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Venerdì 29 SETTEMBRE 2023
Malattie reumatiche. Diagnosi precoce variabile determinante per la loro cura  

Strumenti diagnostici all’avanguardia come la biopsia sinoviale e terapie avanzate restituiscono al paziente una migliore qualità della vita fino, in alcuni casi, alla remissione della malattia. Questa una delle novità sulle quali hanno puntato i riflettori, a Napoli, la Società Italiana di Reumatologia e Collegio dei Reumatologi Italiani

La sanità pubblica in ambito reumatologico oggi è dotata di innovazioni diagnostiche sempre più sofisticate come la biopsia sinoviale e strumentali come l’ecografia articolare e la capillaroscopia; inoltre si avvale di terapie sempre più avanzate grazie ai nuovi farmaci, più efficaci e semplici da somministrare. Tutto questo consente non solo una diagnosi precoce delle malattie reumatiche ma soprattutto l’implementazione di cure mirate e personalizzate, restituendo al paziente una qualità di vita decisamente migliore; in alcuni casi si può assistere persino alla remissione della malattia.

Ma è fondamentale il tempismo, la diagnosi precoce appunto, la presa in carico da parte di un team multidisciplinare che gestisca i vari aspetti clinici di queste patologie reumatiche sistemiche e la creazione di una “rete reumatologica regionale” tra specialisti che coinvolga anche i medici di medicina generale sul territorio.

È quanto emerge dal terzo Congresso Regionale Campano congiunto della SIR (Società Italiana di Reumatologia) e del Crei (Collegio dei Reumatologi Ospedalieri) organizzato da Enrico Tirri, Direttore dell’Unità Operativa di Reumatologia dell’Ospedale San Giovanni Bosco e dell’Ospedale del Mare e Consigliere Nazionale della Società Italiana di Reumatologia.

La Campania si conferma una Regione sempre più all’avanguardia nella gestione delle malattie reumatiche che colpiscono almeno 5 milioni e mezzo di italiani che spesso aspettano anni per avere una diagnosi corretta. Secondo la Sir infatti i pazienti possono arrivare ad aspettare circa 7 anni per una diagnosi di Artrite psoriasica, di Spondilite anchilosante e di Fibromialgia, circa 3 anni per una diagnosi di Sclerosi Sistemica e circa 2 anni per l’Artrite Reumatoide. Inoltre, almeno 1 milione di italiani non sa ancora di essere malato e non riesce a dare una spiegazione ai dolori che lo tormentano. Anche in Campania il ritardo diagnostico è sovrapponibile al dato italiano, anche se negli ultimi anni c’è stato un sensibile miglioramento per la sempre maggiore conoscenza delle malattie reumatiche.

Diagnosi precoce è la parola chiave e tra le novità diagnostiche c’è la biopsia sinoviale: “Stiamo implementando una partnership tra la Reumatologia dell’Università della Campania “ Luigi Vanvitelli” diretta dal Prof Francesco Ciccia e la Reumatologia della Queen Mary University di Londra diretta Prof. Costantino Pitzali – ha detto Tirri – tra le novità diagnostiche, voglio sottolineare l’importanza della biopsia sinoviale che è un esame della sinovia, la membrana che riveste le articolazioni ed è colpita dal processo infiammatorio immunomediato. Una volta individuato il tipo di danno articolare è più facile indirizzare il paziente verso una terapia mirata e personalizzata, evitando cure inutili, talvolta dispendiose, riducendo il rischio di tossicità per l’organismo”.

La capillaroscopia è un altro esame che permette di valutare i pazienti che presentano alterazioni della microcircolazione come ad esempio il “Fenomeno di Raynaud”, caratterizzato da un vasospasmo in presenza di uno stimolo scatenante come sbalzo di temperatura o stress emotivi, può colpire sia le mani che i piedi: “Con questo esame possiamo scoprire se la modifica del colorito delle mani o dei piedi nasconde una patologia autoimmune del tessuto connettivo. La nostra struttura è tra le poche in Campania a praticare questo esame che può favorire la diagnosi precoce di una malattia reumatica autoimmune con un esame non invasivo, facilmente ripetibile e poco costoso. Inoltre abbiamo istituito da qualche mese anche un ambulatorio delle Connettiviti dove accedono pazienti affetti da Lupus eritematoso sistemico, Sindrome di Sjogren, Sclerosi sistemica, Connettivite indifferenziata ecc.”

Anche i Mmg sono fondamentali per la diagnosi precoce delle malattie reumatiche perché se adeguatamente formati riescono ad indirizzare rapidamente il paziente dallo specialista reumatologo recuperando tempo prezioso: “Quando il paziente presenta i sintomi iniziali di una patologia reumatica, le così dette “red flags” il medico di medicina generale facilmente può individuare il paziente da indirizzare allo specialista reumatologo. Credo che debbano essere parte attiva della “rete reumatologica” che vede coinvolti ospedale e territorio a beneficio della presa in carico immediata del malato reumatico”.

Riguardo alle nuove terapie, oltre ai farmaci biotecnologici somministrati per via sottocutanea ci sono i Jak inibitori: “La somministrazione orale di farmaci come i JAK inibitori oltre che per l’Ar hanno trovato anche indicazione nell’Artrite Psoriasica e nella Spondilite Anchilosante. Quanto ad efficacia, i nuovi farmaci biotecnologici per la cura del Lupus Eritematoso Sistemico stanno dando ottimi risultati per i pazienti che non hanno risposto alle terapie tradizionali, così come le terapie innovative biotecnologiche per l’osteoporosi. Inoltre tra i farmaci biotecnologici le anti interleuchine 17 e 23 si stanno rivelando molto efficaci e sicuri sia per quanto riguarda l’aspetto articolare e cutaneo dei pazienti affetti da Artrite psoriasica”.

Anche il follow-up del malato reumatico beneficia delle nuove tecnologie: “Il nostro Centro monitora costantemente i pazienti che seguono la terapia biotecnologica per le artriti infiammatorie, con un ambulatorio loro dedicato. Grazie all’ecografia articolare, esame non invasivo e di basso costo, possiamo avere informazioni precise sull’infiammazione articolare indirizzando e modificando anche la nostra scelta terapeutica.”

Infine, anche per la Fibromialgia ci sono novità : “La Sir sta portando avanti da anni una sua battaglia per farla riconoscere tra le patologie invalidanti; inoltre sta realizzando un Registro Italiano della Fibromialgia, a cui il nostro Centro partecipa, per far emergere definitivamente il numero dei pazienti reali. Basti pensare che solo in Campania ne soffrono oltre 100.000 persone. E la nostra Regione affiancata da noi specialisti reumatologi mostra grande attenzione verso i pazienti fibromialgici con tavoli tecnici dedicati”

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