quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 23 GENNAIO 2013
Verso le elezioni. Mandelli (Fofi): “Non sarò portatore di interessi particolari, ma della professionalità del farmacista”

Candidato nelle liste del Pdl al Senato in Lombardia, il presidente della Fofi intraprende questa nuova avventura con l'intenzione di portare in Parlamento l'esperienza del farmacista, che “merita di essere messa nel risalto se si vuole operare per una sanità migliore e adeguata ai tempi”.

Una scelta che va “al di là degli orientamenti politici di fondo” quella del presidente della Fofi, Andrea Mandelli, di accettare la candidatura nelle liste del Pdl (al Senato in Lombardia, 9° posto nella lista). E infatti, Mandelli spiega in questa intervista di non essere né volersi fare “portatore di interessi particolari”, bensì di volersi impegnare “per portare un’esperienza, questa sì, molto particolare e concreta, di un operatore della salute da sempre vicino alla gente”, e cioè il farmacista. Perché, afferma il presidente della Fofi, quella del farmacista è una competenza tecnica “che merita di essere messa nel risalto che le spetta se si vuole operare per una sanità migliore e adeguata ai tempi”.

Quanto alle sue dimissioni da presidente della Fofi in caso di elezione, la decisione “sarà valutata con gli Organi collegiali della Federazione quando sarà il momento”.

Presidente Mandelli, quali sono, secondo lei, le criticità maggiori che la politica dovrà affrontare in materia sanitaria, indipendentemente da quale sarà la coalizione vincente?
Mi sembra che siano sotto gli occhi di tutti: malgrado la spesa sanitaria italiana non sia certo eccessiva rispetto al resto dell’Ue ma, anzi, si collochi al di sotto di quella dei paesi direttamente confrontabili come Francia e Germania, la situazione economica italiana rende difficile sostenere anche questi livelli di spesa. A questa situazione, prima che ipotizzando altri tagli, altre restrizioni più o meno mascherate alle prestazioni rese al cittadino, si risponde facendo tutto il possibile per ridurre gli sprechi e per ricreare un equilibrio tra la prestazione resa al paziente e i mezzi che si impiegano per erogarla.
Mi spiego con un esempio quotidiano: è evidente che al pronto soccorso si può ottenere un’iniezione intramuscolare, ma allo stesso modo la si può ottenere in una farmacia che possa contare su un infermiere. Però, quale delle due modalità comporta i costi diretti e indiretti minori, a parità di soddisfazione delle necessità della persona? E questo ci riconduce al tema dello spostamento dell’assistenza sul territorio che oggi è un’esigenza ineludibile sia sul piano sociale, per l’invecchiamento della popolazione e l’aumento della cronicità, sia proprio per l’equilibrio economico del Paese.

Quali sono gli elementi che auspica che la politica introduca e garantisca per la farmacia?
Una riforma organica del servizio farmaceutico che metta al centro il farmacista ovunque operi. Insomma, credo che il farmacista debba svolgere, nel processo di razionalizzazione che ho delineato, il ruolo fondamentale che è nel suo Dna ed è stato esaltato dalle innovazioni legislative attuate in Francia e in Gran Bretagna e anche in Italia. È vero che il percorso della farmacia dei servizi italiana ha subìto una battuta d’arresto, ma la professione non è stata ferma: la Federazione, per esempio, ha avviato uno studio pilota per valutare l’introduzione del servizio di revisione dell’uso dei medicinali da parte del farmacista di comunità, l’MUR delle farmacie britanniche. È una prestazione avanzata che consente, senza interferire ovviamente con le scelte prescrittive del medico, di ridurre gli sprechi, segnalare e limitare le reazioni avverse, migliorare l’aderenza alla terapia. Tutti aspetti che si traducono in un miglioramento dello stato di salute e in una minore spesa sanitaria. Esattamente come nel caso dell’ampliamento dell’intervento del farmacista ospedaliero e in tutti gli altri casi in cui si tratta di operare per il cittadino attraverso il farmaco. È questo il percorso che auspico per la nostra professione.

Con la sua candidatura ed eventuale elezione, c'è qualche istanza in particolare a cui intende dar voce?
Al di là degli orientamenti politici di fondo, ho accettato la canditura perché ritengo di essere portatore di una competenza tecnica, quella dei farmacisti, che merita di essere messa nel risalto che le spetta se si vuole operare per una sanità migliore e adeguata ai tempi. Inoltre ritengo che la nostra professione sia una parte importante della società civile, una componente che da sempre ha contribuito egregiamente alla vita della nazione e alla coesione sociale, a partire da quando, un fatto che non si ricorda mai, il tricolore nacque nel retro di una farmacia. Non sono e non sarò il portatore di interessi particolari, ma mi impegnerò per portare un’esperienza, questa sì, molto particolare e concreta, di un operatore della salute da sempre vicino alla gente.

Non esiste incompatibilità rispetto tra la carica di presidente di Ordine e quella di parlamentare. Sta comunque prendendo in considerazione le sue dimissioni in caso di elezione?
Non esiste, appunto, un conflitto di interessi. Quindi la concreta sostenibilità del doppio incarico sarà valutata con gli Organi collegiali della Federazione quando sarà il momento. Mi sembra davvero prematuro discuterne oggi.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA