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Martedì 05 MARZO 2024
Sfida delle patatine super-piccanti. Intervento Agcm, interotta pubblicità e vendita

L‘istruttoria avviata per “tutelare i consumatori più giovani e più influenzabili da messaggi che li inducono a mangiare prodotti anche pericolosi, facendo leva sulla loro propensione ad accogliere le sfide lanciate sui social media”. La società distributrice, la Dave’s Srl, infatti, avrebbe sfruttato l’elemento della sfida e della relativa pericolosità delle patatine super-piccanti come “leva per accrescere l’attrattività del prodotto”. IL DOCUMENTO AGCM

Stop alla pubblicità e alla vendita delle patatine super-piccanti della Hot Chip Challenge. È questo l’esito dell’istruttoria avviata lo scorso novembre dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) nei confronti della società DAVE’s s.r.l., distributrice del prodotto “Hot Chip Challenge”. In particolare, gli impegni assunti prevedono che DAVE’s s.r.l. non commercializzi e non pubblicizzi più l’articolo e che lo rimuova dai suoi listini di vendita.

La società distribuiva questo snack, a base di patate con ingredienti per renderlo particolarmente piccante, incitando soprattutto i giovani - alla maniera di una sfida - a consumarlo senza bere e resistendo alla sua piccantezza. Lo snack descritto attraverso espressioni quali “cosi piccante da essere insopportabile per alcuni”, “faccia a faccia con il mietitore”, “è un’esperienza davvero unica e per palati forti”, “la patatina più piccante al mondo”, “i tuoi occhi inizieranno a lacrimare” e attraverso la sfida “quanto riuscirai a resistere senza correre a bere qualcosa che spenga questo incendio?”. Frasi che, per l'Agcom, avevano l'effetto di alimentare nel potenziale acquirente “la volontà di raccogliere e superare quella sfida, così da far trascurare (e non valorizzare) gli effettivi rischi per la salute del prodotto messo in vendita, ovvero della sfida che diviene essa stessa parte del prodotto venduto come dimostrato dalla denominazione e dal confezionamento dello stesso”.

Per l’Autorità, dunque, la società avrebbe sfruttato l’elemento della sfida e della relativa pericolosità come leva per accrescere l’attrattività del prodotto, e di conseguenza le vendite, inducendo in tal modo i consumatori (specie, minori e adolescenti) a trascurare le normali regole di prudenza e vigilanza.

L’Agcm ha tuttavia ritenuto che gli impegni presentati dalla società siano idonei a far cessare i profili di illegittimità della pratica commerciale contestati nella comunicazione di avvio dell’istruttoria. “Con questa decisione – commenta in una nota dell’Agcm - l’Autorità è intervenuta con successo per tutelare i consumatori più giovani e più influenzabili da messaggi che li inducono a mangiare prodotti anche pericolosi, facendo leva sulla loro propensione ad accogliere le sfide lanciate sui social media”.

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