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Martedì 31 OTTOBRE 2023
Lazio. Cimo Fesmed: “Chi governa ignora il grido di allarme del personale sanitario” 

Il sindacato ricorda come a maggio fosse stato avviato il dialogo e si fosse giunti anche alla firma di un accordo sulla valorizzazione del personale dell’emergenza, pur restando dei nodi da sciogliere. “A distanza di 5 mesi, a fronte di una progressiva accentuazione della crisi del Ssr, non solo non è stato fatto nulla di quanto proposto” ma “si è chiusa qualsiasi forma di dialogo tra le parti”. Chiesta la riapertura del confronto con i sindacati.

Per la Cimo Fesmed del Lazio “chi governa ignora i grido di allarme de personale sanitario”, mentre le condizioni del Ssr peggiorano. Per questo il sindacato chiede la riapertura immediata di un confronto tra sindacati e Regione.

“A maggio 2023 – scrivono i rappresentanti della Cimo-Fesmed Lazio - insieme ad altre sigle sindacali abbiamo ringraziato la Regione per l’apertura al dialogo che auspicavamo potesse essere duraturo, proficuo e costruttivo. Avevamo inoltre sottoscritto l’accordo sulla valorizzazione del servizio prestato presso le strutture di emergenza, chiedendo una sua estensione anche al personale ARES 118, ma avevamo richiesto chiarimenti in merito alla proposta di ripartizione delle risorse ex art. 1 Legge 207/2017 la cui distribuzione in base al principio proposto di perequazione e compensazione appariva incomprensibile, essendo tali fondi costituiti in base ad altre specifiche caratteristiche”.

Cimo-Fesmed Lazio spiega che erano state anche avanzate alcune richieste ritenute “fondamentali ed indispensabili”, quali:
- Stabilizzazione urgente dei Dirigenti impegnati ex contratto COVID e legge Madia nelle tempistiche già concordate con le organizzazioni sindacali nella precedente legislatura;
- Adeguamento urgente degli organici delle UO ospedaliere ai carichi di lavoro ed alle esigenze di cura della popolazione;
- Attuazione del DM 77/2022 così come recepito nelle determine e delibere della RL per decongestionare i Pronto Soccorso;
- Revisione della determina n. G05286 del 18 aprile 2023 della Direzione Regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria, “che commissaria de facto delle ASL avocando a sé la scelta del personale sanitario cui far fare carriera o cui elargire riconoscimenti professionali”.

A distanza di 5 mesi, sottolinea la Cimo-Fesmed, “a fronte di una progressiva accentuazione della crisi del SSR, dobbiamo totalmente ricrederci sui ringraziamenti avanzati, perché non solo non è stato fatto nulla di quanto proposto, ma addirittura perché l’assegnazione degli incarichi si è definitivamente paralizzata, e si è chiusa qualsiasi forma di dialogo tra le parti. Questo comportamento non è ulteriormente accettabile”.

La Federazione Cimo-Fesmed auspica, dunque, “una immediata riapertura del dialogo per far sì che il grido di allarme dei medici e di tutto il personale sanitario del Lazio arrivi alle orecchie di chi governa da solo, oramai chiuso in una stanza”.

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