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Mercoledì 28 GIUGNO 2023
Le Asl al centro della Giornata per la salute e il benessere urbano

La Giornata nazionale si celebrerà il 17 settembre prossimo. Negli ultimi anni si è diffusa una crescente attenzione alla relazione tra salute pubblica e pianificazione urbana che gioca un ruolo decisivo anche nella promozione di stili di vita e ambienti favorevoli alla salute. Una buona pianificazione dell’assetto urbano, la creazione di spazi verdi, di piste pedonali e ciclabili e di percorsi sicuri casa-scuola sono tra le principali misure efficaci.

Le 139 ASL italiane avranno un ruolo centrale nella Giornata nazionale del 17 settembre prossimo per richiamare l’attenzione sulla salute e il benessere nelle città e SportCityDay, presentata a Roma qualche giorno fa, nel rispetto di quanto indicato a pagina 32 del Documento di indirizzo per la pianificazione urbana in un’ottica di Salute Pubblica, approvato dalla Conferenza Stato Regioni il 22 settembre 2021.

Il ruolo del Servizio Sanitario nel campo delle politiche urbanistiche, infatti, è diventato, nel tempo, sempre più rilevante e diversificato, prevedendo non solo la ricerca e il monitoraggio degli effetti, ma anche un'importante e indispensabile azione di stewardship e advocacy che si deve esplicare in tutte le attività svolte dai Dipartimenti di Prevenzione: dalle valutazioni preventive, alle analisi d'impatto sulla salute delle trasformazioni territoriali e delle nuove attività, fino alle più tradizionali attivita di vigilanza e controllo sul territorio.

Non dimentichiamo che il Sistema nazionale prevenzione salute dai rischi ambientali e climatici, individuato sempre nei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, concorre al perseguimento degli obiettivi di prevenzione primaria correlati in particolare alla promozione della salute, alla prevenzione e al controllo dei rischi sanitari associati direttamente e indirettamente a determinanti ambientali e climatici, anche derivanti da cambiamenti socio-economici, valorizzando le esigenze di tutela delle comunità e delle persone vulnerabili o in situazioni di vulnerabilità, in coerenza con i principi di equità e prossimità.

A confermarlo è Tiziana Frittelli, presidente Federsanità e direttore generale AO San Giovanni e Addolorata di Roma, che ha precisato: ”Dobbiamo attuare un'azione forte di stimolo ed educazione per promuovere il concetto di salute come responsabilità diffusa, coinvolgendo ad esempio le comunità attraverso le scuole e facendo un grande gioco di squadra. Obiettivo principale che stiamo perseguendo tutti insieme in maniera corale, ha dichiarato, è la creazione di una rete proattiva che possa incidere sulla qualità della vita dei cittadini, partendo proprio da un approccio sano nella vita quotidiana”.

Negli ultimi anni si è diffusa una crescente attenzione alla relazione tra salute pubblica e pianificazione urbana che gioca un ruolo decisivo anche nella promozione di stili di vita e ambienti favorevoli alla salute. Una buona pianificazione dell’assetto urbano, il miglioramento della circolazione stradale, la riqualificazione di zone degradate dove maggiori possono essere situazioni di disagio, la creazione di spazi verdi, di piste pedonali e ciclabili e di percorsi sicuri casa-scuola sono tra le principali misure efficaci per ridurre l’inquinamento dell’aria, promuovere l’attività fisica delle persone, favorire la socializzazione e contribuire a ridurre il rischio di malattie croniche non trasmissibili.

“Gli obiettivi ampiamente esposti nel PNRR che riguardano anche la riqualificazione e rigenerazione urbana, non sono realizzabili senza includere nelle strategie messe in atto, attraverso i nostri Dipartimenti di Prevenzione, la salute e il benessere - ha aggiunto Gennaro Sosto, presidente di Federsanità Campania e direttore generale ASL Salerno -. La città deve diventare quindi un bene comune in cui tutti hanno ruolo centrale ed è compito delle istituzioni garantire benessere psico-fisico e sociale, plasmando un modello di cura e di benessere urbano all’altezza della sfida che stiamo vivendo. Ecco perché, noi di Federsanità ANCI Campania abbiamo aderito ad una proposta del Laboratorio di Sanità Pubblica per l’analisi dei bisogni di Salute delle Comunità, del Dipartimento di Medicina, Chirurgia ed Odontoiatria dell’Università degli Studi di Salerno, che ci sosterrà in questo percorso”.

Spesso la città ripropone, nelle sue forme e disposizioni spaziali, disuguaglianze sociali basate su una diversa distribuzione dei determinanti sociali di salute: istruzione, reddito, lavoro, beni relazionali e cultura. Nelle nostre città, assistiamo a una sproporzione nella distribuzione tra centro e periferia, o tra periferie storiche e consolidate e periferie di nuova costruzione, tra quartieri pianificati a partire da una visione di città sociale e inclusiva e quartieri degradati. Le principali conseguenze sociali sono, ad esempio, un’alta frequenza di incidenti stradali e una diffusa criminalità, ma anche una maggior diffusione di patologie croniche non trasmissibili, obesità, disturbi psichici, ludopatie. Accanto a un degradato contesto sociale, altre componenti dell’ambiente fisico delle città (industrializzazione, alta densità abitativa, eccessiva produzione di rifiuti, traffico congestionato, scarsa disponibilità di aree verdi accessibili, effetto isola di calore urbano1 , ecc.) espongono la popolazione a numerosi rischi che si esprimono in modo palese, come nel caso di incidenti stradali o di patologie respiratorie e cardiovascolari (BPCO, IMA. ICTUS, ecc.) secondarie all’inquinamento atmosferico, determinando danni cronici alla salute fisica e mentale.

Tali esposizioni riguardano soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione o quelle socialmente più svantaggiate. È nota, infatti, la relazione esistente tra livelli socio economici deprivati e un compromesso stato di salute delle relative popolazioni, che causa disparità di esposizione e di effetti (vulnerabilità sociale all’inquinamento atmosferico, all’inquinamento acustico e alle temperature estreme) e forti disuguaglianze nella distribuzione delle patologie. Le persone svantaggiate in termini di situazione socioeconomica o di età, infatti, non solo risiedono in aree più degradate e più inquinate ma risentono anche in misura sproporzionata dei rischi ambientali.

Domenico Della Porta
Referente Federsanità per la Salute e Sicurezza sul Lavoro

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