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Venerdì 31 MARZO 2023
Regionalismo differenziato. “Preoccupanti ricadute su ambiente e sanità”. L’allarme di medici e pazienti

La mancata unitarietà di intervento in questi ambiti potrebbe mettere a rischio la salute dei cittadini, incrementando le disuguaglianze sociali, denunciano in un documento l‘Associazione medici per l’ambiente (Isde-Italia), Medicina Democratica,  Cittadinanzattiva, Slow Medicine, Associazione dei medici di origine straniera in Italia

No al regionalismo differenziato: le ricadute su ambiente e sanità sono preoccupanti. La mancata unitarietà di intervento in questi ambiti potrebbe mettere a rischio la salute dei cittadini, incrementando le disuguaglianze sociali.

È quanto denunciano in un documento l‘Associazione Medici per l’Ambiente (Isde-Italia), Medicina Democratica, Cittadinanzattiva, Slow Medicine, Associazione dei Medici di Origine Straniera in Italia (Amsi), promuovendo una presa di posizione pubblica sulla ipotesi di regionalismo differenziato a cui punta il decreto legge Autonomia, del leghista Roberto Calderoli, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie nel governo Meloni.

Nel documento redatto dalle associazioni vengono messe in luce tutte le criticità che comporterebbero ulteriori forme e condizioni particolare di autonomia delle regioni, riguardanti ben 24 materie che sono state riconosciute di potestà legislativa concorrente con lo Stato, tra le quali spiccano la tutela e sicurezza sul lavoro, l’istruzione, la produzione il trasporto e la distribuzione dell’energia e, ancora, la tutela della salute e il governo del territorio.

In particolare, la mancata omogeneità di intervento sui determinanti ambientali di salute su tutto il territorio nazionale porterebbe all’ esasperazione del divario economico tra regioni. In quelle a minor reddito, comprometterebbe la prevenzione primaria nello sviluppo di patologie ambiente correlate, con l’inevitabile ripercussione di una maggiore incidenza di tali malattie.

“Le associazioni – si legge nel documento – sono fortemente contrarie al regionalismo differenziato sia per le ricadute sanitarie che per quelle ambientali e ritengono che questo sancirebbe la secessione delle regioni ricche determinando, nei fatti, la frantumazione dello stato unitario”.

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