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Venerdì 02 AGOSTO 2024
Incidenti stradali, 3.039 morti nel 2023, circa 8 al giorno. Ma gli italiani sono indisciplinati: solo il 36% usa cintura posteriore e il 20% non usa il seggiolino per i bambini
Al via le vacanze estive, aumenta il traffico e il rischio di incidenti stradali, ma una percentuale significativa di italiani non usa ancora correttamente i dispositivi di protezione. A sottolinearlo è l’Iss, che partendo dai dati pubblicati dall’Aci-Istat (166.525 incidenti con lesioni, 3.039 morti nel 2023, in media 8 al giorno) mette in guardia dai fattori che possono aumentare il rischio di incidenti e lesioni.
Aumenta il numero degli incidenti stradali, ma diminuisce quello delle vittime entro 30 giorni dall’incidente. È quanto emerge dai dati per il 2023 pubblicati negli scorsi giorni da Aci e Istat: 166.525 incidenti con lesioni pari a 456 incidenti al giorno; 3.039 morti, in media 8 al giorno. Un fenomeno legato anche ad alcuni comportamenti sbagliati, come il mancato utilizzo delle cinture, l’alta velocità, la guida sotto effetto dell’alcol. Per questo l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), in vista delle vacanze estive, mette in guardia dalle cattive abitudini che possono costare la vita.
Se infatti, secondo i dati della sorveglianza Passi, l’uso della cintura di sicurezza anteriore in automobile è diffuso (“anche se non raggiunge ancora la copertura totale richiesta dalla legge”), l’uso della cintura posteriore, sebbene in aumento nel tempo, è ancora molto lontano da quanto l’obbligo di legge imporrebbe: “Nel biennio 2021-2022 appena 1/3 degli intervistati (36%) dichiara di usare sempre la cintura posteriore quando viaggia in auto. L’uso del casco in motocicletta/motorino sembra invece ormai una pratica consolidata: circa il 96% degli intervistati, che viaggia in moto (come guidatore o passeggero), dichiara di indossarlo sempre”, spiega l’Iss.
A partire dal 2011 la sorveglianza PASSI indaga anche l’utilizzo di seggiolini e/o adattatori per il trasporto in auto di bambini, ma anche in questo caso ne emerge un sottoutilizzo: “Nel biennio 2021-2022, 2 persone su 10 hanno riferito di avere difficoltà a far uso di questi dispositivi, di non utilizzarli affatto o perfino di non avere alcun dispositivo di sicurezza, pur viaggiando in auto”, riferisce l’Iss.
Sempre dagli ultimi dati PASSI emerge che 5 intervistati su 100 hanno guidato sotto l’effetto dell’alcol nei 30 giorni precedenti l’intervista (avevano assunto due o più unità alcoliche un’ora prima di mettersi alla guida).
La guida sotto l’effetto dell’alcol è in ogni caso più frequente nella fascia d’età 25-34 anni (8%) e tra gli uomini (7% vs 2% fra le donne). In riduzione costante nel tempo, ma il calo significativo osservato nel biennio 2020-2021 potrebbe essere solo il risultato delle misure di contenimento per il contrasto alla pandemia di COVID-19, dal momento che nel 2022 si torna a un valore analogo al 2019 e in linea con la tendenza osservata nel periodo pre-pandemico. Per approfondire consulta le pagine dedicate ad alcol e guida per la sorveglianza PASSI.
Tra i fattori di rischio dell’incidentalità stradale legati allo stato del conducente, l’Iss ne cita quattro categorie molto rilevanti, perché capaci di alterare lo stato di attenzione e di concentrazione del guidatore.
Alcol: “è l’alcol il fattore più rilevante nel caso di incidenti stradali gravi o mortali. Il rischio di incidenti aumenta in modo esponenziale quando la concentrazione di alcol nel sangue raggiunge i 50 mg/100 ml. Inoltre, a parità di alcol assunto, il rischio aumenta al diminuire dell’età e al diminuire della frequenza di consumo abituale di sostanze alcoliche”.
Stupefacenti: “l’assunzione allucinogeni, amfetamine, cannabinoidi, cocaina, oppiacei e altre sostanze comporta un notevole aumento del rischio di incidente, specialmente se accompagnata dal consumo di alcol”.
Farmaci: “i medicinali che possono interferire con la guida sono numerosi e largamente utilizzati, come per esempio sedativi, ipnotici, tranquillanti, antidepressivi, anestetici, antistaminici, farmaci cardiovascolari, diuretici, ormoni, antidiabetici, antipertensivi. I rischi rilevati non sono generalmente troppo elevati, ma è comunque utile che il paziente sia messo in guardia dal medico sui possibili effetti dei farmaci che assume”.
Malattie: “epilessia, diabete, malattie cardiovascolari, problemi di vista, disturbi del sonno, problemi cognitivi possono aumentare il rischio di incidenti mortali”.
“Naturalmente – precisa l’Iss - altri fattori umani possono essere alla base di incidenti. Per esempio, l’aggressività, lo stress e la stanchezza. L’uso di cellulari alla guida, il mancato rispetto delle norme del codice della strada o il cattivo utilizzo (o la totale mancanza) dei dispositivi di sicurezza, soprattutto in ambiente urbano”.
Come accennato, l’alcol il fattore più rilevante nel caso di incidenti stradali gravi o mortali. “Dai dati della sorveglianza PASSI biennio 2021-2022 – riferisce l’Iss - emerge che 5 intervistati del campione su 100 hanno guidato sotto l’effetto dell’alcol nei 30 giorni precedenti l’intervista (avevano assunto due o più unità alcoliche un’ora prima di mettersi alla guida), che la guida sotto l’effetto dell’alcol è più frequente nella fascia d’età 25-34 anni (8%) e tra gli uomini (7%, 2% fra le donne) e che la quota di giovanissimi che si mettono al volante dopo aver assunto alcolici è leggermente più bassa che nel resto della popolazione: nella fascia d’età 18-21 anni ha dichiarato di aver guidato dopo aver consumato bevande alcoliche il 4% delle persone raggiunte dall’indagine PASSI. Il dato però è comunque preoccupante, perché a parità di quantità d'alcol alcol ingerita, il rischio di incidente aumenta al diminuire dell’età del conducente, e al diminuire della frequenza di consumo abituale di sostanze alcoliche”.
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