quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 14 MARZO 2023
Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. L’Iss aggiorna la mappa dei Centri dedicati: sono 126 lungo tutta la penisola 

Le strutture aggiontate e presentate in occasione della giornata del Fiocchetto Lilla, sono soprattutto nel Nord, 63 in totale (20 in Emilia Romagna e 15 in Lombardia), 23 sono al Centro (8 nel Lazio e 6 in Umbria), 40 sono distribuiti tra il Sud e le Isole (12 in Campania e 7 in Sicilia). Pichini: “Un servizio prezioso che offre, in tempo reale, un database dei Centri che prevedono una presa in carica globale e integrata”

Sono 126 i centri dedicati alla cura dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sparse su tutto il territorio nazionale, di cui 112 pubblici e 14 del privato accreditato. il maggior numero dei centri (63) si trova nelle regioni del Nord (20 in Emilia Romagna e 15 in Lombardia), al centro ve ne sono 23 (di cui 8 nel Lazio e 6 in Umbria), mentre 40 sono distribuiti tra il Sud e le Isole (12 in Campania e 7 in Sicilia).

Questo il quadro aggiornato delle strutture sanitarie dedicate alla cura dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, censite sulla piattaforma online dell’Iss. Una mappatura territoriale, aggiornata 28 febbraio scorso è stata pubblicata in vista della giornata del Fiocchetto Lilla, coordinata dal Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore di sanità e realizzata con il supporto tecnico e finanziario del Ministero della Salute-CCM.

“I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, quali anoressia, bulimia e binge eating (disturbo da alimentazione incontrollata) – afferma Simona Pichini, responsabile facente funzione del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Iss – sono purtroppo sempre più diffusi, colpiscono fasce sempre più giovani della popolazione e, se non diagnosticati e trattati precocemente, tendono a cronicizzare con effetti gravi su tutto l’organismo, a volte anche letali. La nostra piattaforma web, costantemente aggiornata, è un servizio prezioso perché offre, in tempo reale, un database dei centri dedicati alla cura di tali disturbi, che prevedono una presa in carica globale e integrata, consentendo così ai cittadini con disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, alle loro famiglie, a chi sta loro vicino la possibilità di usufruire di interventi appropriati”.

L’identikit delle persone in carico. Rispetto alla fascia d’età presa in carico dai centri (nel questionario erano possibili più risposte al riguardo), l’84% ha dichiarato di prendere in carico persone di età pari o superiore a 18 anni, l’82% la fascia d’età 15-17 anni e il 48% i minori fino a 14 anni. La modalità di accesso è diretta nel 77% dei casi, ossia è il paziente stesso che si reca nella struttura. I centri prevedono l’accesso mediante pagamento del ticket sanitario (68%), in modalità gratuita (33%), in regime di intramoenia (11%).

Sono 1.491 i professionisti che vi lavorano, nella quasi totalità formati e aggiornati: soprattutto psicologi (25%), psichiatri e neuropsichiatri infantili (18%), infermieri (15%), dietisti (12%), educatori professionali (8%), medici specialisti in nutrizione clinica (7%), internisti o pediatri (5%) e altri specialisti (tra tecnici della riabilitazione psichiatrica, assistenti sociali, fisioterapisti e operatori della riabilitazione motoria).

Quasi tutti i servizi censiti rilevano l’esordio della patologia (97%), il tempo trascorso tra l’esordio e la presa in carico del paziente (96%) ed eventuali trattamenti pregressi (98%). E propongono, nell’85% dei casi, assistenza a carattere ambulatoriale specialistica, ma anche terapie ambulatoriali intensive o semiresidenziali (59%), mentre la riabilitazione intensiva residenziale è offerta dal 23% delle strutture.

Lo strumento diagnostico più utilizzato (87%) è il DSM5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali). Una volta fatta la diagnosi, l’offerta integra diverse tipologie di intervento: psicoterapeutico (99%), di monitoraggio della condizione psichico-fisico-nutrizionale (99%), nutrizionale (98%), farmacoterapico (98%), psicoeducativo (97%), di abilitazione o riabilitazione fisica e sociale (66%).

Gli interventi psicoterapeutici comprendono approcci individuali (98%), familiari (77%) e di gruppo (68%), spesso co-presenti. Tra gli interventi nutrizionali vi è il counseling dietologico (92%), la prescrizione di integratori alimentari (90%), la riabilitazione nutrizionale (85%), la nutrizione artificiale (71%), i pasti assistiti (67%), la supplementazione orale (65%).

La valutazione della qualità del servizio viene effettuata dal 44% dei centri che rilevano la soddisfazione degli utenti (nel 97% dei casi), la soddisfazione dei familiari (63%) e la soddisfazione degli operatori (42%).

© RIPRODUZIONE RISERVATA