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Venerdì 19 MAGGIO 2023
Medicina estetica. La maggioranza presentata mozione su esenzione Iva

"Il concetto di 'salute' non consiste soltanto in un’assenza di malattia o di infermità". Inoltre, "applicare l'imposta, oggi, richiedendone addirittura il versamento per il passato, rappresenta una criticità per gli operatori di settore e per gli stessi pazienti, oltre che una condotta contraddittoria da parte dell'Amministrazione finanziaria". Queste le motivazioni principali della mozione a prima firma Patriarca (FI).

"Le prestazioni di medicina e chirurgia estetica devono rientrare nel novero delle prestazioni sanitarie non sottoposte a trattamento Iva. Il concetto di 'salute', infatti, è comprensivo di ogni 'stato di completo benessere fisico, psichico e sociale' che 'non consiste soltanto in un’assenza di malattia o di infermità'. Applicare l'imposta, oggi, richiedendone addirittura il versamento per il passato, rappresenta una criticità per gli operatori di settore e per gli stessi pazienti, oltre che una condotta contraddittoria da parte dell'Amministrazione finanziaria".

Con queste parole, questa mattina, presso la sala stampa della Camera dei deputati, a Roma, è stata presentata la mozione al Governo promossa dai deputati Annarita Patriarca (prima firmataria); Giuseppe Mangialavori; Martina Semenzato; Simona Loizzo; Stefano Benigni; Giuseppe Bicchielli; Ugo Cappellacci; Gianpiero Zinzi; Alessandro Battilocchio e Luciano Ciocchetti.

"La prima parte si propone di disciplinare normativamente 'il passato', al fine di evitare conseguenze pregiudizievoli per i chirurghi estetici, i quali, peraltro – occorre ribadirlo – si sono uniformati alle indicazioni fornite a suo tempo dall’Amministrazione finanziaria con un'apposita circolare, che prevedeva l'esenzione Iva per questo genere di trattamenti - spiegano i promotori della mozione -. La seconda parte, invece, è finalizzata a individuare per il futuro una normativa fiscale univoca e di facile applicazione che superi le recenti oscillazioni giurisprudenziali sul tema» attinenti a requisiti «che non riteniamo accettabili".

E questo perché, secondo i firmatari del provvedimento, "le prestazioni di medicina e chirurgia estetica, complessivamente considerate, devono sottostare al medesimo trattamento Iva riconosciuto, in genere, per le prestazioni sanitarie, visto che il concetto di salute, indicato dall'Organizzazione mondiale della sanità, indica il più generale stato di completo benessere fisico, mentale e sociale".

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