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Lunedì 22 GENNAIO 2024
Riformare la medicina generale, ecco come



Gentile Direttore,
la consapevolezza della necessità di rinnovamento del sistema dell’assistenza territoriale italiana emersa durante la recente pandemia ha portato ad una profonda riflessione sul tipo di contratto di lavoro che i medici di medicina generale (MMG) dovrebbero intrattenere con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Questo tema ha acceso un fitto dibattito fra coloro che intendono conservare l’attuale status giuridico di libero professionista convenzionato e coloro che invece ritengono sia necessario che i MMG passino alle dipendenze del SSN alla stessa stregua dei medici ospedalieri, e pertanto inquadrati come Dirigenti Medici all’interno delle Case della Comunità come previste dal progetto di riforma in corso di attuazione (DM 77/2022).

In realtà la Legge 833/1978, costitutiva del nostro SSN, all’Art. 25, già prevedeva entrambe le possibilità ma la scelta politica ricadde sul convenzionamento dei MMG, diversamente da quanto fecero il Portogallo e la Spagna pochi anni dopo, che si indirizzarono invece per la dipendenza dei MMG. Oggi i due servizi sanitari citati sono ritenuti tra i migliori dello scenario europeo.

Di qui l’evidenza che solo l’unificazione contrattuale di tutti gli operatori della sanità possa consentire la reale integrazione ed interazione tra ospedale e territorio, e consentire altresì, attraverso una visione organizzativa finalmente complessiva, di porre solide basi alla risoluzione delle criticità assistenziali che sono sotto gli occhi di tutti (accessi incontrollati ai PS, lunghe liste d’attesa, eccesso di burocrazia, mancata presa in carico dei pazienti cronici...).

Il “Movimento MMG per la Dirigenza”, movimento spontaneo a favore del passaggio alla dipendenza dal SSN dei MMG, è orgoglioso di presentare oggi il suo “Documento di Posizione” con lo scopo di fare conoscere agli addetti ai lavori, all’opinione pubblica e alla stampa l’esistenza di una parte riformatrice della medicina generale, poco visibile perché sovrastata dall’esposizione mediatica della parte conservatrice, che auspica il superamento del modello, ormai inadeguato, del sistema delle cure territoriali affidate a liberi professionisti convenzionati che lavorano isolati nei propri studi professionali privati.

Tale modello ha mostrato definitivamente tutti i suoi limiti ed il suo superamento non può che offrire ai cittadini un deciso miglioramento in termini di assistenza socio-sanitaria e ai MMG la possibilità di entrare a pieno titolo nell’organizzazione del SSN uscendo finalmente dall’isolamento contrattuale e professionale nel quale oggi si trovano, privi peraltro delle tutele tipiche del rapporto di lavoro dipendente.


La diffusione del documento con quello che sottende, si propone di portare la discussione della riforma al di fuori dei confini dell’autoreferenzialità del dibattito tra i soli addetti ai lavori, come fin qui avvenuto, facendola diventare piuttosto una grande discussione pubblica che riguarda indistintamente vecchie e nuove generazioni.

Il “Documento di Posizione”, dopo avere analizzato gli aspetti relativi alla perdita di attrattività della professione di MMG ed essere passato dal confronto con altre realtà europee, entra nel merito della formazione e dello status giuridico del MMG oltre che dell’organizzazione territoriale delle Case della Comunità, rispondendo ai luoghi comuni dei sostenitori dello status quo e proponendosi come un vero e proprio progetto di riforma all’attenzione dei decisori politici con il fine ultimo di migliorare la qualità dell’assistenza nei confronti dei cittadini e di rilanciare la professione del MMG oggi in profonda crisi.

Movimento MMG per la Dirigenza

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