quotidianosanità.it

stampa | chiudi


17 MARZO 2013
Consiglio nazionale Fnomceo: "Bianco senatore è un valore aggiunto per la professione"

Il massimo organo dei medici plaude all'elezione in Parlamento del suo presidente. Bianco: "Non credo ci sia alcuna incompatibilità tra gli interessi che devo difendere in quanto presidente Fnomceo e quelli che devo difendere al Senato, perché si tratta in entrambi i casi di interessi della collettività”. LA RELAZIONE DI BIANCO.

Una discussione pacata, sia pure con qualche nota critica, ha coinvolto oggi (domenica) il Consiglio nazionale della Fnomceo, riunito a Roma per discutere la situazione creatasi con l’elezione al Senato, nelle liste del PD, del presidente nazionale Amedeo Bianco.
Ad introdurre i lavori, oltre alla relazione dello stesso Bianco su tutti i temi all’ordine del giorno, una lettera elaborata dal Comitato Centrale della Federazione, ovvero dell’organo direttivo che ha direttamente la responsabilità di eleggere, scegliendolo tra i suoi membri, il presidente.
 
Formulando gli auguri per un proficuo lavoro al neosenatore, nella lettera si ricorda come, all’unanimità, il Comitato Centrale si era pronunciato perché Bianco accettasse la candidatura senza dimettersi dalla presidenza. Inoltre si sottolinea come il nuovo ruolo del presidente sia un valore aggiunto per l’istituzione ordinistica, che per un verso offre la possibilità di portare i propri contenuti in ambito politico senza mediazioni e per l’altro mostra come le istituzioni ordinistiche sanitarie siano state riconosciute dalla politica come interlocutori non corporativi, tanto che in questa stessa tornata elettorale sono stati eletti anche il presidente e il vicepresidente della Fofi, nel PdL, e la presidente dell’Ipasvi, nel PD.
 
La presa di posizione del Comitato Centrale ha orientato il dibattito che, pur registrando alcune voci di dissenso e preoccupazione, si è risolto nella scelta di una collettiva assunzione di responsabilità.
Nell’intervento conclusivo, Bianco ha ripreso con forza un concetto già espresso dal CC: “Non credo ci sia alcuna incompatibilità tra gli interessi che devo difendere in quanto presidente della Fnomceo, che non è istituzione corporativa ma di tutela verso i cittadini, e quelli che devo difendere al Senato, perché si tratta in entrambi i casi di interessi della collettività”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA