quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 24 GENNAIO 2024
Autonomia differenziata. Lombardia, Veneto e Liguria plaudono al via libera del Senato

L’approvazione del Senato del Ddl sull’autonomia differenziata è “una giornata storica” per Fontana (Lombardia) e per Zaia (Veneto) “una pietra miliare verso la meta, una grande e moderna opportunità”. Plauso anche di Toti (Liguria), ma il Ddl non convince tutti. Bonaccini (Emilia Romagna), che pure era stato tra i primi ad avviare le trattative con il Governo nel 2017, pochi giorni fa definiva l’“autonomia di Calderoli un bluff irricevibile”.

Gioiscono alcune regioni per il via libera, in prima lettura, da parte del Senato, al Disegno di legge sull’autonomia differenziata per le Regioni a Stato ordinario elaborato dal ministro Roberto Calderoli.

“E’ una giornata storica. Siamo a un passo dal grande obiettivo di avere una Lombardia più autonoma, capace di rispondere ancora meglio ai bisogni e alle aspettative dei suoi territori e dei suoi cittadini”, commentano in una nota il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e il sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia con delega all’Autonomia, Mauro Piazza. Secondo Piazza, “non c’è nulla di più efficace del confronto e dell’informazione per fugare ogni dubbio circa i vantaggi di questa riforma. Contrariamente alla levata di scudi pretestuosa di certi ambienti politici, il federalismo differenziato non spaccherà il Paese. Al contrario, aiuterà a ridurre il divario fra le aree più avanzate e quelle più problematiche”. La Lombardia, ha aggiunto il Sottosegretario, “è perfettamente in grado di poter gestire al meglio le 23 materie oggetto di possibili richieste di maggiori poteri e competenze. Per noi al governo della Regione, una sfida avvincente. Dare prova di saper gestire al meglio l’opportunità, dimostrando che è possibile rendere più efficaci i processi amministrativi e di governance. I cittadini avranno servizi migliori e potranno valutare in maniera più puntuale l’operato delle persone che eleggono. E’ una svolta nel segno dell’efficienza, della trasparenza e della responsabilità”.

Grande soddisfazione anche da parte del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, secondo il quale “il successo di questo primo passaggio parlamentare rappresenta la pietra miliare che segna l’accelerata finale verso un traguardo di rinascita per il Paese; per tutto il Paese. Il Veneto, la nostra Regione, è stata l’apripista di un percorso che, una volta portato termine, sarà occasione di progresso e giovamento per tutte le realtà territoriali, anche quelle verso le quali rimane indispensabile un’attenzione solidale. L’Autonomia sarà il volano, anche in termini di entusiasmo e partecipazione alla vita pubblica, che condividiamo con le nuove generazioni, con i ragazzi che vedono nel cambiamento del Paese le basi per costruire con orgoglio e passione il loro futuro”.

“A fronte di tante affermazioni udite in questi giorni”, Zaia ha quindi voluto “ripetere e confermare che l’autonomia non vuole lasciare indietro nessuno, non è la fuga dei ricchi dalla nave in difficoltà. È un nuovo modo di unire e progredire insieme, superando con un moderno regionalismo le rovine di uno statalismo che, questo sì, nei decenni passati ha prodotto territori a differenti velocità”.

“Di fronte alla portata storica della riforma che si sta profilando – ha proseguito il governatore Veneto - va ribadito chiaramente come l’autonomia non è la secessione dei ricchi che qualcuno si ostina a fare credere. Nessuna regione sarà privata di qualcosa e godrà, invece, di maggiori opportunità di crescita. La cabina di regia dei lep mette a terra importanti e maggiori diritti dei cittadini, che saranno la garanzia di prestazioni e servizi uniformi su tutto il territorio nazionale. Lo stesso termine ‘differenziata’ non indica diversità tra le regioni ma identifica un sistema di autonomia articolato e virtuoso, già sperimentato con successo in altri grandi paesi europei come la Germania. Un modello moderno e meritocratico che può rilanciare il Paese, dando l’opportunità di risollevarsi anche alle realtà regionali fino ad oggi in maggiore difficoltà. Con il voto di oggi, l’applicazione dell’autonomia è una meta sempre più vicina”, ha concluso Zaia.

