quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Venerdì 08 MARZO 2024
Aou Luigi Vanvitelli. A Napoli il primo Centro pubblico regionale per la cura della vulvodinia


Il Centro si propone come un modello di riferimento per la Campania, dove la vulvodinia colpisce 1 donna su 7, ma spesso non viene diagnosticata o trattata adeguatamente. Offre un approccio multidisciplinare e integrato, basato su una valutazione accurata e personalizzata


Nasce all’Azienda Ospedaliera Universitaria Luigi Vanvitelli di Napoli il primo Centro di riferimento pubblico regionale riconosciuto dall’Associazione Italiana Vulvodinia (AIV) per il trattamento e la cura della vulvodinia, condizione caratterizzata da un dolore vulvare persistente e invalidante, che compromette la qualità di vita delle pazienti sotto vari aspetti: fisico, psicologico, sessuale, relazionale e sociale.

Il Centro si propone come un modello di riferimento per la Campania, dove la vulvodinia colpisce 1 donna su 7, ma spesso non viene diagnosticata o trattata adeguatamente

Coordinato dalla dottoressa Maria Teresa Schettino , afferisce all’Uoc di Ginecologia, Ostetricia e Fisiopatologia della Riproduzione diretta dal professor Pasquale De Franciscis, e mira a prendere in carico le pazienti costrette a convivere con una patologia della quale si parla poco, ma che ha gravi ripercussioni sulla qualità di vita.

Il Centro offre un approccio multidisciplinare e integrato, basato su una valutazione accurata e personalizzata di ogni caso, e su un percorso terapeutico che combina diverse modalità di intervento: farmacologico, fisioterapico, psicologico e riabilitativo. Si avvale inoltre di un team multidisciplinare (ginecologia, uroginecologia, anestesia, psicologia, fisioterapia e sessuologia(.

“L’obiettivo è collaborare con le altre realtà sanitarie del territorio – spiega la dottoressa Schettino - per garantire alle pazienti un accesso tempestivo e qualificato alle cure, e per contrastare il fenomeno dell’allodinia, ovvero la percezione del dolore anche in assenza di stimoli nocivi”.

Importante anche l’attività d’informazione e prevenzione, rivolte alle donne e alla popolazione in generale, per diffondere una maggiore consapevolezza sulla vulvodinia e sui suoi effetti devastanti.

“La vulvodinia è una malattia ad alto impatto – chiarisce il professor De Franciscis - che può portare alla disperazione. La vulvodinia è una sfida che si può vincere, con l’aiuto di una rete di professionisti competenti e sensibili, e con il sostegno di una comunità solidale e informata. Il nostro Centro punta ad essere parte attiva di questa rete e di questa comunità, ed a contribuire a migliorare la vita di migliaia di tantissime donne che soffrono in silenzio”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA