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Gentile Direttore, Gli unici che non hanno percepito nessun tipo di riconoscimento economico sono i dirigenti delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della professione di ostetrica. Allo stesso modo, mentre è stato derogato al vincolo di esclusività per il personale sanitario del comparto, ancora indeterminata resta la sua applicabilità ai dirigenti delle rispettive professioni sanitarie, applicabilità demandata all’interpretazione della norma più o meno estensiva operata dalle risorse umane aziendali. I dirigenti delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della professione di ostetrica in Italia sono circa 500, uno ogni 1000 dipendenti del comparto. Lavorano insieme ai direttori medici di presidio, dipendono dalle direzioni sanitarie aziendali o direttamente dai direttori generali, siedono in collegio di direzione insieme ai direttori dei dipartimenti e sono direttori di esecuzione del contratto di appalti che in alcuni casi superano il milione di euro. Da un punto di vista retributivo non hanno però la dignità economica riconosciuta a un dirigente chimico, fisico, biologo, farmacista, psicologo, medico neoassunto. Non è nemmeno un problema economico perché i posti di dirigente delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della professione di ostetrica si creano con la conversione di un posto di un dirigente sanitario che l’indennità di esclusività già percepiva. Era un costo già sostenuto, non una spesa aggiuntiva e non sono risorse sottratte agli altri dirigenti. Infatti l’indennità di esclusività non è finanziata dai fondi contrattuali ma dal costo del personale e grava direttamente sul bilancio. Per questo non è comprensibile la resistenza delle altre OOSS, ad eccezione, ovviamente di ANDPROSAN (affiliata COSMED) e CGIL-FP medici e dirigenti e di CISL- FP medici e dirigenti e UIL. Saverio Proia sottolinea nel suo contributo il silenzio delle altre organizzazioni sindacali a cui chiediamo di esprimersi a favore della nostra richiesta. La contrarietà da parte loro sarebbe un caso unico di un sindacato che è contrario al principio fondamentale e costituzionale per cui a parità di lavoro debba esistere parità di retribuzione. Chi è contro l’indennità di esclusività lo dica pubblicamente sulle pagine di questo giornale che ha dato disponibilità al dibattito e non nei corridoi dell’Aran di via del Corso e spieghi le ragioni per giustificare un ostruzionismo che a noi appare solo razzismo professionale. Rispetto al possesso della specializzazione rammentiamo che chi arriva al concorso da dirigente lo fa di solito dopo aver passato anni di incarico organizzativo nel comparto e dopo aver accumulato mediamente almeno due master di primo o secondo livello e talora una ulteriore laurea magistrale. Non ci spaventa studiare né superare un altro concorso. Nel momento in cui si parla del riordino della formazione e dell’orientamento clinico della laurea magistrale per le professioni sanitarie perché non immaginare anche una specializzazione in organizzazione dei processi assistenziali per i dirigenti delle professioni sanitarie? Sarebbe la normale evoluzione del sistema formativo che non aggiungerebbe anni di studio a quelli che già svolgono i candidati ai concorsi per dirigente dopo quelli della magistrale. Nell’ultima finanziaria il ministro Schillaci ha ottenuto l’erogazione dell’indennità di esclusività per i dirigenti sanitari in servizio presso il ministero della salute, che afferivano ad un altro comparto di contrattazione e che subivano l’ingiusta differenza retributiva, la stessa che noi subiamo da 23 anni. Chiediamo la stessa attenzione, lo stesso senso di equità retributiva e professionale, per rimuovere l’ausiliarietà cancellata da oltre trent’anni dalla legge e dal contratto ma che si vuole mantenere nei fatti. Dario Laquintana –Milano. Bruno Cavaliere – Genova Adriana Alborghetti – Bergamo Franco Piu – La Spezia Giuseppe Negrini – Milano Barbara Porcelli - Roma Luisa Fenu – Sassari Lorenzo Baragatti – Siena Marcello Bozzi – Ancona Lucia Mitello - Roma AGNESE BARSACCHI - RIETI CARMEN CAPPITELLA - ROMA LAURA TIBALDI - ROMA MARINA MACARI- ROMA STEFANIA NICHINONNI - ROMA ALESSIA DE ANGELIS - ROMA MYRIAM TATANGELO- FROSINONE RITA MARIANELLI FERRI ROBERTO- ROMA RAFFAELE LAMANNA - FIRENZE SIMONE GEPPONI - SIENA ANTONELLA LETO-ROMA MARIA GRAZIE LOIRA - ROMA VITTORIO FALCHETTI BALLERANI - ROMA PIERO FIORDELLI - PERUGIA GIAMPIETRO MORSTABILINI - CREMONA STEFANO CARLINI - VARESE PAOLO VIRDIS - SASSARI FRANCESCO DE SANTIS - TIVOLI CARLO TURCI - CIVITAVECCHIA MARIA TERESA GRAVINA - TOSCANA CENTRO MARIA GRAZIA MONTALBANO - ROMA CINZIA SANDRONI - ROMA FABRIZIO CINQUE - ROMA DANIELA TARTAGLINI - ROMA LORENA MARTINI - ROMA ROBERTA BIAGGI - LATINA MARIA URBANO - ANDRIA (BT) GABRIELLA CARNIO - PERUGIA LUIGIA CARBONI - TIVOLI PAOLA SABATINI - FROSINONE PIGNATELLI ADRIANA - ROMA ELISABETTA ZUCHI - ROMA VALENTINO COPPOLA - LATINA SILVIANO DI MAURO - LATINA GIUSEPPE CASOLARO- ROMA CLAUDIO FEDERICI - ROMA EMANUELLA COLELLA - ROMA FABRIZIO PETRONE - ROMA MARCO MATTIOLI - ROMA LUISA BURACCHINI - ROMA ANNA ZOPPEGNO - ROMA ANNA RITA PAZZAGLINI ROMA ANDREA FIDANZA - ROMA GIROLOMA DE GENNARO - PUGLIA MAURO CARMINE MARTUCCI - PUGLIA Giovanni Piras – Sassari Enrico ballerini – Milano Giovanna Mulloni – Udine Addolorata Simmini – Lecce Graziella Costamagna - Torino Simone Baratto – Milano Emanuela Belviso – Ferrara Pio Lattarulo – Taranto Raffaella Tortelli – Bergamo Marzia Pedrazzi- Brescia Maria Silvia Pazzaglia – Milano Lucia Rizzato – Padova Plati Laura – Aosta Luciano Clarizia – Udine Alberto Silla – Cremona Alberto Coppe – Treviso Miriam Mariani – Cremona Maria Francesca Ibba – Sanluri Miria Del Forno – Udine Maria Stella Montanaro – Bari Anna Francesca De Falco – Torino Katia Rusconi – Lecco Nicolai Simona – Milano Cinzia De Leo – Genova Vittoria Frontonuto – Busto Arsizio Angelo Sardelli – Bari Irene Fiorentino – Bari Barbara Suardi – Vercelli Gianrocco Rossi – Taranto Maria Carmela Bruni – Taranto Adelina Usai – Brindisi Simonetta Di Meo – Brescia Giovanni Argese – Taranto Francesco Germini - Bari Mirella Gubellini – Bari Cosimo della Pietà – Bari Pasqualina Caramuscio – Bari Maria Caputo – Bari Michele Fabiano – Taranto Domenico Spinazzola – Barletta Nadia Lolli – Roma Irma Ajola – Roma Marisa Bertolini – Roma Pierangelo Spada – Milano Antonio Esposito – Roma Gaetano Sorrentino – Teramo Roberta Baroni – Piacenza Fabio Contini – Piacenza CRISTINA VEDOVELLI - Piacenza Vianella Agostinelli – Arezzo Vincenzo De Martino – Milano Manuela Soncin – Como Alessandro Sili - Roma Antonella Dovani – Grosseto Gisella Guerrini – Treviglio Annamaria Bona – Crema Gennaro Scialo – Frosinone Stefania Rasori – Pesaro Enrica Capitoni – Bergamo Marcello Senestraro – Omegna Roberto Iacometti – Pietrasanta Ilenia Servetti – Cagliari Cristiana Pavesi – Piacenza Mario Coppeto – Napoli Marta Canesi – Monza Monica Casati – Bergamo Antonello Carta – Mirano Anna Maria Raimondi – Vimercate Simonetta Cesa – Bergamo Laura Zoppini – Milano Giancarla Patrini –Milano Milena Mauri – Milano Renato Rocchi – Fermo Giacomo Redi – Arezzo Cristiana Masuero – Vercelli Isabella Cevasco – Genova Daniela Cardelli – Arezzo Erica Girotto – Rovigo Giovanna Michela Pace – Teramo Daniele Riva – Trieste Greco Roberto – Bari Annunziata Barletta – Lecce
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Venerdì 09 GIUGNO 2023
Chi è contro l’esclusività per i dirigenti delle professioni sanitarie?
Saverio Proia nell’articolo pubblicato venerdì scorso ha ricordato che ad oggi esiste ancora un problema di equità retributiva tra i dirigenti sanitari.I dirigenti delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della professione di ostetrica sono gli unici tra i dirigenti sanitari a non percepire l’indennità di esclusività che incide in modo significativo sulla retribuzione. L’aumento dell’indennità di esclusività è stato anche utilizzato dal Governo per riconoscere l’impegno dei dirigenti sanitari durante il periodo covid, che invece agli infermieri è stato riconosciuto tramite l’istituzione dell’indennità di specificità infermieristica ed alle altre professioni sanitarie del comparto con l’indennità tutela del malato e promozione della salute.
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