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Lunedì 04 DICEMBRE 2023
Sul ruolo dei fisioterapisti, nella comunità e nell’innovazione del Ssn



Gentile Direttore,
spiace dover tediare i lettori con ulteriore aggiunta al dibattito sulla questione del Fisioterapista di Comunità, ma avendomi citato, non posso non replicare a quanto affermato nell'articolo a firma di Elisabetta Caredda che riporta le dichiarazioni di Donatella Bonaiuti in cui – a partire dal titolo - si insiste sul voler relegare il ruolo del Fisioterapista alla pura esecuzione, basando il tutto sull'affermazione che il Fisioterapista “non può avere un ruolo autonomo e non esecutivo di indicazioni mediche”.

Pare che alla base di tutto ci sia il timore di impoverimento del ruolo del Fisiatra, mai per altro delegittimato dal sottoscritto. Se questa delegittimazione è fuori discussione, analogamente sembra decisamente antistorico continuare a misconoscere che il Fisioterapista, per norma, si occupa anche di valutazione funzionale, di prevenzione (anche primaria e secondaria e non solo terziaria), di cura, di palliazione e non solo di riabilitazione.

Nel merito, ricordo che l’obiettivo del progetto del Fisioterapista di Comunità – ossia contribuire con competenze specifiche alla gestione della cronicità e della fragilità nelle Case della Comunità e nel Territorio in coerenza con il DM 77/22 e il Diritto Costituzionale all'assistenza sanitaria - è quello di snellire i processi in favore di tutte le persone che vivono in condizione di fragilità e cronicità, soprattutto nelle Aree Interne. Il pericolo di vedere nascere nuove diseguaglianze dall'indebolimento della Sanità Pubblica dovrebbe essere la nostra rispettiva preoccupazione. Per questi motivi è incomprensibile l’insistenza a voler recintare il fisioterapista nel solo perimetro della "riabilitazione", intestardendosi su una "prescrizione del percorso riabilitativo" all’interno di un “gestione riabilitativa” della cronicità.

Purtroppo abbiamo più volte constatato che si auspica la collaborazione tra Professioni, ma spesso questa dichiarazione d'intenti viene poi seguita da una impaurita azione di autodifesa professionale molto vicina ad antiquate concezioni Lobbystiche. Per fortuna il mondo va avanti, procede, migliora, si attrezza per rispondere con qualità, competenze e collaborazioni nuove ai sempre nuovi bisogni.

Sono certo che la vetusta e antistorica logica “non ci può essere intervento del fisioterapista senza che prima sia passato un fisiatra” sarà culturalmente e normativamente superata anche grazie alla sentenza del Consiglio di Stato, quando rigettò il ricorso sulle Farmacie dei Servizi stabilendo, in quel caso, la piena e libera possibilità per il Fisioterapista di intervenire in relazione diretta con il Medico di Medicina Generale. E in questo senso anche fisioterapisti e fisiatri troveranno un nuovo terreno di relazione.

Fabio Bracciantini
Presidente OFI Firenze, Arezzo, Lucca, Massa Carrara, Pistoia e Prato

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