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Lunedì 26 FEBBRAIO 2024
Lista d’attesa. Nieddu: “Percorsi di tutela del paziente già previsti nel piano regionale”

Il problema delle liste di attesa ha assunto oggi nell’isola un carattere emergenziale. L’ex assessore ricordare che “nel Piano regionale per il governo delle liste di attesa (PRGLA) che abbiamo approvato con la DGR n. 62/24 del 4 dicembre 2020, abbiamo introdotto i cosiddetti ‘percorsi di tutela’ per le pazienti che hanno difficoltà con le prenotazioni, applicabile una volta superato il tempo massimo di attesa per le sole richieste di primo accesso”.

Per numerose visite e prestazioni diagnostiche e sanitarie i pazienti in Sardegna si trovano a dover affrontare tempi di attesa spesso troppo lunghi. Un problema questo divenuto oggi sempre più preoccupante, perché sono sempre di più i cittadini che si demoralizzano e rinunciano ai controlli periodici di prevenzione e alle cure.

“Il problema delle liste di attesa ha a mio avviso oggi carattere emergenziale e come tale deve poter essere affrontato” – spiega l’ex assessore alla Sanità Mario Nieddu, che contatta Quotidiano Sanità per intervenire sul tema toccato anche di recente dal presidente del Consiglio comunale di Cagliari, Edoardo Tocco (FI), già vicepresidente della commissione consiliare Sanità nella scorsa legislatura, che di recente ha puntualizzato al governo regionale di lavorare maggiormente sulle lunghe liste di attesa che i pazienti si trovano a dover affrontare sul nostro territorio.

“Dobbiamo metterci in testa – prosegue l’ex assessore - che ciascun cittadino deve poter essere stimolato a non temere la burocrazia di prenotazione dei controlli periodici di prevenzione e deve poter avere il diritto delle cure in tempi quantomeno ragionevoli o celeri rispetto alla necessità, quando affetto da qualche patologia. Ricordiamoci che parlare di salute significa parlare di sopravvivenza”.

“Così come capita spesso – rileva Nieddu -, in base alla classe di priorità e tempi massimi di attesa previsti dalla impegnativa, che la prenotazione della visita o dell’esame con data più vicina è offerta da un servizio in sede distante dalla residenza del paziente a cui non vengono rimborsate le costose spese viaggio dei mezzi pubblici o all’occorrenza di quelli privati, come i taxi necessari quando le strutture sanitarie non sono ben collegate dai trasporti pubblici, ed ancora eventuali spese alloggio, se la prestazione prenotata si svolge quantunque all’interno dello stesso territorio regionale”.

“La carenza di specialisti nel SSR è un vero problema rispetto alle liste di attesa e l’ho vissuto in prima persona durante il mio mandato. Vorrei però ricordare, e tengo a sottolinearlo, motivo per cui ho deciso di intervenire sul delicato tema, che nel Piano regionale per il governo delle liste di attesa (PRGLA) che abbiamo approvato con la DGR n. 62/24 del 4 dicembre 2020, a pagina 14 del suddetto documento abbiamo introdotto, in armonia alla normativa vigente, i cosiddetti ‘percorsi di tutela’ per le pazienti che hanno difficoltà con le prenotazioni”.

“In virtù di ciò, le aziende sanitarie del SSR possono definire i percorsi di accesso alternativi alle prestazioni specialistiche, che potranno essere applicati qualora venga superato il tempo massimo di attesa per la classe di priorità corrispondente per le sole richieste di primo accesso, a garanzia della prestazione, per i soli cittadini residenti. Le aziende sanitarie del SSR elaborano una specifica procedura che permetta al paziente residente di effettuare la prestazione presso un erogatore privato accreditato con il solo pagamento del ticket o di indirizzarlo all’attività intramoenia senza costi aggiuntivi”.

“A riguardo, poiché il problema si è notato si ripercuote anche sulle visite di controllo successive se non programmate direttamente dalla struttura dove il paziente effettua il primo acceso, potrebbe essere utile estendere questa opzione anche sulle visite successive”.

“Bene però che il paziente possa essere messo a conoscenza di questo ulteriore primo strumento che avevo appositamente previsto nel PRGLA, mirato a delineare le linee di intervento che auspico possano portare nel tempo ad un miglioramento della situazione emergenziale attuale, ma che oggi hanno necessità di soluzioni alternative che garantiscano la prevenzione e le cure dei sardi” – conclude Nieddu.

Elisabetta Caredda

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