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Giovedì 18 OTTOBRE 2012
Congresso Sumai. Lala: “Basta con i tagli ai Lea e ai posti letto. Combattere sprechi e inefficienze”
“Non possiamo più accettare di mettere a repentaglio la salute dei nostri pazienti per incondivisibili questioni di cassa”. Questo il messaggio lanciato da Roberto Lala, segretario generale del Sumai, da Treviso dove è in corso il 45° Congresso nazionale del sindacato di medicina ambulatoriale.
Si è aperto oggi a Treviso, con la relazione del segretario generale Roberto Lala, il 45° Congresso nazionale del Sumai-Assoprof (Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana).
Tema del consesso: “La crisi e la sanità. Quale sarà il futuro del servizio pubblico?”.
Nella sua relazione Roberto Lala ha toccato i più attuali problemi legati alla realtà sanitaria del nostro Paese e della professione rimarcando come “la situazione in cui si trova la sanità italiana ha oggi qualcosa di paradossale: se da una parte la crisi spinge il governo a ridurre la spesa sanitaria, dall’altra, proprio in una fase di crisi economica come quella attuale quando il cittadino non ha le possibilità economica di tutelare la propria salute, emerge con forza il valore di una sanità pubblica capace di intervenire per sostenere tutti nella difesa del bene prezioso della salute”.
Il segretario del Sumai-Assoprof ha poi affrontato il tema caldo del regionalismo in sanità. “Qualcuno deve spiegarmi – ha affermato – perché l’organizzazione di aree simili e addirittura confinanti, come la Lombardia e il Veneto o la Toscana e l’Emilia Romagna, debba essere così diversa. Con differenze che vanificano allo stesso tempo l’uguale diritto costituzionale dei cittadini e il diritto fondamentale dei professionisti di lavorare in piena sicurezza. Perché un conto è lavorare in una Regione che applica modelli organizzativi che ti consentono di mantenere alti livelli di professionalità, altra storia è lavorare in situazioni diametralmente opposte, che da una parte ingenerano l’ormai noto fenomeno della migrazione sanitaria, con tutti i disagi e i costi connessi, e dall’altra producono un costante aumento delle azioni risarcitorie”.
“Ma l’aspetto ancor più grave – ha proseguito Lala – è che da anni tocchiamo con mano il taglio dei posti letto e delle risorse umane negli ospedali, senza peraltro che a questo corrisponda un reale spostamento di risorse economiche sul territorio. Che dire? Siamo un paese di artisti anche in politica. Il ben noto gioco delle tre carte, carta vince carta perde, fa sì che i finanziamenti che stavano sotto la carta ospedale non finiscono mai sotto la carta territorio bensì sotto la solita terza carta, sono certo per scopi che a me sfuggono ma sicuramente altamente sociali”.
Il segretario del Sumai-Assoprof ha poi parlato del decreto Balduzzi, soprattutto per la parte che attiene la riforma delle cure primarie rimarcando come proprio per rispondere ad alcune problematiche urgenti della sanità territoriale “abbiamo lavorato, intorno ad un tavolo tecnico che ha riunito rappresentanti del ministero della Salute, delle Regioni e dei sindacati medici. Un lavoro avviato dall’allora ministro Ferruccio Fazio e proseguito con attenzione dall’attuale ministro Renato Balduzzi. Voglio essere chiaro: il tavolo non aveva come tema la “rivoluzione” delle cure primarie, come pure si è letto su qualche giornale, né pensava di poter creare una panacea per tutti i mali della nostra sanità territoriale. L’obiettivo era, piuttosto, un’ennesima modifica del decreto 502, un gradino che potrebbe aiutarci a realizzare quella quadratura del cerchio tra ospedale e territorio che chiediamo da tempo. Un intervento necessario, non più rinviabile, per garantire la tenuta dell’intero sistema”. E per fare ciò Lala propone “in un momento in cui è congelata la parte economica dei contratti, riteniamo indispensabile non perdere tempo riaprendo le trattative e lavorando al rinnovo degli Acn per concretizzare quel cambiamento della medicina territoriale”.
Al termine della sua relazione il segretario del Sumai-Assoprof ha invitato i medici, i cittadini, le associazioni dei malati a prendere parte alla manifestazione nazionale del 27 ottobre a Roma rimarcando con forza come “la sanità pubblica è parte integrante della nostra storia, della nostra vita, della nostra cultura. Ci batteremo contro gli sprechi e le spese ingiustificate chiunque ne sia la causa, ma non possiamo più accettare di mettere a repentaglio la salute dei nostri pazienti per incondivisibili questioni di cassa. La salute merita rispetto, anche dai più cinici governanti. Che i ragionieri siano ragionieri, noi scenderemo in piazza perché vogliamo essere ‘prima di tutto medici’ e prenderci cura dei bisogni di salute della gente nel pieno rispetto del nostro Codice deontologico”.
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