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Sabato 04 FEBBRAIO 2023
Il World cancer day e l’importanza degli screening gratuiti

In Italia nel 2000 arrivò la gratuità senza l’odiosa strumentazione dei tickets che un ministro illuminato, autorevole e di grande prestigio scientifico in Italia ed all’estero come Umberto Veronesi aveva voluto a tutti i costi, contro, anche allora, i falchi del rigorismo della spesa pubblica. Non fu facile sia nelle commissioni di merito, Affari sociali e bilancio, che in aula.

La giornata di sensibilizzazione per creare consapevolezza e cultura a proposito di tumori, prevenzione e ricerca. Un evento globale giunto ormai alla 23esima edizione promosso dall’Unione Internazionale Contro il Cancro (UICC) insieme all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Nel 2023 ricorre il secondo anno della campagna triennale 2022-2024 “Close the care gap” - “Colmare il divario di cura” per ridurre le disuguaglianze esistenti nell’accesso a servizi oncologici di qualità in tutto il mondo. Il nostro paese risulta primo per la prevenzione nella Ue, la mortalità per cancro è inferiore, alla media europea proprio grazie alla migliore prevenzione, più alti anche i tassi medi di sopravvivenza, secondo i dati elaborati dalla Commissione UE. Sono passati 23 anni dalla famosa legge finanziaria n°388, (23 dicembre 2000) in cui all’ Articolo 85 comma 4 e 5 si affermava che:

“A decorrere dal 1° gennaio 2001, sono escluse dalla partecipazione al costo e, quindi, erogate senza oneri a carico dell'assistito al momento della fruizione, le seguenti prestazioni specialistiche e di diagnostica strumentale e di laboratorio, finalizzate alla diagnosi precoce dei tumori dell'apparato genitale femminile, del carcinoma e delle precancerosi del colon retto:

mammografia, ogni due anni, a favore delle donne in età compresa tra quarantacinque e sessantanove anni; (modificato dall'articolo 52, comma 31, della legge 448/01- ndr)

esame citologico cervico-vaginale (PAP test), ogni tre anni, a favore delle donne in età compresa tra venticinque e sessantacinque anni;

colonscopia, ogni cinque anni, a favore della popolazione di età superiore a quarantacinque anni e della popolazione a rischio individuata secondo criteri determinati con decreto del Ministro della sanità.
Sono altresì erogati senza oneri a carico dell'assistito gli accertamenti diagnostici e strumentali specifici per le patologie neoplastiche nell'età giovanile in soggetti a rischio di età inferiore a quarantacinque anni, individuati secondo criteri determinati con decreto del Ministro della sanità.

Le risorse disponibili per il Servizio sanitario nazionale sono aumentate di lire 1.900 miliardi per l'anno 2001, di lire 1.875 miliardi per l'anno 2002, di lire 2.375 miliardi per l'anno 2003 e di lire 2.165 miliardi a decorrere dall'anno 2004.

Una vittoria senza precedenti, la gratuità senza l’odiosa strumentazione dei tickets che un ministro illuminato, autorevole e di grande prestigio scientifico in Italia ed all’estero come Umberto Veronesi aveva voluto a tutti i costi, contro, anche allora, i falchi del rigorismo della spesa pubblica. Non fu facile sia nelle commissioni di merito, Affari sociali e bilancio, che in aula.

Ma noi tenemmo duro sia contro i teorici della prevenzione a parole, che gli equilibristi della spesa pubblica a danno del welfare. Certo altri tempi, altre personalità politiche e scientifiche. Ricordo che nell’ultima commissione bilancio prima dell’inizio della discussione in aula, gli attentati a cancellare la gratuità degli screening, degli accertamenti diagnostici e strumentali per le patologie neoplastiche, arrivavano da tutte le parti dell’opposizione, ma alle 4 del mattino feci un numero non rituale nel Parlamento, alla presenza del Sottosegretario al tesoro Giarda. Presi tutte le mie carte e tutti gli emendamenti e dopo 20 minuti di requisitoria con dati alla mano sui costi dei tumori per la popolazione e per l’intero sistema, non solo sanitario ma sociale e produttivo, dichiarai che se il ministero dell’economia non me li avesse dichiarati ammissibili avendo cercato reali coperture finanziarie, certamente sottratte ad altre voci di bilancio, che comunque non erano priorità fondamentali per il benessere della popolazione e per lo sviluppo della società, mi sarei dimessa da sottosegretaria alla sanità con conferenza stampa di merito sull’argomento. Mi alzai abbandonai l’aula della commissione e mi incamminai verso l’uscita.

Giarda, sottosegretario al Tesoro mi rincorse, mi disse di tornare a ragionare, non era facile neanche per lui trovare circa 8 miliardi di lire, che alcuni capitoli di spesa che avevo indicato potevano essere ritoccati, che lavorandoci su potevamo farcela. Ma io irremovibile e stanca me ne andai. Telefonai dalla macchina al Prof. Veronesi, lo misi al corrente e lui per tutta risposta mi disse mi dimetto anch’io, ma prima parlo con il presidente del consiglio Amato. Finì che la gratuità degli screening e della diagnostica rimase, noi vincemmo una battaglia non facile ed io mi guadagnai da Giarda un bellissimo libro con dedica, che ancora gelosamente conservo: “Donne del melodramma fra letteratura, storia e mito” di Cristiano Cremonini. Piano piano ci incamminammo verso una autentica prevenzione oncologia, ci sono voluti tanti anni e tante risorse, ma i risultati oggi si apprezzano e un nuovo approccio per migliorare la diagnosi precoce in tutta l'Unione Europea avanza e si fa strada: gli screening sono estesi a più tumori, coinvolgono molte più persone e le azioni da mettere in campo certo per ridurre la mortalità oncologica, ma anche per ridurre le disuguaglianze.

Questo nuovo approccio basato sui più recenti sviluppi e prove scientifiche disponibili, contribuirà a garantire che il 90% della popolazione europea in possesso dei requisiti necessari possa sottoporsi a screening per il tumore al seno, il tumore al collo dell'utero e il tumore del colon-retto entro il 2025. Si prevede anche l'estensione dei programmi di screening al cancro alla prostata, ai polmoni e, in determinate circostanze, al cancro gastrico, con un approccio graduale. Queste raccomandazioni fanno parte di un nuovo programma di screening oncologici dell'Unione Europea, proposto come iniziativa di punta del Piano europeo per la lotta contro il cancro, tema cruciale per la sanità pubblica. Nell'Unione Europea, infatti, si stima che nel 2020 sia stato diagnosticato un tumore a 2,7 milioni di persone, e che un cittadino su due svilupperà un tumore nel corso della vita, con conseguenze durature sulla qualità della vita di pazienti e familiari.

Le nuove raccomandazioni del Consiglio Europeo sostituiscono ed estendono gli screening oncologici, perciò è disponibile un sostegno finanziario: 38,5 milioni di euro che sono già impegnati per progetti nell'ambito del programma EU4Health, e 60 milioni di euro nell'ambito di Horizon Europe. All'interno del programma di lavoro EU4Health 2023, invece, altri 38,5 milioni di euro sosterranno gli Stati membri nell'attuazione della nuova raccomandazione del Consiglio e nello sviluppo di linee guida dell'Unione Europea. Un ulteriore sostegno può essere fornito anche dai fondi europei regionali, di coesione e sociali. Screening e diagnosi precoce sono fondamentali per evitare diagnosi tardive e, in alcuni casi, per evitare completamente lo sviluppo del cancro. Grazie a queste nuove raccomandazioni, i tipi di tumore coperti rappresentano più della metà di tutti i casi e decessi per patologie oncologiche nell'Unione Europea, ulteriore passo avanti per salvare numerose vite, in ogni parte d’Europa.

I tassi di screening del cancro alla mammella in Italia sono tra i più alti dell’UE. Tuttavia la percentuale è fortemente diseguale se ripartita in base ai livelli di istruzione, di reddito e di zona geografica. Il divario tra le donne con un livello di istruzione più alto e quelle con un livello di istruzione più basso è di 13 punti percentuali e tra quelle a reddito più alto e a reddito più basso è di 20 punti percentuali. Questi divari sono maggiori in Italia rispetto alla media UE.

La Banca dati di Eurostat riferisce che l’adesione allo screening del cancro al seno varia notevolmente anche su base geografica, con le regioni settentrionali che presentano quote più elevate (sia di adesione al programma nazionale sia di screening volontario). Tra il 2017 e il 2020, mentre il Friuli-Venezia Giulia registrava un’adesione allo screening del cancro al seno pari al 90 %, la percentuale è del 54 % in Campania e l’adesione media nel paese si attesta intorno al 75 % (Istituto superiore di sanità, 2022). L’implementazione dello screening su scala nazionale è tuttora in corso.

Mi piace ricordare che qui a Roma, gli IFO, come ogni anno promuovono la giornata e rilanciano con una serie di proposte per tutto il 2023, l’obiettivo di sensibilizzare e mobilitare i cittadini alla tematica del cancro con particolare riguardo per la prevenzione.

Sia attraverso l’adesione agli screening nazionali, che evitando comportamenti a rischio, cercando di creare consapevolezza della malattia superando i pregiudizi e fornendo informazioni utili. Bello lo slogan: “Perché + SAI, + PREVIENI, + CURI.

Grazia Labate
Ricercatrice in economia sanitaria, già sottosegretaria alla sanità

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