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Venerdì 03 SETTEMBRE 2010
Lala(Sumai): Tra qualche anno rischiamo di non avere medici sufficienti

“Le recenti polemiche rispetto all’accesso nelle facoltà di medicina ha messo in luce anche una questione che occorre affrontare al più presto: la futura carenza di medici, soprattutto per alcune specialità, geriatria ad esempio, decisive per il futuro dell’assistenza sanitaria dei cittadini”. Ciò è quanto afferma il segretario nazionale del Sumai-Assoprof, Roberto Lala.

“Secondo le stime che vengono fatte - commenta Lala - , quando sarà esaurita la “bolla” di super-iscrizioni degli anni ‘70-‘80, l’Italia allineerà il rapporto dei medici per abitanti a quello più basso dei paesi Ocse e si passerà così dalla pletora del passato alla carenza di medici del futuro. Le previsioni parlano di un’inversione di tendenza a partire dal 2015 che porterà nel giro di dieci anni il numero di medici da 350mila a circa 250mila”.
“Già oggi - sottolinea il segretario del Sumai-Assoprof - si avverte una carenza strutturale di circa 5.000 medici tra radiologi, anestesisti e personale dell’area emergenza ma il punto è che oltre ad assumere meno camici bianchi (ricordo che un gran numero di Regioni sono sottoposte a piani di rientro dove vige il blocco del turnover) si continua a formare il personale senza tenere conto dell’andamento della curva demografica del nostro paese (che invecchia) e, quindi, dei reali bisogni assistenziali del territorio. Un esempio per tutti è la geriatria.  È come se non si tenesse conto dei dati Istat che raccontano un paese con pochi neonati e tanti over 65: nel 2009 sono nati 568.857 bambini (7.802 in meno rispetto all’anno precedente) e sono morte 591.663 persone (6.537 in più rispetto al 2008). Un italiano su 5 ha più di 65 anni”.
“Anche nell’ultimo bando - evidenzia il sindacalista -, febbraio 2010, per le scuole di specializzazione post laurea: 212 posti per Pediatria contro i 122 per Geriatria. E poi, 535 per Anestesia (e sono ancora pochi), 278 per Chirurgia, 225 per Medicina Interna, 258 per Cardiologia, 392 per Radiologia, 258 per Malattie dell'apparato cardiovascolare e 82 per Malattie dell'apparato respiratorio. In totale, circa cinquemila posti a disposizione per i medici che si vogliono specializzare. Solo 140 i reparti di Geriatria sparsi tra gli ospedali italiani, poco meno del 10% di quelli di Medicina interna (dove generalmente vengono ricoverati gli anziani). In Italia i geriatri sono appena 2800 mentre i pediatri arrivano a 14mila”.
 
“Insomma - specifica Lala -, gli Accordi nazionali e quelli decentrati hanno messo nero su bianco la volontà di sviluppare l’assistenza territoriale, soprattutto per gli anziani, attraverso una maggiore integrazione e coordinazione dei professionisti ma poi, nei fatti, corriamo il serio rischio di non avere né i medici per far funzionare le strutture né il personale specialistico sufficiente per far fronte alle necessità sanitarie dei prossimi anni. Consci come sempre della difficile congiuntura economica che impone ristrettezze non possiamo però non manifestare le nostre perplessità rispetto a quanto viene deciso sui tavoli di contrattazione e poi viene smentito dai fatti. Occorre invertire immediatamente la tendenza, altrimenti rischiamo di avere i conti economici in ordine, ma senza essere in grado di offrire un servizio sufficiente ai cittadini”.

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