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Mercoledì 24 MAGGIO 2023
La riluttanza di alcuni Universitari verso una riforma della formazione medica



Gentile Direttore,
la mozione pubblicata oggi dal suo giornale firmata dai Professori Della Rocca e Lenzi , rispettivamente Presidenti della Conferenza delle Facoltà e delle Scuole di Medicina e dei Collegi di Area Medica, relativamente alla loro “preoccupazione sulla qualità formativa” degli specializzandi assunti mediante il cosiddetto “DL Calabria” è la prova tangibile di come una parte del mondo accademico italiano è riluttante a qualunque riforma e aggiornamento della formazione medica.

In tale mozione, i due sopracitati accademici hanno l’ardore e l’ardire di richiedere ai Ministri della Sanità e dell’Università di eliminare “in sede di conversione in legge del DL 30 marzo 2023, n. 34 il comma 1 dell’articolo 14” , Decreto meglio noto come “Decreto Bollette” già votato alla Camera dei Deputati ed ora in votazione finale al Senato. Tale articolo prevede di rendere strutturale la possibilità di assumere a tempo determinato i medici specializzandi dal terzo anno, con automatica conversione a tempo indeterminato al conseguimento del titolo, e permette l’assunzione d’ufficio dopo 90 giorni dalla richiesta dell’azienda sanitaria che intende assumere lo specializzando vincitore di regolare concorso pubblico per titoli ed esami.

Tralasciando le modalità dell'iniziativa, a nostro avviso irrituale e inopportuna a livello istituzionale, nel chiedere di eliminare un articolo già votato dal Parlamento Italiano, tale richiesta è il segno tangibile di una palese volontà di mantenere lo status quo universitario e una incapacità di comprendere che la formazione medica specialistica, ferma ad un decreto del 1999, è obsoleta ed anacronistica.

Essi asseriscono “l’ineludibilità del fatto che, ai fini di un’adeguata formazione, la frequenza degli assistenti in formazione presso i presidi ospedalieri e le strutture territoriali del SSN debba prevedere un’adeguata rotazione tra le strutture delle reti formative delle Scuole di Specializzazione”. Tutto ciò si scontra con la realtà attuale dei fatti: una parte consistente di scuole di specializzazione italiane non prevede attualmente una neppur minima rotazione nelle strutture di rete formativa, esistono pertanto solo sulla carta, con specializzandi che reggono materialmente i reparti universitari svolgendo mansioni ripetitive e poco formative (nonostante il D.Lgs 368 del 199 preveda che lo specializzando non debba sostituire il personale di ruolo), impossibilitati a prendere ferie “se non c’è un altro specializzando che lo rimpiazza in reparto” e con diritti negati in merito a malattie, monte orario, trasferimenti, ricongiungimento familiare.

Tali nostre asserzioni sono facilmente dimostrabili dai risultati dell’annuale questionario anonimo che gli specializzandi compilano, i cui risultati gli universitari membri dell'osservatorio nazionale della formazione si guardano bene dal rendere noti se non i dati nazionali aggregati, e siamo certi che davanti alla nostra recente richiesta di trasparenza e verità attraverso la pubblicazione dei dati suddivisi per singola scuola di specializzazione faranno orecchie da mercante.

LInutile scomodare le note vicende delle Scuole di Ortopedia di Salerno e di Neurologia di Perugia, emblema di troppe realtà a cui non ci risulta alcuna mozione pervenuta dai due sopracitati accademici firmatari della mozione odierna.

La verità, candida e sotto gli occhi di tutti gli addetti ai lavori, è solo e soltanto una: l’assunzione degli specializzandi ( sempre in ospedali facente parte della rete formativa di una scuola di specializzazione, si intende) significa perdere manodopera a basso costo e forza lavoro nei reparti a guida universitaria e “costringere" i professori a organizzare le lezioni teoriche ad hoc a distanza tramite piattaforma online (lezioni che il più delle volte, nonostante le esose tasse universitarie, sono effettuate in forma collettiva tra più anni di specializzazione e addirittura insieme agli specializzandi non medici, i quali non hanno nemmeno la dignità di ricevere una indennità mensile). Comprendiamo la loro difficoltà organizzativa: in alcune scuole di specializzazione in cui sono iscritti anche 300 specializzandi (con un introito di tasse universitarie annuali di circa mezzo milione di euro) vi sono meno di 3 professori di ruolo con una qualità formativa forse non eccelsa.

Per fare un ulteriore esempio dell’incapacità del mondo universitario di auto-riformarsi e della loro irrefrenabile tendenza all’autoconservazione della status quo, basti pensare alla recente proposta del Prof. Della Rocca, Ordinario di Anatomia Patologica alla Sapienza di Roma, per contrastare la carenza di Anatomo-Patologi a seguito dell’assegnazione di solo il 40% di tutti i contratti a bando: non una riforma dell’inquadramento dello specializzando bensì l’allungamento da 4 a 5 anni della durata del percorso specialistico, una follia!!

Secondo i professori Della Rocca e Lenzi, lo specializzando che mensilmente percepisce 1650 euro (che diventano 1300 al netto di tasse universitarie, ENPAM, assicurazione e ordine dei medici) dovrebbe continuare ad essere contento di non avere un inquadramento di formazione – lavoro come i loro colleghi europei: il cosiddetto DL Calabria non è altro che questo, in attesa di una legge strutturale a cui siamo certi ci saranno delle barricate, sebbene una parte non inconsistente del mondo accademico italiano (che ci aveva anticipato il contenuto di tale mozione) è cosciente che una riforma globale non è più procrastinabile.

Infine, basti pensare che i sopracitati accademici nella loro mozione non hanno nemmeno avuto l’accortezza e la delicatezza di rivolgersi agli specializzandi con la dicitura “MEDICI in formazione” ma “ASSISTENTI in formazione”, un neologismo che non trova riscontro in nessuna norma e lascia ben trasparire la considerazione che hanno verso i giovani medici che voglio “semplicemente” una paga dignitosa , il rispetto i diritti sacrosanti e basilari di ogni professionista laureato che svolge un atto medico e soprattutto una formazione di qualità. Attualmente sono 2500 gli specializzandi assunti davanti ad una platea potenziale di 25.000 , desiderosi di essere assunti e dare il loro contributo nell’erogazione delle cure ai malati, vero motivo per il quale sono diventati medici.

Pertanto, non possiamo che sostenere con forza il Governo in carica ed i Ministri Schillaci e Bernini nell'ottimo lavoro da loro svolto fino ad oggi per i medici specializzandi e la già approvazione alla Camera dei Deputati, nelle commissioni riunite VI° e XII° prima ed in Aula poi, ne è una prova oggettiva e tangibile e ci auguriamo che essi non prendano in considerazione il contenuto di tale mozione ma che prendano la decisione politica di insediare una commissione mista composta da Universitari - Sindacati – Specializzandi per iniziare, finalmente, una stagione riformatrice inerente la formazione medica specialistica che possa rimpiazzare l'articolo tanto osteggiato dai Prof. Della Rocca e Lenzi.

Di contro, se ci sarà l’eliminazione in sede di conversione di tale articolo, siamo pronti a incrociare le braccia e scendere in piazza, dimostrando che anche solo un giorno di “astinenza dalla formazione” non va ad inficiare la “qualità formativa” bensì l’ordinario svolgimento di lavoro di migliaia di reparti universitari.

La Presidenza e il Direttivo Nazionale Associazione ALS

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