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Mercoledì 28 NOVEMBRE 2012
Ssn a rischio. Sì ma a causa di Monti

Quella che Monti propone non è una sanità integrativa, per coprire le prestazioni che attualmente il Ssn non assicura o assicura in parte (quali ad esempio quelle per l’Odontoiatria o per la non autosufficienza). Ma una sanità privata che affiancherebbe il Ssn pubblico

L'allarme del Presidente del Consiglio sulla crisi del nostro Servizio Sanitario Nazionale è più che fondato ma è inaccettabile il rimedio paventato: ridurre la copertura dei Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria per allargare l’intervento dei fondi privati. 
Il nostro SSN è in crisi a causa di tagli forsennati (30 miliardi in 5 anni di cui ben 10 decisi dal Governo Monti) che, anziché favorire una revisione della spesa per l’appropriatezza, riducono servizi essenziali per i cittadini: perfino il pronto soccorso è spesso garantito solo da lavoratori precari. 
 
Quella che Monti propone non è una sanità integrativa, per coprire le prestazioni che attualmente il SSN non assicura o assicura in parte (quali ad esempio quelle per l’Odontoiatria o per la non autosufficienza). Ma una sanità privata che affiancherebbe il SSN pubblico. 
Il diritto alla salute e alle cure, a quel punto però, non sarebbe più “universale”: il cittadino sarà più o meno tutelato a seconda della copertura assicurativa che riuscirà a comprare.
Eppure il nostro SSN è tra i meno costosi al mondo e l’allarme sulla crescita della spesa sanitaria è infondato, come segnala anche il “rapporto 2012 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti 2012” (pagine 225 – 268). E, nei confronti internazionali, l’Italia associa minore spesa a migliori servizi (vedi rapporto Oecd Health data 2012).
 
Certamente ci sono ancora margini per “migliorare”: recuperando efficienza ed efficacia, contrastando sprechi e illegalità. Soprattutto recuperando un divario sempre più ampio tra le regioni. L’esperienza di alcune regioni dimostra che il vero risanamento non si ottiene con tagli indiscriminati, ma con una coraggiosa riorganizzazione dei servizi socio sanitari: il ridimensionamento e la riqualificazione della rete ospedaliera, il potenziamento dei servizi distrettuali (centri h 24, assistenza domiciliare e cure primarie), regole serie per gli accreditamenti dei privati, l’integrazione fra sociale e sanitario, servizi prima che trasferimenti monetari.
Il nostro SSN è da migliorare ma può essere sostenibile, chi dice il contrario ha solo in mente di privatizzare pezzi di sanità (che effettivamente è un mercato assai appetibile).
 
La ricetta di Monti, invece di dare forza al SSN, spalanca le porte al mercato assicurativo in sanità, proprio mentre Obama negli USA tenta di invertire questa tendenza. Oppure sarebbe un ritorno al passato: non dimentichiamo che le vecchie mutue erano autentici carrozzoni, di scarsa qualità e oltretutto pieni di debiti.
La CGIL intende reagire per scongiurare questa idea di salute come merce e di sanità come mercato.
Per questo bisogna rispondere con chiarezza a Monti: le forze politiche che vogliono governare l’Italia spazzino via qualsiasi ipotesi che intende ridurre il campo di intervento del SSN e assumano precisi impegni per contribuire alla riqualificazione del Servizio Socio Sanitario pubblico e universale, a garanzia dei diritti di cittadinanza sanciti dalla nostra Costituzione, e fondamentale per la stessa crescita economica e occupazionale.
 
Stefano Cecconi
Responsabile Politiche della Salute della Cgil
 

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