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Giovedì 22 FEBBRAIO 2024
Rischio chiusura nuclei di cura primaria. Sindacati, cittadini, consiglieri comunali e regionali occupano la sede della Asl de L’Aquila

La protesta per scongiurare il rischio chiusura dei nuclei di cura primari per carenza di medici di base, messa in atto dai sindacati medici di Cgil, Fimmg, Smi, Snami e dai comitati di cittadini, è sfociata nell’occupazione della sede della Asl de l’Aquila: “Una protesta pacifica di cittadini e operatori sanitari che chiedevano di essere ricevuti dalla direzione della Asl ha trovato un rifiuto incomprensibile. I cittadini hanno il diritto di ottenere risposte”

Sindacati e cittadini sul piede di guerra in difesa dei Nuclei di cura primari. La protesta per scongiurare il rischio chiusura per carenza di medici di base, messa in atto dai sindacati medici di Cgil, Fimmg, Smi, Snami, dai comitati di cittadini e alla quale hanno partecipato anche consiglieri comunali e regionali dell'opposizione è sfociata nell’occupazione della sede della Asl de l’Aquila.

Alla base della protesta l’inattività della Asl per non aver avviato le procedure per i subentri dei medici di base di prossima quiescenza. Diversamente dalle altre Asl abruzzesi quella dell'Aquila ha infatti avviato da due anni uno smembramento dei Nuclei, impedendo la sostituzione dei medici prossimi alla pensione e minacciando, di fatto, la fruizione di un servizio che preserva la salute di circa 50mila utenti presenti sul territorio. Servizio che va avanti solo grazie al contributo dei giovani medici che hanno preso in carico gli assistiti già assegnati al personale in quiescenza.

“Una protesta pacifica di cittadini e operatori sanitari che chiedevano di essere ricevuti dalla direzione della Asl ha trovato un rifiuto incomprensibile. I cittadini hanno il diritto di ottenere risposte” ha affermato il capogruppo del Partito democratico al Consiglio comunale dell’Aquila Stefano Albano. “La salvaguardia dei nuclei di cure primarie” ha sottolineato Rita Innocenzi del Pd, “è uno dei tasselli di una sanità che siamo chiamati a difendere e non ci fermeremo”.
“Non ce ne andremo finché non avremmo avuto le risposte che chiediamo da due anni” ha aggiunto il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci.

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