quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Martedì 12 MARZO 2024
Nessun paese può dirsi democratico se non garantisce la salute ai propri cittadini
Gentile Direttore,
quando vuoi passare una brutta serata e poi trascorrere la notte in preda agli incubi, basta seguire in TV una puntata di Report o Presa Diretta. Diventa molto difficile riconoscersi cittadini di una bella Repubblica Italiana dopo aver appreso da Ranucci, giornalista tanto coraggioso, quanto crudele, ogni piega della malversazione nazionale. La mattina dopo, ti aspetti che tutto cambi e che tanti colpevoli vedano il sole a strisce. Questo non succede mai ed è frustrante, quasi come l’idea di tornare a votare. Il grande partito dei delusi non votanti è il vero vincitore delle elezioni, e la più grande sconfitta della Democrazia. Dopo aver visto ieri, 11 marzo 2024, la trasmissione di Presa Diretta sullo sfacelo del Servizio Sanitario Pubblico, con i numeri impietosi di confronto tra alcune poche eccellenze ospedaliere come in Romagna e l’ecatombe sanitaria della Calabria, arriva l’incubo notturno che toglie il sonno e la speranza.
Ha un bel dire il Dott. Bertolaso volendo abolire la piaga privatistica dei gettonisti, ma la realtà è ben altro: i direttori generali delle aziende sanitarie possono solo scegliere se ricorrere ai mercenari della sanità o chiudere i reparti. Questo per una realtà incontrovertibile: se lo Stato paga un medico ospedaliero strutturato meno di 4000 euro mensili e poi spende per un turno del gettonista più di mille euro, in che direzione possono andare i professionisti se non verso la privatizzazione?
Siamo perfettamente in accordo con l’idea che la professione medica sia una scelta innanzitutto etica, ma di questi tempi, sembra che la pecunia pesi di più. Mi pare quasi inevitabile, se nessuno conforta il medico pubblico con una bella pacca sulla spalla dicendogli: bravo e, per contro, lo Stato riempie le tasche del medico privato con una più concreta soddisfazione in denaro contante. Meno Sapiens e più Oeconomicus, l’Homo è diventato così.
Il futuro del SSN è segnato, se ad oggi agonizzante per dieci anni di tagli alla spesa sanitaria con quasi 48 miliardi di euro in meno, cosa ne sarà del paziente con ulteriori tagli previsti fino al 2026? E’ come se al paziente in rianimazione si chiudesse l’ossigeno. Ora, siccome questi dati sono sotto gli occhi di tutti e la prognosi del paziente è quasi scontata, le possibilità sono solo due: o il medico-Stato ha deciso che il SSN deve morire, per far posto ad una più comoda e conveniente sanità privata e liberare quanto prima il posto letto con un mesto e silenzioso funerale a carico dei contribuenti, oppure l’incompetenza, l’ignavia, l’ignoranza hanno reso talmente miope questo Stato da permettere lo sfacelo, non solo del principio di cura gratuito e universalistico sancito dalla Costituzione, ma anche il concetto stesso di Democrazia.
Nessun paese può dirsi democratico se non garantisce la salute ai propri cittadini, permettendo le cure solo a chi può pagarle di tasca propria. Si torna ai privilegi aristocratici della privatocrazia. E non si dica con ipocrita prosopopea che il privato compensa e completa il servizio sanitario pubblico, perché in realtà il privato si nutre delle disfunzioni del SSN, anzi, se le augura. Esattamente come gli avvoltoi.
Ogni giorno devo prescrivere, anzi trascrivere, gli esami e tutte le prestazioni diagnostiche richieste dal luminare privato consultato privatamente dal cittadino che poi viene dal medico di base per ottenere le prestazioni a carico del servizio sanitario pubblico. Il privato incassa e il pubblico spende. Come si può permettere che questo avvenga, se non con il benestare dello stesso Stato? E’ una strategia maligna, o colpevole stupidità? Lo chiediamo alla Meloni o a Ranucci?
Enzo Bozza
Medico di base per i Comuni di Vodo e Borca di Cadore (BL)
© RIPRODUZIONE RISERVATA