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Martedì 23 MAGGIO 2023
Medicina generale. Snami: “Sia attivato un tavolo di riforma generale per la formazione”

È quanto chiedono al ministro Schillaci il Presidente del sindacato Testa ed il responsabile formazione, Di Renzo: “Il corso di formazione deve essere universitario, con un core curriculum adeguato ed un SSD dedicato. Solo così potremo  iniziare ad assistere ad un rinascimento di tutta la gestione della cronicità e non avere più cittadini senza medici di famiglia.”

“Venga affrontato con serietà e caparbietà il problema della formazione in medicina generale. E venga resa davvero attrattiva nei confronti dei medici che escono dai corsi di laurea che troppo spesso snobbano la medicina del territorio”.

Questa la richiesta al ministro della Salute lanciata dal Presidente dello Snami Angelo Testa e dalresponsabile formazione, Federico Di Renzo.

“La medicina generale – ha spiegato Di Renzo – sta attraversando un periodo di crisi che sembra non avere fine. Se per le specializzazioni mediche una parte delle criticità sono state risolte grazie al finanziamento di fondi aggiuntivi per i contratti specialistici, sul versante della medicina generale l’incremento delle borse previsto dal PNRR non è servito a molto in quanto i contratti, circa 2.700 sono andati in buona parte deserti e molti ne perderemo a seguito del concorso SSM previsto per il 14 luglio.

La medicina del territorio è da un lato stretta dai diktat del Pnrr dall’altro dal nuovo atto di indirizzo che vuole trasformare il convenzionato in una sorta di libero professionista dipendente ad ore.

Questo incertezza sta allontanando i giovani dall’intero comparto del territorio, ivi comprese le guardie mediche, dall’emergenza sanitaria e dalla penitenziaria. Aggiungiamo a questo quadro un percorso formativo di scarso valore professionalizzante e dal profilo giuridico ed economico mortificanti ed eccoci spiegato il motivo del mancato appeal del corso di formazione in medicina generale. Il Cfsmg – prosegue – è oramai, in molte realtà, abbandonato alle volontà ed alle velleità dei responsabili di corso che hanno sovente difficoltà a districarsi in quello che è oramai un colabrodo normativo che ha stravolto in grandissima parte quella che è la legge portante della formazione del medico di medicina generale, la 368 del 1999. Sono oramai 24 anni di lacune legislative che si innestano in un contesto di fervente cambiamento in cui il tessuto professionale, la professione e la pandemia da COVID-19 hanno sostanzialmente stravolto quasi interamente”.

Non possiamo pretendere un cambio di paradigma della presa in carico del paziente cronico se non partiamo dalla fucina che immette i medici nel sistema territoriale, ha aggiunto Testa. “Dobbiamo migliorare la qualità del nostro lavoro e riorganizzare il lavoro del mmg – prosegue Testa – va infatti nella giusta direzione in ddl della Senatrice Cantù che dal nostro punto di vista deve essere assolutamente portato avanti. La medicina generale deve diventare una branca specialistica di pari dignità alle altre. Il medico in formazione deve avere tutte le tutele, in termini di malattia e maternità che hanno i colleghi in specializzazione e non deve avere tutte le incompatibilità che adesso evidenziano ancora di più la spaccatura tra gli specialisti ed i diplomati in medicina generale. Il corso di formazione deve essere universitario, con un core curriculum adeguato ed un SSD dedicato che dia il giusto titolo specialistico. Solo così potremo invertire la tendenza ed iniziare ad assistere ad un rinascimento di tutta la gestione della cronicità e non avere più cittadini senza medici di famiglia.”

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