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Giovedì 04 MAGGIO 2023
Nei pronto soccorso già attivi protocolli e procedure contro le aggressioni

Icardi: “Tutte le aziende sanitarie hanno recepito la Raccomandazione ministeriale sulla violenza nei confronti del personale medico e dei pazienti, applicando procedure e protocolli che forniscono indicazioni di carattere generale e specifiche per la gestione di situazioni complesse e per particolari contesti a rischio (Servizi psichiatrici, Centri di salute mentale, Comunità protette, Dea)”.

Rispondendo in Consiglio regionale ad un’interrogazione sulle aggressioni nei pronto soccorso, l’assessore alla Sanità Luigi Icardi ha comunicato che il monitoraggio effettuato a livello piemontese evidenzia che tutte le aziende sanitarie hanno recepito la Raccomandazione ministeriale sulla violenza nei confronti del personale medico e dei pazienti, applicando procedure e protocolli che forniscono indicazioni di carattere generale e specifiche per la gestione di situazioni complesse e per particolari contesti a rischio (Servizi psichiatrici, Centri di salute mentale, Comunità protette, Dea).

Inoltre, sono attivi sistemi di segnalazione degli eventi e sono altresì stati costituiti gruppi multidisciplinari coordinati dal Servizio di Prevenzione e Protezione che valutano gli eventi denunciati dal personale e definiscono le azioni di miglioramento da intraprendere. Le procedure aziendali prevedono anche lo schema di intervento di vigilanza esterna, interna e guardiania e le relative modalità di attivazione. In talune aziende sanitarie sono stati attivati sportelli di ascolto finalizzati alla prevenzione del disagio psicologico e dello stress nei luoghi di lavoro.

L’assessore ha poi evidenziato che ulteriore obiettivo regionale è quello di fornire alle aziende sanitarie indirizzi per la programmazione e implementazione di misure omogenee strutturali e organizzative idonee a consentire la riduzione del rischio di comportamenti aggressivi e di atti di violenza contro gli operatori sanitari, anche attraverso il miglioramento delle misure organizzative, nonché delle conoscenze e competenze degli operatori utili a valutare, prevenire e gestire tali eventi (ad esempio, attraverso un'attività formativa specifica in ambito di competenze relazionali e comunicative nelle situazioni di conflitto nel rapporto operatori/medici/assistiti).

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