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Venerdì 16 FEBBRAIO 2024
Aborto. Omceo Torino: “Obbligare la donna ad ascoltare il battito cardiaco è contro l’etica e la scienza”
Anche in Piemonte ha preso il via la raccolta firme per introdurre nella legge 194 un comma che obbliga il medico a far ascoltare alle donne che vogliono abortire il battito cardiaco del feto. Giustetto: “Come Ordine sentiamo il dovere di contrastare questa proposta che impone ai medici comportamenti inaccettabili, in quanto deontologicamente e scientificamente scorretti”.
Omceo Torino contro la proposta, sostenuta da una campagna nazionale di raccolta firme promossa da alcune associazioni pro-vita, per modificare la legge 194/1976 allo scopo di costringere il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza a far vedere il feto alla donna intenzionata ad abortire e a rilevare e farle ascoltare il battito cardiaco del feto.
L’iniziativa, arrivata anche in Piemonte, “ci preoccupa molto, sia dal punto di vista etico e deontologico, sia dal punto di vista scientifico”, spiega l’Ordine dei medici torinese. “Il codice di deontologia medica, infatti, in ben quattro diversi articoli (4, 6, 13 e 16) vieta al medico di prescrivere ed eseguire indagini o trattamenti la cui indicazione non abbia fondamento scientifico e motivazione clinica. Quindi effettuare questa indagine, del tutto inappropriata, sarebbe contrario ai principi di etica medica”.
Per l’Omceo di Torino “altrettanto, se non più inquietante è l’aspetto scientifico per il potenziale danno che ne potrebbe ricevere il feto. L’unico modo per auscultare il battito cardiaco fetale nel primo trimestre di gravidanza - periodo a cui si riferisce la proposta - è l’utilizzo degli ultrasuoni sfruttando l’effetto Doppler: è ben documentato che gli ultrasuoni in generale, ed il Doppler in particolare, se immessi nei tessuti (in questo caso nel cuore del feto), determinano un aumento della temperatura che potrebbe danneggiare l’organo nella sua delicata fase di formazione”.
“Per questo motivo – evidenzia l’Omceo - la procedura che permette di sentire il battito cardiaco è largamente sconsigliata nel primo trimestre di gravidanza dalle società scientifiche tra cui l’AIUM, American Institute of Ultrasound in Medicine, e l’ISUOG, International Society of Ultrasound in Obstetrics & Gynecology, che raccomandano entrambe di non utilizzare questa metodica prima delle 10 settimane di età gestazionale, metà del terzo mese”.
“Questa modifica della legge 194, se accolta, imporrebbe al medico di violare gli obblighi deontologici di autonomia e indipendenza della professione, appropriatezza delle prescrizioni diagnostiche terapeutiche e di buon uso delle risorse – sottolinea il presidente dell’Ordine dei Medici di Torino, Guido Giustetto -. Come Ordine, ente pubblico che agisce quale organo sussidiario dello Stato, sentiamo il dovere di contrastare questa proposta, affinché non vengano imposti alla comunità professionale medica comportamenti inaccettabili, in quanto deontologicamente e scientificamente scorretti”.
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