concorsi più attrattivi, coinvolgendo anche gli specializzandi, per far in modo che anche ospedali periferici possano essere presi in considerazione da medici specializzati alla ricerca di un’occupazione”.

E per farlo, ha spiegato, “chiederemo la compartecipazione del governo nazionale: se ad un carabiniere o ad un magistrato che prestano servizio in Calabria viene riconosciuto qualcosa in più - in termini economici e di carriera - perché la nostra Regione viene considerata zona disagiata, questo criterio deve valere ancor di più per la sanità, settore in macerie e commissariato da oltre 12 anni. Su questi punti ho aperto un proficuo confronto con il ministro Orazio Schillaci”.

I medici cubani, dunque, ha ribadito Occhiuto, “non rappresentano la soluzione, ma il loro contributo sarà, in questo frangente, fondamentale e di vitale importanza per tante comunità regionali.Sono felice di come le cittadine coinvolte in questa prima fase della nostra iniziativa hanno accolto i camici bianchi caraibici: con calore, con affetto, e con senso di riconoscenza. Allo stesso tempo i cubani hanno portato entusiasmo, spirito di servizio, voglia di mettersi a nostra disposizione per aiutare concretamente la sanità calabrese.Una storia di collaborazione, di dialogo tra diverse culture, di mutuo soccorso. Un’opportunità per noi e per loro. Ed oggi inizia ufficialmente questa bella pagina di storia”, ha concluso Occhiuto.

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