Commenti positivi arrivato anche dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. “L’approvazione da parte del Senato dell’Autonomia differenziata è un ulteriore, fondamentale passaggio nel percorso di attuazione di questa riforma destinata ad avere un enorme impatto sul nostro territorio. La Liguria è tra prime regioni ad aver fatto richiesta di adesione, ed è già stato effettuato un passaggio in Consiglio regionale, con voto positivo unanime”, dichiara in una nota.

Per Toti “si tratta di un provvedimento che consentirà al Paese di crescere, e alla Liguria di proseguire in modo ancora più efficace in quel percorso di sviluppo che sta facendo registrare numeri straordinari. In particolare permetterà ai cittadini e ai territori di avere maggiori diritti: ogni realtà avrà la possibilità di puntare sul proprio modello di sviluppo, valorizzando le proprie peculiarità. Credo sia giusto che alcune decisioni vengano prese sul territorio, da chi ogni giorno lo vive e lo conosce: questo significa non solo maggiore libertà e possibilità di competere, ma anche maggiore responsabilità nei confronti delle persone. Io credo inoltre che dando maggiore autonomia ai governi locali rispetto al governo nazionale si riuscirà ad appianare le differenze, realizzando un obiettivo che in decine di anni il centralismo non ha saputo raggiungere”.

“Nel momento in cui la legge sarà approvata – spiega Toti – le regioni che hanno fatto richiesta, tra cui ovviamente la Liguria, porteranno a compimento il lavoro del tavolo tecnico, in particolare sulle materie concorrenti. Una volta definiti a livello nazionale i ‘livelli essenziali delle prestazioni’, ogni Regione potrà firmare una pre-intesa con il Governo, che poi andrà votata dal Parlamento. Per la nostra regione – conclude Toti – di assoluta rilevanza sono i temi dell’ambiente, delle infrastrutture, dei beni culturali e ovviamente dei porti, su cui abbiamo un tavolo tecnico aperto anche al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti”.

Non tutti, tuttavia, condividono l’ottimismo e l’entusiasmo di Fontana, Zaia e Toti. Anche il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che pure era stato il primo, insieme a Veneto e Lombardia, ad avviare le trattativa con il Governo nel 2017 e siglato un pre accordo nelle prime settimane del 2018, oggi è tutt’altro che convinto della bontà del provvedimento. Da Facebook, solo pochi giorni fa, definiva l’“autonomia di Calderoli un bluff irricevibile”, una proposta “sbagliata e da rigettare perché spaccherebbe il Paese. Fa bene il Pd e fanno bene le opposizioni assieme a opporsi con forza”.

Per Bonaccini, “tirare in ballo la proposta dell’Emilia-Romagna è una strumentalizzazione sterile fatta dalla Lega e dalla destra per coprire le loro difficoltà e divisioni, con Fratelli d’Italia e Meloni da sempre su posizioni diverse da quelle della Lega e un possibile scambio - premierato in cambio di una autonomia sbagliata e inaccettabile”.

“Io per primo – spiega infatti Bonaccini - chiesi che prima di tutto serve definire, da parte del Parlamento, i livelli essenziali delle prestazioni in tutta Italia, al Sud come al Nord, e le risorse per assicurarli, fondi che non ci sono e non ci saranno. Dunque questa proposta è’ semplicemente un bluff. A meno che, come la Lega sta tornando a chiedere, maggiore autonomia non voglia dire trattenere gran parte delle tasse nel proprio territorio: ma questo allora va chiamato in un altro modo: secessione. E noi ci opporremo in ogni modo”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA