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Lunedì 20 SETTEMBRE 2010
Malasanità. Fazio: il 22 incontro con le Regioni su punti nascita

Mercoledì il Governo presenterà alla commissione Salute della Conferenza delle Regioni le proposte per la razionalizzazione dei percorsi parto, che punterà ad accorpare i punti nascita con meno di 500 parti all’anno. Lo ha annunciato nel fine settimana il ministro della Salute Ferruccio Fazio.

“Cerchiamo di sensibilizzare le Regioni su questo: un punto nascita con un numero di parti limitato è pericoloso per le mamme e per i nascituri”. Il piano che il Governo presenterà alle Regioni il 22 settembre partirà proprio da qui: accorpare i piccoli ospedali per creare centri maternità più efficienti e avanzati. Lo ha detto il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, nel fine settimana e lo ha ribadito in un’intervista al settimanale “Gente” in edicola oggi.
Fazio ha evidenziato come, comprensibilmente, l’accorpamento sia più difficile da far accettare nei piccoli centri abitati che hanno fino ad oggi avuto una sala parto a portata di mano, “ma la donna al momento del parto ha bisogno di una struttura adeguata e di un team in grado di far fronte a possibili emergenze. Nei piccoli centri non sempre si può garantire tutto ciò”. Come già detto in altre occasioni, Fazio ha affermato che “si deve superare la logica dell’ospedale sotto casa” per privilegiare la qualità e la sicurezza, seppure con il necessario spostamento di alcuni chilometri. Quindi, meno centri ma più efficienti e tecnologicamente avanzati.

Quanto all’incontro con le Regioni, in quell’occasione si parlerà anche della Commissione parto, che sarà composta da membri ministeriali e regionali, e del piano per ridurre il cesareo e promuovere il parto naturale. Mentre a dicembre dovrebbero essere pronte le linee guida sul cesareo a cui sta lavorando l'Istituto superiore di sanità.
Fazio sottolinea anche la necessità di un impegno globale per umanizzare la sanità. “I cittadini danno ai medici ottimi voti per ciò che riguarda la professionalità”, ma “emergono criticità per quanto riguarda l'umanizzazione. Ed è vero. Purtroppo a volte il paziente si sente un pezzo dell'ingranaggio. Su questo dobbiamo lavorare molto”.
 
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