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Giovedì 17 APRILE 2025
Molise. Smi: “Demedicalizzato il 118, la Regione Molise non sa di cosa parla” 

Nota della segreteria regionale del Sindacato Medici Italiani dopo la conferenza dei sindacai di ieri, dove si sarebbe espressa l’ipotesi di sanare la carenza dei medici 118 formando gli infermieri con un corso annuale. Per lo Smi “misure tampone che mettono a rischio l’atto medico che deve essere sempre a cura di un medico”. Questo e non solo, per lo Smi, fanno pensare che “la Regione ha una scarsa conoscenza del sistema 118”.

“Alla conferenza dei sindaci svoltasi ieri presso la Regione Molise a Campobasso il direttore Giovanni Di Santo, Direttore Generale Asrem ha sostenuto che i medici del 118 percepirebbero uno stipendio di 15.000 euro al mese, restiamo basiti perché i nostri stipendi non sono di questa entità! Allo stesso tempo abbiamo sentito che si valuterebbe di sanare la carenza dei medici 118 formando gli infermieri con un corso annuale. Queste affermazioni evidenziano la non conoscenza della condizione dei medici del 118 e la volontà di adottare misure tampone che mettono a rischio l’atto medico che deve essere sempre a cura di un medico”. A dichiararlo è la Segreteria Regionale Molise dello Smi, in una nota.

Per lo Smi “la mancanza dei medici del 118 non si può giustificare, così come fanno Regione Molise e Asrem attribuendola ad una carenza più generale dei medici a livello nazionale; i cittadini, invece, vorrebbero sapere le ragioni vere del perché nessuno abbia risposto al bando di assunzione. Siamo convinti che alla base della diserzione al bando di assunzione via sia la lungaggine decennale di attesa che determina non più conveniente la partecipazione al bando stesso per colleghi prossimi al pensionamento”.

Il 118, prosegue il sindacato, “rimane, invece, un servizio medico importante per la popolazione, soprattutto per quella che risiede in aree distanti dai centri ospedalieri. I cittadini con il 118 possono contare su un medico presente 24/24 ore sul territorio, che rappresenta una garanzia sia per gli anziani, che per le famiglie che risiedono nei piccoli paesi. Senza più il 118 si aumenta, inoltre, il rischio di spopolamento d’intere aree della regione perché gli anziani, per le cure, vengono trasferiti presso comini più grandi e le famiglie vanno via”.

In Molise, prosegue lo Smi, “è bene ricordarlo , vi sono per la medicina di urgenza anche le ‘postazioni India’ che rappresentano un modello operativo del servizio di emergenza 118 in cui l'equipaggio dell'ambulanza è composto da infermiere, autista e soccorritore, ma senza la presenza di un medico a bordo. La trasformazione di alcune postazioni in assetto India ha suscitato preoccupazioni tra i sindaci e le comunità locali, che temono un peggioramento della qualità del servizio di emergenza. In questo senso vorremmo sapere quanti siano stati gli accessi in più per la medicina di emergenza -urgenza attraverso le postazioni India”.

Piuttosto, il sindacato chiede alla Regione di “chiarire, una volta e per tutte, quanto è stato risparmiato passando da 96 medici 118 a 30 medici 118, perché chiudere una postazione equivale a risparmiare 300.000 euro all’anno, ma nonostante questi risparmi la nostra sanità è sempre in deficit”.

“La nostra impressione – conclude lo Smi Molise - è quella che la Regione Molise abbia una scarsa conoscenza del sistema 118!”.

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