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Giovedì 27 DICEMBRE 2012
Quando epilessia ed epigenetica vanno di pari passo

Sono stati alcuni scienziati del Cnr a individuare il link funzionale tra un difetto epigenetico e una forma genetica di epilessia maligna, associata all’instabilità delle triplette del gene ARX. Lo studio getta le basi per una ricerca mirata a imitare i danni che le convulsioni producono sullo sviluppo neurologico.

L’epilessia con deficit di apprendimento nei bambini malati di una forma genetica di epilessia maligna legata al cromosoma X potrebbe essere associata a un difetto epigenetico. A dirlo, e ad identificare il link funzionale nel complesso labirinto dei difetti molecolari associati a questa malattia, sono stati dei ricercatori dell’Istituto di genetica e biofisica ‘Adriano Buzzati Traverso’ del Consiglio nazionale delle ricerche (Igb-Cnr) di Napoli, in uno studio finanziato dall’associazione francese ‘Jerome Lejeune’ pubblicato su American Journal of Human Genetics.
 
“L’epilessia associata all’instabilità da triplette del gene ARX, attivatore della trascrizione del Dna, è una rara ma devastante forma di epilessia maligna, che si manifesta nei primi mesi di vita dei bambini maschi”, afferma la responsabile del lavoro Maria Giuseppina Miano dell’Igb-Cnr. “Le alterazioni di ARX innescano alterazioni a carico del gene bersaglio KDM5C, la cui proteina, un regolatore epigenetico, svolge un ruolo fondamentale nello stabilire quali geni devono essere esclusivamente espressi per garantire un corretto sviluppo del cervello embrionale”.
Questi bambini sin da piccoli presentano una disorganizzazione generale e caotica delle scariche elettriche con danni a carico della maturazione del cervello che, nell’arco di pochi anni, manifesta difetti di apprendimento invalidanti. “Ne deriva la necessità di somministrare loro tempestivamente farmaci antiepilettici che forniscano benefici efficaci, prima che si completi lo sviluppo cognitivo. Purtroppo, ad aggravare ulteriormente il quadro, spesso i neonati con tali deficit non rispondono alla terapia antiepilettica convenzionale”, conclude Maria Giuseppina Miano.
 
La novità di questa ricerca consisterebbe infatti nella scoperta che “mutazioni del gene ARX danneggiano gravemente l’attivazione di KDM5C e, di conseguenza, il controllo epigenetico a valle, confermando una relazione diretta tra danno genetico e gravità della malattia”, ha spiegato la ricercatrice.  “Per comprendere le dinamiche alla base della patologia è stata analizzata quindi l’interazione irregolare tra i due geni e l’effetto che questo difetto ha sul differenziamento dei neuroni. Ciò ha consentito di identificare un’alterazione globale che avviene durante la maturazione dei neuroni GABAergici, una classe di interneuroni inibitorigravemente danneggiata nei bambini malati, provocando uno sbilanciamento funzionale dei geni”. Che ha poi concluso: “In quest’ottica lo studio getta le basi per una ricerca mirata a sviluppare nuovi metodi di cura delle epilessie refrattarie, in grado di limitare i danni che le convulsioni producono sullo sviluppo neurologico”.

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