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Mercoledì 27 MARZO 2013
Puglia. Allarme di medici e infermieri: "Carenze strutturali stanno causando diminuzione Lea"

E' quanto emerge da un incontro che ha chiamato a raccolta tutti i professionisti della sanità pugliese. "Il mancato potenziamento delle cure territoriali sta favorendo il ricorso alla sanità privata e un improprio accesso ai Pronto soccorso".

I professionisti della sanità pugliese stanno attraversando una fase di disagio e difficoltà "a causa delle gravissime carenze organizzative del sistema sanitario regionale”. E’ l’allarme lanciato al termine dell’incontro che, svoltosi presso l’Ordine dei medici di Bari, ha riunito i presidenti provinciali pugliesi dei collegi Ipasvi (infermieri, infermieri pediatrici e assistenti sanitari), degli Ordini dei medici e degli odontoiatri, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle associazioni mediche di categoria aderenti alla Conferenza permanente regionale della professione medica ed odontoiatrica.

“La nostra Regione, purtroppo, sconta ataviche carenze strutturali ed una più recente inadeguatezza sul piano programmatico e gestionale che – attacca una nota congiunta - in questo momento storico, caratterizzato dalla grave crisi economica e dalla riduzione di risorse al Servizio Sanitario Regionale, stanno determinando una reale riduzione dei livelli essenziali di assistenza”.

Secondo medici e infermieri, in molte zone della regione non è più possibile assicurare la continuità assistenziale ed il mancato potenziamento delle cure territoriali “sta favorendo un improprio accesso ai pronto soccorso ed il ricorso all’assistenza privata, a causa delle lunghe liste d’attesa, con costi a carico del cittadino”.
I Presidenti degli Ordini provinciali dei Medici e dei Collegi Ipasvi hanno quindi deciso di aggiornare la seduta per invitare alla partecipazione “tutti i rappresentanti delle professioni sanitarie pugliesi al fine di condividere le preoccupazioni circa la tenuta del Servizio Sanitario Regionale, avviando azioni in sua difesa, e al fine di contribuire ad una radicale svolta della politica sanitaria regionale, mettendo a disposizione del governo regionale le proprie competenze attraverso l’istituzione del consiglio sanitario regionale, organismo di confronto e – conclude la nota - di consultazione sul modello di quello toscano.
 

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