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Sabato 27 MAGGIO 2023
Medicina. Bernini: “Occorrono 30 mila nuovi medici nei prossimi 7 anni. Per il 2023/2024 ci saranno dai 3.553 ai 4.264 posti in più”

La Ministra dell’Università su La Stampa: “Il Ministero si sta adoperando per reperire i fondi chiesti dalle Università per rendere sostenibile l'aumento, a questo scopo metteremo a disposizione 23 milioni di euro”. E allo stesso tempo ci sarà anche attenzione alle specializzazioni: “. Con il ministro Schillaci vogliamo ottimizzare e rendere meno burocratici gli accessi, creando dei meccanismi di incentivo”.

“Aprendo in maniera programmata e sostenibile l'accesso al corso di laurea di medicina. Il gruppo di lavoro che abbiamo istituito al Ministero ha operato benissimo insieme alle Regioni, al Ministero della Salute e alle Università, e ha stimato i fabbisogni futuri. Occorrono 30 mila nuovi medici da inserire nei corsi di laurea nei prossimi 7 anni. Per l'anno accademico 2023/2024, ci sarà un incremento importante, tra il 25 e 30 per cento: da 3.553 a 4.264 posti in più. Il numero definitivo verrà stabilito insieme alle Università tenendo conto delle loro capacità di assorbimento”. È quanto ha affermato la Ministra dell’Università Anna Maria Bernini in un’intervista a La Stampa in cui sottolinea come “il Ministero si sta adoperando per reperire i fondi chiesti dalle Università per rendere sostenibile l'aumento, a questo scopo metteremo a disposizione 23 milioni di euro”.

Nessuna novità in vista per i test di accesso. Per ora si proseguirà con i Tolc: “Ad oggi – spiega Bernini - la gestione dei test è affidata a una disciplina che durerà fino alla fine dell'anno accademico 2024/2025. Sarà importante in futuro ragionare di questo con le università per trovare soluzione condivise”.

Ma la Ministra parla anche di prossimi interventi sulle specializzazioni: “Aprire in maniera sostenibile significa pensare anche alle specializzazioni. Con il ministro Schillaci vogliamo ottimizzare e rendere meno burocratici gli accessi, creando dei meccanismi di incentivo affinché non vi siano squilibri come sulla medicina d'urgenza. La scelta infatti non deve essere di necessità ma di vocazione. Dobbiamo tutelare la libertà di scelta degli specializzandi. Questo comporta dei costi, il Governo è determinato a sostenerli”.

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