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Lunedì 04 MARZO 2013
Dopo le elezioni. Giovani Medici a Bianco (Fnomceo): “Si dimetta”

Dal Sigm arriva un pubblico appello al neo senatore e presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco, affinché lasci la guida della Federazione degli Ordini Medici. “Bisogna preservare la terzietà della professione dalle vecchie logiche di parte e dare maggiore attenzione alle giovani generazioni”. 

“L’ostinarsi a voler legare l’impegno politico alla rappresentanza ordinistica rischierebbe di apparire agli occhi di molti medici, principalmente tra i più giovani, come una discesa in campo per tutelare gli assetti e gli equilibri vigenti, piuttosto che sostenere e guidare il cambiamento”. È quanto si legge in una nota del Segretariato dei Giovani Medici (Sigm), che torna a chiedere le dimissioni di Amedeo Bianco da presidente della Fnomceo dopo la sua elezione a senatore della Repubblica nelle liste del Partito democratico (vedi il precedente appello).

Un cammino verso il cambiamento che, ricordano i Giovani Medici, è stato sottolineato dallo stesso Bianco nelle dichiarazioni rilasciate al nostro giornale. “Comprendiamo il rilievo della notizia, che preluderebbe ad un’inversione di tendenza da parte di chi ha autorevolmente patrocinato la manifestazione nazionale della professione medica, messa in campo dai sindacati di categoria il 28 ottobre 2012, contro i tagli alla sanità apportati dalle varie compagini succedutisi al governo del Paese. Allora come oggi, però – sottolinea la nota del Sigm –, nel leggere le dichiarazioni, si apprezza esclusivamente una generica richiesta di ‘fermare il trend in discesa del finanziamento pubblico’, senza scendere nel merito dei problemi, tanto meno proporre soluzioni al tendenziale ed inarrestabile incremento della spesa pubblica, per disinvestire ed investire in sanità a fronte del maggior impatto delle malattie croniche e cronico-degenerative e dello sviluppo tecnologico, ed alle altre criticità del sistema salute quali gli sprechi ascrivibili alle interferenze della politica, la mancanza di visione prospettica a sostegno delle giovani generazioni di professionisti, la non adeguata implementazione del territorio e di investimenti in prevenzione e ricerca, l’approssimarsi dell’applicazione della direttiva UE sull’assistenza transfrontaliera, oltre che gli effetti nefasti della crisi economico-finanziaria internazionale. In altre parole, senza avanzare una proposta di modello di SSN pubblico, che possa preservare l’equità di accesso alle cure, acquisendo le indispensabili caratteristiche di sostenibilità e competitività”.

“Nonostante ciò – prosegue la nota del Sigm -, vogliamo sperare che le dichiarazione del Senatore Bianco preludano ad una discontinuità dalle passate gestioni del sistema salute, rispetto alle quali tanto la professione quanto i sindacati di categoria non sono esenti da responsabilità. L’ostinarsi a voler legare l’impegno politico alla rappresentanza ordinistica, però, rischierebbe di apparire agli occhi di molti medici, principalmente tra i più giovani, come una discesa in campo per tutelare gli assetti e gli equilibri vigenti, piuttosto che sostenere e guidare il cambiamento. A tal proposito, per quanto concerne la richiesta di dimissioni invocata da più parti, opportune per quanto tardive, se mai verranno formalizzate, non trattasi dell’essere 'portatore di interessi particolari' piuttosto che di 'interessi pubblici', bensì primariamente di una questione di etica della professione: l’istituzione ordinistica non può essere ricondotta ad una parte politica, qualunque essa sia. L’utilizzo, implicito o esplicito, della rete ordinistica per finalità elettorali o partitocratiche, non può che danneggiare la professione medica, mettendone in discussione la terzietà”.

Per questo il Sigm rivolge “ appello al collega Bianco, che ormai da diversi anni è a capo della Fnomceo, affinché, alla luce della dichiarata nuova sensibilità nei confronti del cambiamento, a differenza di quanto registratosi in passato, nel suo nuovo ruolo di politico sia di esempio per i giovani, rinunciando l cumulo di cariche, e dimostri disponibilità al confronto con le giovani generazioni di medici tutte, ivi inclusa quella consistente parte che non si riconosce nel tradizionale sistema sindacale”.
    
 

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