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Venerdì 19 MAGGIO 2023
Cardiochirurgia pediatrica di Taormina a rischio chiusura. Regione autorizza “proroga tecnica” di 6 mesi con il Bambin Gesù

L'attività del centro verrebbe interrotta a seguito dell'apertura della nuova Cardiochirurgia pediatrica a Palermo. In attesa che il centro palermitano sia pronto a diventare operativo, la Regione ha però ritenuto necessaria una proroga della convenzione tra l'ospedale di Taormina e quello romano della Santa Sede (che dal 2010 rende possibile l’erogazione delle attività del reparto). Ma il destino del reparto di Taormina resta a rischio.

Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, “facendo seguito alle interlocuzioni avviate da alcuni giorni con il ministero della Salute”, ha deciso di autorizzare l’Asp di Messina a “concedere una ‘proroga tecnica’ di sei mesi, a decorrere dal primo agosto, della convenzione per il Centro cardiologico pediatrico del Mediterraneo, tra l’Istituto ‘Bambin Gesù’ di Roma e l’ospedale ‘San Vincenzo’ di Taormina”. Lo rende noto un comunicato diramato dalla Regione Siciliana che mette così fine, almeno per il momento, alle polemiche in merito alla possibile chiusura del reparto di Taormina che da una parte vede la sua attività strettamente legata alla collaborazione con l’ospedale romano della Santa Sede, dall’altra vede la propria sopravvivenza a rischio a causa della prossima apertura (stavolta in partnership con il Policlinico San Donato di Milano) del nuovo reparto di Cardiochirurgia pediatrica a Palermo, ancora non pronto ma che, una volta operativo, renderebbe una seconda struttura non necessaria né rispondente ai parametri per bacino di utenza previsti nel Dm 70.

Una vicenda complessa, quella del centro di Cardiochirurgia pediatrica di Taormina, istituito nel 2010 proprio grazie alla collaborazione con il Bambino Gesù e sotto la sua diretta gestione. Con gli anni il Centro è diventato un centro di riferimento, anche per i pazienti da fuori Regione. Nel 2016 la responsabilità gestionale e sanitaria del Centro è passata alla Asp di Messina, ma al Bambino Gesù è affidata l'attività di consulenza e formazione continua sull'alta complessità con il distacco dei primari dell'Ospedale. Ad ogni scadenza di proroga, si discuteva del suo futuro. Che oggi appare più a rischio che mai, se non addirittura segnato.

“Abbiamo lavorato in silenzio – dice ancora il presidente Schifani nella nota - così come è d’obbligo quando si trattano argomenti sensibili come la salute dei minori. Seguirò personalmente, con la stessa attenzione, gli sviluppi ulteriori della vicenda, tenendo conto della sua complessità amministrativa e dell’esigenza di garantire ai siciliani livelli di assistenza sanitaria sempre più all’avanguardia”, conclude Schifani.

La possibile soluzione (almeno momentanea) del caso era stata già ieri accolta con soddisfazione da Giuseppe Laccoto, presidente della VI commissione Salute all'Ars e deputato della Lega. “È davvero una bella notizia, attesa da tante famiglie”, scriveva ieri sui social ringraziando il presidente della Regione Renato Schifani “per la sensibilità umana ed istituzionale dimostrata nella richiesta di proroga della convenzione che attualmente lega fino al 31 luglio l’#OspedalePediatricoBambinoGesù di Roma al #CCPM di Taormina”.

“Avevo chiesto in commissione Salute all’Ars e in altre dichiarazioni pubbliche al Governo Regionale, l’ultima due giorni fa, di valutare le condizioni per la proroga che consente di mantenere a Taormina una struttura che è stata strategica sia per la Sicilia che per una parte della Calabria – prosegue Laccoto -. Accolgo con favore anche la volontà espressa dal Presidente Schifani, come avevo già chiesto in Commissione, di avanzare richiesta di deroga al governo nazionale al DM 70/2015 che prevede l’istituzione di una cardiochirurgia pediatrica ogni cinque milioni di abitanti. In questo modo, la Sicilia potrebbe avere due strutture analoghe, una a servizio della zona Orientale e una dell’area Occidentale. Lavoriamo insieme per una #sanità regionale moderna ed efficiente, per dare riscontro alle aspettative di un servizio sanitario di qualità che eviti lunghi viaggi della speranza”.

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